La denuncia di un testimone oculare: "Vera e propria carneficina". Almeno 50mila scesi in piazza contro Bashar al-Assad.
PeaceReporter - 67 persone sono rimaste uccise dal fuoco delle forze di sicurezza siriane che hanno sparato sulla folla di manifestanti riunitasi oggi ad Hama, cittadina a nord di Damasco. Ci sarebbero anche numerosi feriti tutti trasportati presso l'iospedale di Hawrani, attorno al quale giovani siriani hanno creato un cordone umano per impedire l'assalto da parte della polizia.
Secondo l'Osservatorio per i diritti umani sono scese in piazza circa 50mila persone per protestare contro il regime di Bashar al-Assad in un nuovo venerdì di rabbia. Un cittadino di 65 anni, citato dall'agenzia Ansa come testimone oculare, ha parlato di "vera e propria carneficina", con le forze di sicurezza che hanno iniziato a sparare contro i manifestanti "con mitragliatori pesanti e kalashnikov". "Siamo scappati e ci siamo rifugiati nei vicoli e nelle case, non abbiamo visto da dove giungeva il fuoco", ha aggiunto l'uomo, che ha preferito mantenere l'anonimato per timore della repressione del regime.
PeaceReporter - 67 persone sono rimaste uccise dal fuoco delle forze di sicurezza siriane che hanno sparato sulla folla di manifestanti riunitasi oggi ad Hama, cittadina a nord di Damasco. Ci sarebbero anche numerosi feriti tutti trasportati presso l'iospedale di Hawrani, attorno al quale giovani siriani hanno creato un cordone umano per impedire l'assalto da parte della polizia.
Secondo l'Osservatorio per i diritti umani sono scese in piazza circa 50mila persone per protestare contro il regime di Bashar al-Assad in un nuovo venerdì di rabbia. Un cittadino di 65 anni, citato dall'agenzia Ansa come testimone oculare, ha parlato di "vera e propria carneficina", con le forze di sicurezza che hanno iniziato a sparare contro i manifestanti "con mitragliatori pesanti e kalashnikov". "Siamo scappati e ci siamo rifugiati nei vicoli e nelle case, non abbiamo visto da dove giungeva il fuoco", ha aggiunto l'uomo, che ha preferito mantenere l'anonimato per timore della repressione del regime.
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