“Avremo parole di verità. Non resteremo in silenzio! Saremo coerenti nelle nostre azioni, nelle nostre parole, nei nostri atteggiamenti, nei nostri pensieri e nel nostro impegno. Non importa quale sia il prezzo, non importa quanto lungo sia il viaggio, non importa quanto siano forti le voci di morte che vorrebbero mettere a tacere la Verità, che è la Luce del mondo”.
Radio Vaticana - Hanno recitato tutti insieme questa preghiera, dal titolo “Impegno per la Vita”, i 500 giovani che ieri hanno preso parte a un evento organizzato a New York, nella sede delle Nazioni Unite, organizzata dalla Missione Permanente della Santa sede presso l’Onu, dal Parlamento universale dei giovani e dall’associazione internazionale Gioventù Identes. I ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 30 anni, si sono confrontati sull’attualità e sul tema della necessità di proteggere e promuovere la vita umana in ogni sua fase. Nel corso della giornata, che ha riscosso un enorme successo di pubblico, con 13 scuole superiori e 20 università rappresentate (tra cui il Seminario maggiore di New York), oltre a un gruppo di studenti della scuola di medicina Kaplan, sono stati annunciati i vincitori del prestigioso premio “Fernando Rielo per la gioventù”. Il tema del premio era la difesa della vita nella linea dell’insegnamento dell’Evangelium Vitae, e il ruolo che i giovani possono assumere come fari di cultura e di speranza in un mondo minacciato dalla cultura della morte. I premiati avranno la possibilità di partecipare, spesati, alla Gmg di Madrid ad agosto: l’evento, in effetti, si inseriva nell’ambito della preparazione alla riunione dell’Onu sui giovani e alla Giornata Mondiale della Gioventù. Delle battaglie della Santa Sede in difesa della vita ha parlato nel suo intervento l’arcivescovo Francis Assisi Chullikatt, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mentre è stato letto un messaggio del presidente dell’Istituto di vita consacrata di Cristo Redentore Missionarie e Missionari Identes, padre Jesus Fernandez: “La follia di un pensiero laico che invece di promuovere la cooperazione e la condivisione dei beni per ridurre la povertà – ha scritto – al contrario esalta la cultura della morte non è più accettabile”. L’evento si è concluso con il concerto del cantante portoricano Josè Feliciano.
Radio Vaticana - Hanno recitato tutti insieme questa preghiera, dal titolo “Impegno per la Vita”, i 500 giovani che ieri hanno preso parte a un evento organizzato a New York, nella sede delle Nazioni Unite, organizzata dalla Missione Permanente della Santa sede presso l’Onu, dal Parlamento universale dei giovani e dall’associazione internazionale Gioventù Identes. I ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 30 anni, si sono confrontati sull’attualità e sul tema della necessità di proteggere e promuovere la vita umana in ogni sua fase. Nel corso della giornata, che ha riscosso un enorme successo di pubblico, con 13 scuole superiori e 20 università rappresentate (tra cui il Seminario maggiore di New York), oltre a un gruppo di studenti della scuola di medicina Kaplan, sono stati annunciati i vincitori del prestigioso premio “Fernando Rielo per la gioventù”. Il tema del premio era la difesa della vita nella linea dell’insegnamento dell’Evangelium Vitae, e il ruolo che i giovani possono assumere come fari di cultura e di speranza in un mondo minacciato dalla cultura della morte. I premiati avranno la possibilità di partecipare, spesati, alla Gmg di Madrid ad agosto: l’evento, in effetti, si inseriva nell’ambito della preparazione alla riunione dell’Onu sui giovani e alla Giornata Mondiale della Gioventù. Delle battaglie della Santa Sede in difesa della vita ha parlato nel suo intervento l’arcivescovo Francis Assisi Chullikatt, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mentre è stato letto un messaggio del presidente dell’Istituto di vita consacrata di Cristo Redentore Missionarie e Missionari Identes, padre Jesus Fernandez: “La follia di un pensiero laico che invece di promuovere la cooperazione e la condivisione dei beni per ridurre la povertà – ha scritto – al contrario esalta la cultura della morte non è più accettabile”. L’evento si è concluso con il concerto del cantante portoricano Josè Feliciano.
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