giovedì, giugno 09, 2011
Il comune ordina alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano di interrompere la mensa per i senzatetto perché sconveniente all’immagine della città. La parrocchia si trova davanti agli uffici del sindaco. Ogni anno nella capitale muoiono di freddo almeno 200 barboni.

Mosca (AsiaNews) – Per 15 anni, due volte a settimana, la parrocchia russo-ortodossa dei Santi Cosma e Damiano a Shubin di Mosca, ha offerto cibo e assistenza ai senza tetto. Per 15 anni il mercoledì e il venerdì dai 300 ai 600 barboni erano sicuri di avere un pasto completo, medicine, vestiti e un po’ di calore, che nel lungo inverno russo diventa importante quanto il pane. Per 15 anni. Finché a maggio l’amministrazione del comune di Mosca non ha ordinato al parroco Alexandr Borisov di interrompere il servizio per motivi igienici.

La parrocchia si trova sulla celebre via Tverskaya, tempio di boutique di lusso, banche e sedi di rappresentanza di aziende internazionali; ma soprattutto è di fronte alla sede del Comune da dove pare che il sindaco Sergei Sobianin non gradisse la vista della coda di senzatetto in attesa del loro turno alla mensa e abbia così deciso di ordinarne l’interruzione.

Secondo padre Borisov, c’è stata anche pressione da parte di alcuni condomini dirimpettai alla chiesa, che da tempo lamentavano la presenza dei senzatetto. “Ci sono alcune persone – ha denunciato il parroco – che si dicono religiose, partecipano alle funzioni celebrate dal Patriarca, ma poi agiscono solo per distruggere e mai per costruire”.
La chiesa dei Santi Cosma e Damiano ha ricevuto la solidarietà del Patriarcato di Mosca che ha scritto all’amministrazione Sobyanin perché si adoperi a fornire una struttura alternativa a quella della parrocchia, dove poter continuare la mensa e le iniziative sociali. “Quella dell’assistenza ai senzatetto – continua il sacerdote – è proprio la sfera dove Stato e Chiesa possono collaborare meglio: il comune potrebbe fornire la struttura dove accogliere i barboni e noi metteremmo il personale e i volontari per svolgere il lavoro”. Si calcola che ogni anno siano 200 i barboni che muoiono per il freddo nella sola capitale.
Come per altre megalopoli, quello dei senzatetto a Mosca è un problema annoso, aggravato dall’indifferenza e dai pregiudizi di popolazione e autorità: online e per strada è frequente sentire persone preoccupate che lo Stato assicuri loro il “diritto di non essere sfiorate e infettate da barboni sui mezzi pubblici”. La polizia organizza una sorta di ronde in cui ogni giorno, secondo dati ufficiali, circa 200 senzatetto vengono raccolti e portati in centri d’accoglienza dove vengono lavati e curati, salvo poi essere rimandati da in strada.
In passato ci sono stati tentativi, sia a livello locale che federale, di reintrodurre nel codice penale il reato di ‘vagabondaggio’, tutti però falliti. Secondo stime del ministero degli Interni, la popolazione dei senzatetto a Mosca arriva fino a 100mila individui, di cui metà possiede un titolo di studio di scuola superiore. Proprio per questo gli esperti credono che sia possibile varare un programma di reinserimento di queste persone nella società. Anche se la volontà della classe politica pare, al momento, andare in un altro senso.

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