L’emissione di un mandato di arresto internazionale nei confronti di Muammar Gheddafi rischia di minare gli sforzi dell’Unione africana per una soluzione politica del conflitto: lo ha sostenuto il presidente sudafricano Jacob Zuma, esprimendo i timori di diverse capitali sub-sahariane.
Agenzia Misna - “Il presidente è molto deluso e preoccupato per la richiesta della Corte penale internazionale” ha detto a Pretoria il portavoce Zizi Kodwa. “È un peccato – ha aggiunto il responsabile – che sia stata adottata una decisione del genere dopo che l’Unione africana aveva fatto così tanto attraverso il suo comitato ad hoc: oggi ci sono indicazioni sull’impegno sia del governo libico di Gheddafi sia del Consiglio nazionale di transizione”. Al termine di un incontro dell’Unione africana che si era svolto domenica a Pretoria era stata annunciata la disponibilità di Gheddafi a non partecipare ai negoziati con i rivoltosi che da febbraio controllano diverse zone del paese, un fatto potenzialmente in grado di favorire l’avvio della trattativa.
L’emissione di mandati di arresto per presunti crimini contro l’umanità nei confronti del colonnello, di suo figlio Seif e del capo dei servizi segreti Abdallah al-Senussi è stata definita “illegittima” da Tripoli. “Tutte le attività della Corte penale internazionale sono dirette contro dirigenti africani” ha sottolineato ieri un portavoce, ricordando che il tribunale con sede all’Aja non ha avviato alcuna inchiesta per i reati commessi dalla Nato in Iraq, Afghanistan e “ora in Libia”.
Agenzia Misna - “Il presidente è molto deluso e preoccupato per la richiesta della Corte penale internazionale” ha detto a Pretoria il portavoce Zizi Kodwa. “È un peccato – ha aggiunto il responsabile – che sia stata adottata una decisione del genere dopo che l’Unione africana aveva fatto così tanto attraverso il suo comitato ad hoc: oggi ci sono indicazioni sull’impegno sia del governo libico di Gheddafi sia del Consiglio nazionale di transizione”. Al termine di un incontro dell’Unione africana che si era svolto domenica a Pretoria era stata annunciata la disponibilità di Gheddafi a non partecipare ai negoziati con i rivoltosi che da febbraio controllano diverse zone del paese, un fatto potenzialmente in grado di favorire l’avvio della trattativa.
L’emissione di mandati di arresto per presunti crimini contro l’umanità nei confronti del colonnello, di suo figlio Seif e del capo dei servizi segreti Abdallah al-Senussi è stata definita “illegittima” da Tripoli. “Tutte le attività della Corte penale internazionale sono dirette contro dirigenti africani” ha sottolineato ieri un portavoce, ricordando che il tribunale con sede all’Aja non ha avviato alcuna inchiesta per i reati commessi dalla Nato in Iraq, Afghanistan e “ora in Libia”.
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