La Direzione generale del Consiglio degli affari di Stato (il governo cinese) e la Direzione generale del Comitato Centrale del Partito comunista cinese (Pcc) hanno pubblicato ieri un nuovo regolamento anti-corruzione «Per dissuadere i responsabili a livello di villaggio dal farsi corrompere ed abusare del loro potere».
GreenReport - In un comunicato congiunto, i due più potenti organismi della Repubblica popolare cinese spiegano che «Il regolamento è destinato a rafforzare le relazioni tra i responsabili dei villaggi e gli abitanti dei villaggi. Un lavoro integrato dei responsabili dei villaggi deve essere alla base della promozione della democrazia, della protezione degli interessi degli agricoltori e della promozione della stabilità rurale».
Regine e Pcc sono molto preoccupati per le continue rivolte nella Cina rurale contro i soprusi dei famelici e corrotti quadri locali del Partito comunista e cercano di mettere sotto controllo una situazione che raramente finisce sulla stampa internazionale ma che ormai troppo spesso filtra sui giornali locali. Non sono servite nemmeno le periodiche condanne a morte per corruzione esibite in televisione e sui giornali come feroce esempio e allora il regolamento approvato «Vieta ai responsabili dei villaggi di appropriarsi dei beni collettivi, come la terra e le risorse naturali, di manipolare le elezioni di villaggio e di sostenere delle organizzazioni criminali». Più che nella Cina "socialista" che celebra i 90 anni della fondazione dell'egemone e governante Partito comunista sembra di essere nella Chicago di Al Capone o in qualche provincia italiana ad alta intensità mafiosa.
Il governo cinese avverte che «I guadagni illegali dei funzionari corrotti saranno confiscati o recuperati e che essi saranno perseguiti davanti alla giustizia» e anche che «Questo regolamento servirà a misurare la performance dei responsabili di villaggio ed a decidere della loro promozione».
Che la questione sia più che scottante lo evidenzia il fatto che il presidente cinese Hu Jintao, che è anche segretario generale del Comitato Centrale del Pcc, aveva annunciato il giro di vite anti-corruzione nel suo discorso del primo luglio per le solenni celebrazioni del novantesimo anniversario del Pcc: «Il Partito comunista cinese intensificherà i suoi sforzi per lottare contro la corruzione, il che è cruciale per il suo prestigio tra la popolazione e per la sua sopravvivenza. Se la corruzione non è punita efficacemente, il Partito perderà la fiducia ed il sostegno che il popolo gli accorda. Il Partito è totalmente cosciente della gravità e del pericolo della corruzione. Il Partito tutto intero deve sempre restare vigilante e pienamente cosciente che la lotta contro la corruzione è una battaglia di lunga durata, complessa e difficile, e dare una maggiore priorità alla lotta contro la corruzione ed al mantenimento dell'integrità».
Più facile a dirsi che a farsi, visto che i quadri locali del Pcc spesso sono corrotti da imprenditori molto vicini alle alte sfere del Partito e magari dai "principini", i figli dei dirigenti nazionali comunisti che si sono lanciati anima e corpo nella speculazione edilizia e che sfoggiano stili di vita inarrivabili e favolosi per un capo del Pcc di un villaggio rurale.
Ma Hu Jintao richiama ai principio di un marxismo-leninismo-maoismo che ormai è solo la consunta facciata dell'ipercapitalismo di Stato cinese: «I quadri dirigenti a tutti i livelli devono avere sempre la coscienza che i poteri dei quali disponiamo sono conferiti dal popolo e che possono essere utilizzati solo nell'interesse di quest'ultimo. E' assolutamente vietato trasformare questi poteri u in strumenti atti a procurare degli interessi particolari ad un individuo o ad un piccolo gruppo di persone. Il Pcc è davanti ad un gran numero di nuovi problemi, evoluzioni e sfide. Deve far fronte a pericoli crescenti che sono l'incapacità di governare, l'incompetenza, la rottura con le masse popolari, la mancanza di iniziative e la corruzione. Oggi è diventato più importante e più urgenti per il Partito controllare le sue organizzazioni ed imporre una stretta disciplina ai suoi membri».
L'avanguardia del proletariato, il partito dei contadini e degli operai, sembra aver perso la spinta propulsiva ed essersi arenata nella corruzione, forse ha preso troppo sul serio "l'arricchitevi" del nuovo corso avviato da Deng Xiaoping, scordandosi la lunga marcia e la rivoluzione proletaria per le più comode e gratificanti mazzette "borghesi" in yuan e dollari sonanti.
GreenReport - In un comunicato congiunto, i due più potenti organismi della Repubblica popolare cinese spiegano che «Il regolamento è destinato a rafforzare le relazioni tra i responsabili dei villaggi e gli abitanti dei villaggi. Un lavoro integrato dei responsabili dei villaggi deve essere alla base della promozione della democrazia, della protezione degli interessi degli agricoltori e della promozione della stabilità rurale».
Regine e Pcc sono molto preoccupati per le continue rivolte nella Cina rurale contro i soprusi dei famelici e corrotti quadri locali del Partito comunista e cercano di mettere sotto controllo una situazione che raramente finisce sulla stampa internazionale ma che ormai troppo spesso filtra sui giornali locali. Non sono servite nemmeno le periodiche condanne a morte per corruzione esibite in televisione e sui giornali come feroce esempio e allora il regolamento approvato «Vieta ai responsabili dei villaggi di appropriarsi dei beni collettivi, come la terra e le risorse naturali, di manipolare le elezioni di villaggio e di sostenere delle organizzazioni criminali». Più che nella Cina "socialista" che celebra i 90 anni della fondazione dell'egemone e governante Partito comunista sembra di essere nella Chicago di Al Capone o in qualche provincia italiana ad alta intensità mafiosa.
Il governo cinese avverte che «I guadagni illegali dei funzionari corrotti saranno confiscati o recuperati e che essi saranno perseguiti davanti alla giustizia» e anche che «Questo regolamento servirà a misurare la performance dei responsabili di villaggio ed a decidere della loro promozione».
Che la questione sia più che scottante lo evidenzia il fatto che il presidente cinese Hu Jintao, che è anche segretario generale del Comitato Centrale del Pcc, aveva annunciato il giro di vite anti-corruzione nel suo discorso del primo luglio per le solenni celebrazioni del novantesimo anniversario del Pcc: «Il Partito comunista cinese intensificherà i suoi sforzi per lottare contro la corruzione, il che è cruciale per il suo prestigio tra la popolazione e per la sua sopravvivenza. Se la corruzione non è punita efficacemente, il Partito perderà la fiducia ed il sostegno che il popolo gli accorda. Il Partito è totalmente cosciente della gravità e del pericolo della corruzione. Il Partito tutto intero deve sempre restare vigilante e pienamente cosciente che la lotta contro la corruzione è una battaglia di lunga durata, complessa e difficile, e dare una maggiore priorità alla lotta contro la corruzione ed al mantenimento dell'integrità».
Più facile a dirsi che a farsi, visto che i quadri locali del Pcc spesso sono corrotti da imprenditori molto vicini alle alte sfere del Partito e magari dai "principini", i figli dei dirigenti nazionali comunisti che si sono lanciati anima e corpo nella speculazione edilizia e che sfoggiano stili di vita inarrivabili e favolosi per un capo del Pcc di un villaggio rurale.
Ma Hu Jintao richiama ai principio di un marxismo-leninismo-maoismo che ormai è solo la consunta facciata dell'ipercapitalismo di Stato cinese: «I quadri dirigenti a tutti i livelli devono avere sempre la coscienza che i poteri dei quali disponiamo sono conferiti dal popolo e che possono essere utilizzati solo nell'interesse di quest'ultimo. E' assolutamente vietato trasformare questi poteri u in strumenti atti a procurare degli interessi particolari ad un individuo o ad un piccolo gruppo di persone. Il Pcc è davanti ad un gran numero di nuovi problemi, evoluzioni e sfide. Deve far fronte a pericoli crescenti che sono l'incapacità di governare, l'incompetenza, la rottura con le masse popolari, la mancanza di iniziative e la corruzione. Oggi è diventato più importante e più urgenti per il Partito controllare le sue organizzazioni ed imporre una stretta disciplina ai suoi membri».
L'avanguardia del proletariato, il partito dei contadini e degli operai, sembra aver perso la spinta propulsiva ed essersi arenata nella corruzione, forse ha preso troppo sul serio "l'arricchitevi" del nuovo corso avviato da Deng Xiaoping, scordandosi la lunga marcia e la rivoluzione proletaria per le più comode e gratificanti mazzette "borghesi" in yuan e dollari sonanti.
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