Quattordici racconti di vita vissuta sullo sfondo di quattordici diverse discipline sportive: questo è “Saluti da Buenos Aires”, l’appassionante libro di Teodoro Lorenzo (edito da Bradipo Libri)
del nostro Fabio Vitucci
Ignazio è un giovane sardo spinto a Roma dall’amore per i cavalli e deriso da tutti per la sua statura e per la sua confidenza con quegli animali: diventerà un grande fantino. Patrizio invece è nato in Irlanda ma ha origini e sentimenti italiani e arriva quasi ad indossare la maglia della Nazionale di rugby, prima di immolarsi una sera per difendere un compagno di squadra e venire accoltellato. Thabo Mugamba è un ragazzo di colore che, operaio in una fabbrica, viene scelto per imparare a tirare di scherma e addirittura in un torneo sta per battere il figlio del padrone, prima di venire ingiustamente sconfitto e diventare così simbolo di un paesino e della lotta per l’uguaglianza. Sono solo alcuni dei protagonisti degli splendidi racconti di Teodoro Lorenzo, che prende e “celebra lo sport, inteso come luogo dell’anima, come meraviglioso crogiuolo nel cui fuoco eterno vive e si consuma in un istante, in una parossistica esaltazione, la gioia o il dolore”, come egli stesso dice nell’introduzione alla sua opera. E non poteva essere altrimenti, visto il grande amore dell’autore per lo sport, amore che emerge per esempio in uno dei quattordici racconti, l’unico autobiografico, in cui Lorenzo descrive la sua passione per il calcio e la sua giovane carriera interrotta da un brutto infortunio.
Sono tutti racconti brevi ma molto intensi, che mettono in luce emozioni forti e spesso rapidissime che solo lo sport riesce a dare, in un turbinio di lacrime e di gioia, di delusioni e di successi. E ogni brano è fatto in modo diverso: raccontato da un osservatore neutrale o in prima persona, da qualcuno che sta molto vicino al protagonista o dal protagonista stesso, con un finale drammatico o con un epilogo inaspettato quanto gioioso. Un libro veramente ben scritto che tiene incollato a sé il lettore dalla prima all’ultima pagina, come fosse un’emozionate corsa a tappe con 14 protagonisti diversi…
del nostro Fabio VitucciIgnazio è un giovane sardo spinto a Roma dall’amore per i cavalli e deriso da tutti per la sua statura e per la sua confidenza con quegli animali: diventerà un grande fantino. Patrizio invece è nato in Irlanda ma ha origini e sentimenti italiani e arriva quasi ad indossare la maglia della Nazionale di rugby, prima di immolarsi una sera per difendere un compagno di squadra e venire accoltellato. Thabo Mugamba è un ragazzo di colore che, operaio in una fabbrica, viene scelto per imparare a tirare di scherma e addirittura in un torneo sta per battere il figlio del padrone, prima di venire ingiustamente sconfitto e diventare così simbolo di un paesino e della lotta per l’uguaglianza. Sono solo alcuni dei protagonisti degli splendidi racconti di Teodoro Lorenzo, che prende e “celebra lo sport, inteso come luogo dell’anima, come meraviglioso crogiuolo nel cui fuoco eterno vive e si consuma in un istante, in una parossistica esaltazione, la gioia o il dolore”, come egli stesso dice nell’introduzione alla sua opera. E non poteva essere altrimenti, visto il grande amore dell’autore per lo sport, amore che emerge per esempio in uno dei quattordici racconti, l’unico autobiografico, in cui Lorenzo descrive la sua passione per il calcio e la sua giovane carriera interrotta da un brutto infortunio.
Sono tutti racconti brevi ma molto intensi, che mettono in luce emozioni forti e spesso rapidissime che solo lo sport riesce a dare, in un turbinio di lacrime e di gioia, di delusioni e di successi. E ogni brano è fatto in modo diverso: raccontato da un osservatore neutrale o in prima persona, da qualcuno che sta molto vicino al protagonista o dal protagonista stesso, con un finale drammatico o con un epilogo inaspettato quanto gioioso. Un libro veramente ben scritto che tiene incollato a sé il lettore dalla prima all’ultima pagina, come fosse un’emozionate corsa a tappe con 14 protagonisti diversi…
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