Continua l'appuntamento serale con Silvio Foini e il teatrino della politica italiana
La Lombardia è una delle regioni italiane più ricche di fiumi e affluenti, come si studia a scuola in geografia sin dalla più tenera età. C’è il maestoso Po, padre del territorio lumbard, che con il suo delta non ha nulla da invidiare al vecchio Nilo intriso di storia, dato che a sua volta se ne porta appresso da vendere. Naturalmente sono svariate le qualità ittiche che nuotano nelle sue azzurre acque, a partire dalle auguste sorgenti per giungere all’adriatica sponda: lucci d’argento, tinche, alborelle, cavedani eleganti, giganteschi siluri giunti non si sa come dalla ex grande madre Russia ma... soprattutto Trote! Iridee, salmonate, prede ambite dai pescatori. Alla famiglia ittica della specie ultimamente si è aggiunto un bell’esemplare dalla ricciuta chioma, con lo sguardo quasi sorpreso di trovarsi a nuotare nelle sacre acque circondato dalle premurose attenzioni di un assessore lombardo allo sport dal nome accattivante: Monica della Valcamonica. Come tutti sappiamo la pesca è annoverata fra gli sport e protegge alcune specie di pesci. Non tutte le trote hanno una discendenza politicamente blasonata, quindi l’ultimo esemplare arrivato è giocoforza protetto in tutti i modi dalle esche che pescatori feroci gli fanno brillare davanti. Con qualsiasi mezzo, anche con le arti magiche!
L’agguerrito assessore allo sport dunque ricorre ad una persona che si dice accreditata da super poteri, sua amica da tempo e che volentieri prende sotto le proprie ali protettive la Trota Lorenzo. Una sensitiva che la Monica assessora si affretta a far entrare al Pirellone con l’incarico, ovviamente molto ben retribuito, di addetta alla rassegna stampa. Maga Adriana Sossi, questo il suo nome e cognome, su indicazioni dell’amica non solo faceva le carte e prevedeva e stravedeva ma gettava il malocchio su quanti si frapponevano alla meta cui era destinata, per padano volere superiore, la Trota bossiana. Fu così che ad alcuni pretendenti accaddero intoppi e accidenti vari. Partono dossier contro i malcapitati concorrenti fatti fuori a base di corna e ammennicoli vari e così la magica trotella taglia per primo il traguardo: il Pirellone è suo! Potenza della magia! Poi si dice di non crederci!
E la leggendaria base? Domenica sera a Brescia, festa della Lega, si è visto uno striscione che invitava a tornarsene a casa non solo i clandestini ma anche le varie maghe di Orion! Meditate gente, meditate!
La Lombardia è una delle regioni italiane più ricche di fiumi e affluenti, come si studia a scuola in geografia sin dalla più tenera età. C’è il maestoso Po, padre del territorio lumbard, che con il suo delta non ha nulla da invidiare al vecchio Nilo intriso di storia, dato che a sua volta se ne porta appresso da vendere. Naturalmente sono svariate le qualità ittiche che nuotano nelle sue azzurre acque, a partire dalle auguste sorgenti per giungere all’adriatica sponda: lucci d’argento, tinche, alborelle, cavedani eleganti, giganteschi siluri giunti non si sa come dalla ex grande madre Russia ma... soprattutto Trote! Iridee, salmonate, prede ambite dai pescatori. Alla famiglia ittica della specie ultimamente si è aggiunto un bell’esemplare dalla ricciuta chioma, con lo sguardo quasi sorpreso di trovarsi a nuotare nelle sacre acque circondato dalle premurose attenzioni di un assessore lombardo allo sport dal nome accattivante: Monica della Valcamonica. Come tutti sappiamo la pesca è annoverata fra gli sport e protegge alcune specie di pesci. Non tutte le trote hanno una discendenza politicamente blasonata, quindi l’ultimo esemplare arrivato è giocoforza protetto in tutti i modi dalle esche che pescatori feroci gli fanno brillare davanti. Con qualsiasi mezzo, anche con le arti magiche!
L’agguerrito assessore allo sport dunque ricorre ad una persona che si dice accreditata da super poteri, sua amica da tempo e che volentieri prende sotto le proprie ali protettive la Trota Lorenzo. Una sensitiva che la Monica assessora si affretta a far entrare al Pirellone con l’incarico, ovviamente molto ben retribuito, di addetta alla rassegna stampa. Maga Adriana Sossi, questo il suo nome e cognome, su indicazioni dell’amica non solo faceva le carte e prevedeva e stravedeva ma gettava il malocchio su quanti si frapponevano alla meta cui era destinata, per padano volere superiore, la Trota bossiana. Fu così che ad alcuni pretendenti accaddero intoppi e accidenti vari. Partono dossier contro i malcapitati concorrenti fatti fuori a base di corna e ammennicoli vari e così la magica trotella taglia per primo il traguardo: il Pirellone è suo! Potenza della magia! Poi si dice di non crederci!
E la leggendaria base? Domenica sera a Brescia, festa della Lega, si è visto uno striscione che invitava a tornarsene a casa non solo i clandestini ma anche le varie maghe di Orion! Meditate gente, meditate!
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