Non si riesce a chiarire il movente dell’omicidio dei due fratelli Ilaria Pallummieri, 21 anni, trovata in casa legata e soffocata, e Gianluca, 20 anni, trovato morto con una decina di coltellate a 14 km di distanza, vicino ad un cassonetto della spazzatura. Il reo confesso, Riccardo Bianchi, anche lui ventunenne, ha dichiarato di non sapere perché li abbia uccisi: un gesto di follia o un “piano diabolico” ben studiato?
Il movente della gelosia sembrerebbe troppo riduttivo per così tanta violenza, almeno secondo gli inquirenti. Nella ricostruzione di Riccardo infatti sono molte le incongruenze e le lacune: il ragazzo la notte del delitto si consegnò volontariamente ai carabinieri in stato di shock (era il 24 giugno). Nell’ultimo interrogatorio racconta che da un mese, da quando Ilaria aveva interrotto la loro storia, non faceva altro che pensare a lei ed era fuori di sé senza una motivazione. In quella notte di follia, Riccardo racconta agli inquirenti che dopo aver ucciso a coltellate l’amico del cuore Gianluca è andato a casa dei due fratelli e ha seviziato Ilaria, legandola al letto, e soffocandola con una busta di plastica.
La sua versione è ritenuta abbastanza credibile, ma secondo gli inquirenti la sola gelosia non basta a scatenare tanta violenza, e soprattutto, se la causa di tutto è l’abbandono subito da parte di Ilaria, perché uccidere il fratello? La risposta potrebbe essere che, alla richiesta d’aiuto di Riccardo per riconquistare Ilaria, Gianluca si sia rifiutato. In particolare, la sera del delitto Riccardo e Gianluca erano usciti insieme, e da qui nasce il dubbio che il primo delitto fosse premeditato, tanto che gli inquirenti lo hanno definito un possibile “piano diabolico” per riconquistare Ilaria. E’ tuttavia accertato che Riccardo non avesse mai molestato l’ex ragazza prima della notte tra il 23 e il 24 giugno.
In questo quadro disastroso per il ragazzo, la difesa chiede una perizia psichiatrica per capire se in Riccardo ci sono e dunque erano già presenti segnali di disagi psicologici tali da spiegare un delitto di questo tipo. Certo è che Riccardo non ha mai accettato la separazione da Ilaria, con cui aveva una relazione altalenante da un anno e che la ragazza troncò perché, secondo alcune amiche, le stava troppo addosso.
Riccardo Bianchi adesso è in carcere (arresto convalidato proprio ieri), e nel suo racconto mancherebbe l’arma del delitto, un coltello, e probabili complici (lui insiste dicendo di aver fatto tutto da solo). Gli inquirenti però si chiedono come abbia fatto a prendere il cadavere di Gianluca, metterlo nel portabagagli e poi scaricarlo in un cassonetto tutto da solo. Per trovare le risposte si sta indagando in tutto l’ambiente frequentato dei tre ragazzi.
Quella dei due fratelli uccisi era una famiglia già difficile: orfani di madre, avevano deciso tre mesi fa di andare a vivere da soli insieme, lasciando il padre, con cui avevano rapporti complicati. Ora il padre, distrutto dal dolore, è irrintracciabile (pare giri per la città con la moto senza una meta): alcuni amici e parenti vorrebbero organizzare una fiaccolata per i due fratelli chiedendo il suo consenso.
Il movente della gelosia sembrerebbe troppo riduttivo per così tanta violenza, almeno secondo gli inquirenti. Nella ricostruzione di Riccardo infatti sono molte le incongruenze e le lacune: il ragazzo la notte del delitto si consegnò volontariamente ai carabinieri in stato di shock (era il 24 giugno). Nell’ultimo interrogatorio racconta che da un mese, da quando Ilaria aveva interrotto la loro storia, non faceva altro che pensare a lei ed era fuori di sé senza una motivazione. In quella notte di follia, Riccardo racconta agli inquirenti che dopo aver ucciso a coltellate l’amico del cuore Gianluca è andato a casa dei due fratelli e ha seviziato Ilaria, legandola al letto, e soffocandola con una busta di plastica.
La sua versione è ritenuta abbastanza credibile, ma secondo gli inquirenti la sola gelosia non basta a scatenare tanta violenza, e soprattutto, se la causa di tutto è l’abbandono subito da parte di Ilaria, perché uccidere il fratello? La risposta potrebbe essere che, alla richiesta d’aiuto di Riccardo per riconquistare Ilaria, Gianluca si sia rifiutato. In particolare, la sera del delitto Riccardo e Gianluca erano usciti insieme, e da qui nasce il dubbio che il primo delitto fosse premeditato, tanto che gli inquirenti lo hanno definito un possibile “piano diabolico” per riconquistare Ilaria. E’ tuttavia accertato che Riccardo non avesse mai molestato l’ex ragazza prima della notte tra il 23 e il 24 giugno.
In questo quadro disastroso per il ragazzo, la difesa chiede una perizia psichiatrica per capire se in Riccardo ci sono e dunque erano già presenti segnali di disagi psicologici tali da spiegare un delitto di questo tipo. Certo è che Riccardo non ha mai accettato la separazione da Ilaria, con cui aveva una relazione altalenante da un anno e che la ragazza troncò perché, secondo alcune amiche, le stava troppo addosso.
Riccardo Bianchi adesso è in carcere (arresto convalidato proprio ieri), e nel suo racconto mancherebbe l’arma del delitto, un coltello, e probabili complici (lui insiste dicendo di aver fatto tutto da solo). Gli inquirenti però si chiedono come abbia fatto a prendere il cadavere di Gianluca, metterlo nel portabagagli e poi scaricarlo in un cassonetto tutto da solo. Per trovare le risposte si sta indagando in tutto l’ambiente frequentato dei tre ragazzi.
Quella dei due fratelli uccisi era una famiglia già difficile: orfani di madre, avevano deciso tre mesi fa di andare a vivere da soli insieme, lasciando il padre, con cui avevano rapporti complicati. Ora il padre, distrutto dal dolore, è irrintracciabile (pare giri per la città con la moto senza una meta): alcuni amici e parenti vorrebbero organizzare una fiaccolata per i due fratelli chiedendo il suo consenso.
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