mercoledì, luglio 20, 2011
Una visione dell’attuale situazione della Chiesa in Ucraina con alcune dichiarazioni di monsignor Mieczysław Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli e presidente della Conferenza episcopale locale

La Chiesa cattolica in Ucraina: una Chiesa giovane, molto attiva, ma con forte bisogno di aiuto. ACS ne ha parlato con monsignor Mieczysław Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli e presidente della Conferenza episcopale locale. «La comunità cattolica del nostro Paese vive oggi una nuova primavera – racconta il presule che dal 1996 fu segretario personale di Giovanni Paolo II – anche grazie al sostegno che riceviamo da ACS. Senza la solidarietà dei suoi benefattori, la buona volontà e il loro buon cuore, non avremmo potuto e non potremmo farcela. Loro sono per noi una fonte inestimabile di speranza, grazie alla quale la nostra Chiesa potrà fiorire di nuovo».

Aiuto alla Chiesa che Soffre è, fin dagli anni del regime sovietico, una grande sostenitrice di questa Chiesa, per la quale nel 2010 ha realizzato progetti per oltre 4,5 milioni di euro. Da segnalare i numerosi interventi di ricostruzione e restauro, tra cui anche quello della curia di Leopoli, oltre a quelli per la formazione dei seminaristi e dei ragazzi con la stampa del catechismo intitolato «Христос наша Пасха» (Cristo nostra Pasqua). Sono passati circa 20 anni da quando papa Wojtyla, nel 1991, rinnovò la struttura della Chiesa latina che conta oggi 7 diocesi, 13 vescovi, 3 seminari e circa 800 parrocchie. «La nostra comunità – racconta monsignor Mokrzycki – sta vivendo la sua rinascita dopo i difficili anni di comunismo che hanno minato la fede e la morale della popolazione, anni in cui chiese ed edifici religiosi sono stati distrutti e i sacerdoti uccisi o esiliati».

Molto attiva la pastorale, in particolar modo quella giovanile, ma anche la carceraria e ospedaliera. Ogni anno vengono organizzati ritiri spirituali e campi estivi per ragazzi e «i frutti di questa nostra rifioritura già si vedono – afferma il presule – anche se c’è ancora molto da far. Soprattutto abbiamo bisogno di strutture, di nuove chiese e di locali per la catechesi». Uno dei problemi più gravi da affrontare è quello della restituzione delle proprietà confiscate durante il regime comunista, fortemente rallentata da lungaggini burocratiche. «La gran parte di queste proprietà è ancora occupata – sottolinea l’arcivescovo di Leopoli – e come se ciò non bastasse il Governo ha dato ai greco-cattolici molti edifici appartenenti alla Chiesa latina». La problematica riguarda anche edifici “importanti” come il seminario teologico di Leopoli, di cui – peraltro, soltanto nel 2009 – è stata restituita esclusivamente la cappella. «Finalmente siamo poi rientrati in possesso della curia vescovile – aggiunge il presule – ma la nostra comunità ha bisogno almeno di altre due-tre chiese». A tal proposito, monsignor Mokrzycki racconta di essersi rivolto dapprima all’ex-Primo Ministro Julija Tymošenko, ora al nuovo arcivescovo maggiore dei greco-cattolici di Kyiv-Halyè, monsignor Sviatoslav Schevchuk, chiedendo la restituzione di alcune proprietà.

Nonostante le difficoltà, la Chiesa latina nel Paese gode di una grande partecipazione dei fedeli e di un numero importante di vocazioni. «Abbiamo la fortuna di avere molte congregazioni – nota l’arcivescovo – che con il loro carisma arricchiscono la nostra comunità, offrendo la possibilità di scegliere il proprio cammino di spiritualità».

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

SALVE, LA SITUAZIONE E' GRAVE E URGENTE- MA L'INFORMAZIONE E' DEBOLE. HO NOTATO CHE SIAMO POCHE E TANTE LE PERSONE SENSIBILIZZATE DAL PROBLEMA DEI NOSTRI FRATELLI CHE SI TROVANO PER VARI MOTIVI NELLE CARCERI.......PERCHè L'INFORMAZIONE ANCHE CATTOLICA è ANCORA DEBOLE VERSO QUESTO GRANDE PROBLEMA ANCHE DI CARITA' CRISTIANA? SI PROPONE UN'AMNISTIA CHIESTA DAL PARTITO RADICALE. GRAZIE . GRAZIA

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