mercoledì, giugno 29, 2011
di Federica Scorpo

Si delinea sempre di più il quadro dell’omicidio di Sara Scazzi e in settimana si chiuderanno le indagini. Mancava l’ultimo tassello: l’audizione dell’ex commessa del fioraio di Avetrana, Giovanni Buccoliero, che raccontò, per poi definirlo solo un sogno, di aver assistito al presunto sequestro della quindicenne e forse anche al suo strangolamento. La commessa, Vanessa Cerra, è stata interrogata lunedì e dalle prime indiscrezioni pare abbia confermato che di un sogno proprio non si trattava. Ai PM, durante l’audizione avvenuta a Moenchengladbach, in Germania (dove Cerra lavora da qualche tempo), la ragazza ha confermato dunque che il fioraio le raccontò l’episodio di quel 26 agosto come di un fatto veramente accaduto, e che quindi non si sarebbe trattato di un sogno. La ragazza ha spiegato di non aver detto nulla alla polizia per paura di perdere il lavoro. Se queste indiscrezioni fossero confermate, la posizione delle due donne Misseri, Sabrina e Cosima, già in carcere, si aggraverebbe anche del reato di sequestro di persona oltre che di omicidio e omissione di cadavere di cui sono già accusate. Inoltre, verrà confermata la loro assoluta responsabilità dell’omicidio di Sara.
Il racconto del fioraio era di certo troppo dettagliato per essere credibile come sogno, per questo gli inquirenti hanno insistito in questa direzione, credendo da subito che fosse invece la verità, almeno in parte. Hanno infatti ascoltato tutte le persone a cui l’uomo avrebbe potuto raccontare l’episodio, e adesso, grazie alla testimonianza di Vanessa Cerra, pare finalmente che la verità possa venire a galla.
Da La Gazzetta del Mezzogiorno riprendiamo il verbale dell’interrogatorio del fioraio, che racconta cosa è accaduto quel 26 agosto alla piccola Sara Scazzi: “Dopo aver finito il pranzo ho salutato mia moglie ed i bambini e sono andato via. Sono quindi sceso dalla scala che direttamente mi porta all’esterno dell’abitazione; potevano essere circa le 13,20. Sono entrato quindi nel mio furgone ed ho percorso diverse vie di Avetrana sino a raggiungere il luogo dove effettuare lo consegna commissionatami. Ricordo di avere percorso via Verdi. Ricordo di avere quindi svoltato in via Umberto I. Nella circostanza, al momento della svolta, ovviamente ho dovuto rallentare all’incrocio con via Umberto I, quasi a passo d'uomo. In quel momento in via Umberto I, a circa 3-4 metri dall'incrocio, ho visto l'autovettura "Opel Astra station wagon", di colore azzurro-grigio, vicino alla quale si trovava Cosima Serrano, che si rivolgeva alla nipote Sarah Scazzi, dicendole con tono minaccioso: "mo' ha 'nchiana' intra la macchina", facendo al suo indirizzo un gesto altrettanto perentorio con il braccio e con l'indice della mano rivolto all'indirizzo di Sarah. Ricordo che Sarah, che conoscevo di vista, era molto turbata e con la testa chinata. Ricordo anche non solo che Cosima era all'esterno dell'auto, che intimava a Sarah quello che ho già detto, ma anche che lo sportello posteriore destro dell'auto di Cosima Serrano era aperto. La macchina era quella di Cosima Serrano perché la conoscevo. Voglio precisare che ho notato che nella parte posteriore dell’'auto vi era verosimilmente il copri-vano bagagli leggermente sollevato. Preciso, altresì, di avere notato all’interno dell'auto di Cosima, nella parte posteriore una sagoma che si abbassava. Posso dire che la sagoma che ho notato apparteneva a una persona di sesso femminile e di robusta costituzione. Dico di sesso femminile perché ho notato i capelli che erano più lunghi di quelli che porta un uomo e soprattutto erano legati e raccolti all'indietro e di colore scuro. Mentre superavo lo macchina di Cosima ho notato che Cosima era ancora all'esterno dell’autovettura e Sarah che invece stava entrando dentro attraverso lo sportello posteriore destro”. Secondo le ultime notizie potrebbe essere andata proprio così, scena raccapricciante ma reale…

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

penso che se le due donne hanno agito insieme come sembrerebbe delinearsi e con questa meccanica, Sara "rincorsa" e carica sulla macchina, il movente della gelosia sia davvero debole piuttosto penso che uno scomodo e grave segreto di famiglia di cui Sara faceva parte o era venuta a conoscenza non dovesse trapelare, magari perchè avrebbe fatto rischiare la carcerazione a qualche componente oltre che rovinare per sempre la reputazione dei Misseri, allora è scattato il piano omicida di "difesa" famigliare. Gli inquirenti si dovrebbe concentrare sulla ricerca di un muovente più solido e condivisibile da più membri della famiglia la feccenda della gelosia era qualcosa di Sabrina. Oltretutto se è vero che quella mattina Cosima non era al lavoro come dichiara il cassiere della banca ed ha versato o ritirato, il particolare mi sfugge, una certa cifra in banca forse sarebbe interessante sapere perchè ha fatto questa azione proprio quella mattina prima del sequestro e delitto della nipote.

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