Le partite di calcio ed il tifo negli stadi spesso sono un toccasana per la psiche umana… più graditi e rilassanti della scuola!
del nostro collaboratore Gennaro Iasevoli
Tanti giovani abbandonano i corsi scolastici senza sbocchi e si ritrovano poi anche senza obiettivi, nell’ora in cui forse nemmeno i politici proiettano più nell’aria quelle attraenti offerte di posti di lavoro di un tempo, mentre i genitori dei giovani disoccupati si pongono più di un problema. Nel frattempo continua a delinearsi, nonostante i negativi fatti di cronaca e le vicende giudiziarie, la grandezza educativa e la funzione terapeutica offerte dallo sport nell’affratellamento e nell’incoraggiamento dei nostri giovani, “sopravvissuti” alla riduzione delle nascite ed alla vita senza studio, senza lavoro e senza promesse. Quantunque in questo periodo leggiamo che oscure vicende e questioni giudiziarie si intrecciano con la vita sportiva, trovo ancora buoni motivi psicologici per avere fiducia nei valori formativi dello sport e dell’educazione motoria quando si tratti di esercizi e pratiche sportive sane e rilassanti per la mente e per il corpo.
Si consideri che circa un terzo degli allievi abbandona la scuola prima del diploma e più della metà degli studenti abbandona le università italiane senza conseguire una laurea, pur avendo trascorso senza ottenere risultati spendibili quasi un terzo della vita tra i banchi. Tutti questi giovani non avranno certamente un giudizio positivo sulle loro esperienze scolastiche, e nemmeno sui politici, incapaci di risolvere alla svelta il problema della disoccupazione o di trovare urgenti soluzioni “alla fame che ormai si fa sentire”.
Ciò nonostante questi giovani hanno per fortuna ancora dalla loro parte la forza psichica dell’intelligenza che cresce anche durante la gioventù e quindi si aggregano intorno agli sport di squadra, principalmente intorno al gioco del calcio. Il tifo da stadio, in primo luogo, offre spunti psicologici di aggregazione, di discussione, di euforia e quindi soddisfazioni che salvano dai pensieri tristi e dal pericolo della depressione. Ho notato anche che i giovani, nella fase di abbandono della scuola e spesso anche della politica, ritrovano nei personaggi sportivi, più puri ed onesti, i loro nuovi maestri e i loro ideali di vita e di successo.
Quindi mi sento di dire che lo sport praticato ed altrettanto il tifo o lo spettacolo calcistico espresso in maniera sana e privo di compromessi e storture hanno svolto per anni una lodevole funzione sociale e riescono ancora oggi ad “offrire un’attrattiva partecipata”, che dà sostegno morale, spunti di riflessione psicologica e distensione a centinaia di migliaia di giovani oggi tagliati fuori dalla scuola e dal mondo del lavoro. Da parte loro anche i genitori, che da sempre hanno intuito i benefici dello sport, ben volentieri si sottopongono a piccoli e grandi sacrifici per favorire la partecipazione diretta ed indiretta dei figli agli eventi sportivi.
del nostro collaboratore Gennaro Iasevoli
Tanti giovani abbandonano i corsi scolastici senza sbocchi e si ritrovano poi anche senza obiettivi, nell’ora in cui forse nemmeno i politici proiettano più nell’aria quelle attraenti offerte di posti di lavoro di un tempo, mentre i genitori dei giovani disoccupati si pongono più di un problema. Nel frattempo continua a delinearsi, nonostante i negativi fatti di cronaca e le vicende giudiziarie, la grandezza educativa e la funzione terapeutica offerte dallo sport nell’affratellamento e nell’incoraggiamento dei nostri giovani, “sopravvissuti” alla riduzione delle nascite ed alla vita senza studio, senza lavoro e senza promesse. Quantunque in questo periodo leggiamo che oscure vicende e questioni giudiziarie si intrecciano con la vita sportiva, trovo ancora buoni motivi psicologici per avere fiducia nei valori formativi dello sport e dell’educazione motoria quando si tratti di esercizi e pratiche sportive sane e rilassanti per la mente e per il corpo.
Si consideri che circa un terzo degli allievi abbandona la scuola prima del diploma e più della metà degli studenti abbandona le università italiane senza conseguire una laurea, pur avendo trascorso senza ottenere risultati spendibili quasi un terzo della vita tra i banchi. Tutti questi giovani non avranno certamente un giudizio positivo sulle loro esperienze scolastiche, e nemmeno sui politici, incapaci di risolvere alla svelta il problema della disoccupazione o di trovare urgenti soluzioni “alla fame che ormai si fa sentire”.
Ciò nonostante questi giovani hanno per fortuna ancora dalla loro parte la forza psichica dell’intelligenza che cresce anche durante la gioventù e quindi si aggregano intorno agli sport di squadra, principalmente intorno al gioco del calcio. Il tifo da stadio, in primo luogo, offre spunti psicologici di aggregazione, di discussione, di euforia e quindi soddisfazioni che salvano dai pensieri tristi e dal pericolo della depressione. Ho notato anche che i giovani, nella fase di abbandono della scuola e spesso anche della politica, ritrovano nei personaggi sportivi, più puri ed onesti, i loro nuovi maestri e i loro ideali di vita e di successo.
Quindi mi sento di dire che lo sport praticato ed altrettanto il tifo o lo spettacolo calcistico espresso in maniera sana e privo di compromessi e storture hanno svolto per anni una lodevole funzione sociale e riescono ancora oggi ad “offrire un’attrattiva partecipata”, che dà sostegno morale, spunti di riflessione psicologica e distensione a centinaia di migliaia di giovani oggi tagliati fuori dalla scuola e dal mondo del lavoro. Da parte loro anche i genitori, che da sempre hanno intuito i benefici dello sport, ben volentieri si sottopongono a piccoli e grandi sacrifici per favorire la partecipazione diretta ed indiretta dei figli agli eventi sportivi.
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