mercoledì, giugno 01, 2011
Ha preso il via, ieri, la Missione Mariana del Rosario negli Stati Uniti per accompagnare il quadro della Madonna di Pompei nelle parrocchie americane.

Radio Vaticana - Fino al 27 giugno la Madonna, infatti, sarà per le strade di New York, Washington e altre città della costa orientale del Paese, per un tempo di preghiera e di evangelizzazione che coinvolgerà non solo gli italiani emigrati, ma l’intera comunità cattolica. A guidare la missione è mons. Carlo Liberati, arcivescovo di Pompei, che, al microfono di Salvatore Cernuzio, ci racconta come è nata questa iniziativa. ascolta

R. - Come arcivescovo di Pompei sto assistendo ad un crescendo formidabile della devozione mariana. La gente, il popolo di Dio, i fedeli accedono sempre di più al nostro Santuario, ormai siamo più o meno sui 4 milioni di pellegrini annui.Pompei è rimasta famosa nel mondo per le sue opere di carità: qui sono cresciuti per oltre 80 anni mille orfanelli all’anno dagli asili infantili, fino al momento di consegnarli alla vita e alle professioni. La gente non ha dimenticato - anche all’estero - che qui molti di loro sono cresciuti, sono diventati uomini e donne veri, nella società e nella Chiesa, quindi, gli emigranti degli Stati Uniti d’America hanno richiesto a noi questa missione, per parlare loro del Signore Gesù crocifisso e risorto e la sua Mamma che lo ha generato e che è Madre di tutta la Chiesa cattolica.


D. - Come mai si è sentita la necessità di realizzare questa missione di preghiera e di evangelizzazione proprio negli Stati Uniti?



R. - Perché negli Stati Uniti, soprattutto nella fascia delle diocesi di Newark, Washington, Philadelphia, Brooklyn, ecc. ci sono tantissimi figli dei nostri emigrati italiani che conservano della Madonna di Pompei un ricordo straordinario. Quindi, noi, che siamo stati aiutati per il sostegno delle opere dei nostri orfanelli dobbiamo sentire la gratitudine. Poi, c’è il problema della scristianizzazione del mondo di oggi, dove ogni sacerdote e ogni vescovo, ogni laico impegnato nella vita cristiana si deve sentire collaboratore nella catechesi, nella carità viva. Il nostro è un intento apostolico.



D. - Effettivamente come si svolge la missione?



R. - Noi andremo nelle diocesi e nelle parrocchie che ci hanno già invitato e lì ci sarà non solo la predicazione, ma ci sarà la celebrazione dell’Eucarestia e del Sacramento della Penitenza, come due momenti indispensabili per la conversione e poi la recita del Santo Rosario, perché ci mette attraverso Maria in comunicazione diretta con Gesù e con i misteri della sua vita.



D. - Qual è l’obiettivo, quindi, di questa missione mariana?



R. - Una nuova evangelizzazione. Riportare per mezzo di Maria, la gente, anche quella tiepida, fredda o allontanata dalla Chiesa e dalla pratica cristiana, al Signore Gesù, in modo che nel cristiano ci sia effettivamente un cambiamento di mentalità, che non si faccia travolgere dall’indifferenza, dall’agnosticismo, dal silenzio nei confronti di Dio, perché l’uomo e la donna del nostro tempo non peccano tanto di ateismo; il problema di Dio oggi non si pone più per tanti, che pensano di poter vivere tranquillamente senza il Signore: non c’è più bisogno di un Padre, che ci ha mandato un Figlio, che è morto e risorto per noi e questo Figlio ci conserva l’amore immenso di Dio attraverso lo Spirito Santo e la Madonna intercede per ciascuno di noi e se la lasciamo fare ci prende per mano nel cammino della vita, questo è il nostro scopo! Vogliamo essere Chiesa, evangelizzazione, rinnovamento, non vogliamo più i cristiani pigri, indolenti, assonnati, distratti, vogliamo apostoli nella società di oggi. (ma)


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