Dodici milioni di persone hanno bisogno di aiuti urgenti in tutto il Corno d'Africa colpito dalla carestia. Nella sola Somalia sono a rischio oltre 3 milioni e mezzo di persone.
Radio Vaticana - Per questo la Fao, l'agenzia Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, ha ospitato oggi a Roma un’importante riunione ministeriale, che ha visto la presenza dei 121 Paesi membri della Fao e di numerose Ong. Durante l’evento il ministro dell'Agricoltura francese, Bruno Le Maire, promotore dell’iniziativa, ha inoltre annunciato una Conferenza dei donatori ''tra due giorni a Nairobi''. C’era per noi Salvatore Sabatino: ascolta
“La catastrofica siccità nel Corno d'Africa richiede un'azione massiccia e urgente”. E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da Jacques Diouf, direttore generale della Fao, che ha disegnato soprattutto per la Somalia uno scenario a tinte fosche, rilanciando la richiesta per 1,6 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi. Una cifra enorme, certo, così come enorme è il numero di persone colpite da questa tragedia: ben 12 milioni, sparsi su una vasta area che va dal nord del Kenya, al sud dell'Etiopia, a Gibuti, fino ad una regione dell’Uganda e a buona parte della Somalia.
E’ qui che si registra la situazione peggiore, come sottolinea il ministro francese all’Agricoltura, Bruno Le Maire, promotore dell’incontro, che durante il suo intervento non ha risparmiato certo critiche alla comunità internazionale, accusata di non essere riuscita ad "assicurare la sicurezza alimentare" nel mondo. "Se non prendiamo le misure necessarie, la carestia sarà lo scandalo di questo secolo" – ha tuonato il rappresentante dell’Eliseo. Ed i primi atti concreti per risolvere la crisi sono giunti proprio da Parigi, che ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro. Da parte sua, la Banca Mondiale ha stanziato 500 milioni di dollari; somma che servirà a finanziare progetti di lungo termine a favore degli agricoltori, anche se una parte - oltre 8 milioni di euro - andranno per l'assistenza immediata alle popolazioni maggiormente colpite dalla crisi e dalla carestia.
Di disperazione tra la popolazione somala ha, infine, parlato il vicepremier somalo, Mohamed Ibrahim, che ha chiesto alla comunità internazionale “un intervento urgente, anche per aprire corridoi umanitari per il trasporto di aiuti alimentari”. Appello accolto immediatamente dal Pam, il Programma Alimentare Mondiale; la direttrice Josette Sheeran proprio dalla riunione romana ha annunciato l’inizio del ponte aereo per Mogadiscio già domani. L’importante, dicono in molti, è che si sfrutti bene quest’occasione, affinché si trasformi in un primo passo verso quello sviluppo concreto di cui si parla da anni. Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di ActionAid Italia: R. – La risposta di natura immediata all’emergenza è sicuramente fondamentale: non possiamo perdere l’opportunità, perché dobbiamo costruire le premesse affinché queste crisi siano sempre meno frequenti.
D. – Questa è una crisi che coinvolge davvero milioni di persone. Perché, secondo lei, se ne parla così poco a livello internazionale?
R. – La crisi è ancora in fase evolutiva. La parte più conclamata di questo fenomeno avviene in una regione molto complicata: in alcune regioni del Sud della Somalia. Altri Paesi sono in sofferenza - Etiopia e Kenya - e per fortuna, sono in una situazione difficile, ma ancora controllabile. Quindi, questo probabilmente è il momento buono e necessario per intervenire. Indubbiamente poi tutti i fenomeni politici che coinvolgono e caratterizzano queste regioni hanno un loro impatto, perché ovviamente si tratta di trovare qualche accordo anche con quelle componenti politiche più difficili che in Somalia stanno svolgendo un ruolo, in questo momento. (ap)
Radio Vaticana - Per questo la Fao, l'agenzia Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, ha ospitato oggi a Roma un’importante riunione ministeriale, che ha visto la presenza dei 121 Paesi membri della Fao e di numerose Ong. Durante l’evento il ministro dell'Agricoltura francese, Bruno Le Maire, promotore dell’iniziativa, ha inoltre annunciato una Conferenza dei donatori ''tra due giorni a Nairobi''. C’era per noi Salvatore Sabatino: ascolta
“La catastrofica siccità nel Corno d'Africa richiede un'azione massiccia e urgente”. E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da Jacques Diouf, direttore generale della Fao, che ha disegnato soprattutto per la Somalia uno scenario a tinte fosche, rilanciando la richiesta per 1,6 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi. Una cifra enorme, certo, così come enorme è il numero di persone colpite da questa tragedia: ben 12 milioni, sparsi su una vasta area che va dal nord del Kenya, al sud dell'Etiopia, a Gibuti, fino ad una regione dell’Uganda e a buona parte della Somalia.
E’ qui che si registra la situazione peggiore, come sottolinea il ministro francese all’Agricoltura, Bruno Le Maire, promotore dell’incontro, che durante il suo intervento non ha risparmiato certo critiche alla comunità internazionale, accusata di non essere riuscita ad "assicurare la sicurezza alimentare" nel mondo. "Se non prendiamo le misure necessarie, la carestia sarà lo scandalo di questo secolo" – ha tuonato il rappresentante dell’Eliseo. Ed i primi atti concreti per risolvere la crisi sono giunti proprio da Parigi, che ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro. Da parte sua, la Banca Mondiale ha stanziato 500 milioni di dollari; somma che servirà a finanziare progetti di lungo termine a favore degli agricoltori, anche se una parte - oltre 8 milioni di euro - andranno per l'assistenza immediata alle popolazioni maggiormente colpite dalla crisi e dalla carestia.
Di disperazione tra la popolazione somala ha, infine, parlato il vicepremier somalo, Mohamed Ibrahim, che ha chiesto alla comunità internazionale “un intervento urgente, anche per aprire corridoi umanitari per il trasporto di aiuti alimentari”. Appello accolto immediatamente dal Pam, il Programma Alimentare Mondiale; la direttrice Josette Sheeran proprio dalla riunione romana ha annunciato l’inizio del ponte aereo per Mogadiscio già domani. L’importante, dicono in molti, è che si sfrutti bene quest’occasione, affinché si trasformi in un primo passo verso quello sviluppo concreto di cui si parla da anni. Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di ActionAid Italia: R. – La risposta di natura immediata all’emergenza è sicuramente fondamentale: non possiamo perdere l’opportunità, perché dobbiamo costruire le premesse affinché queste crisi siano sempre meno frequenti.
D. – Questa è una crisi che coinvolge davvero milioni di persone. Perché, secondo lei, se ne parla così poco a livello internazionale?
R. – La crisi è ancora in fase evolutiva. La parte più conclamata di questo fenomeno avviene in una regione molto complicata: in alcune regioni del Sud della Somalia. Altri Paesi sono in sofferenza - Etiopia e Kenya - e per fortuna, sono in una situazione difficile, ma ancora controllabile. Quindi, questo probabilmente è il momento buono e necessario per intervenire. Indubbiamente poi tutti i fenomeni politici che coinvolgono e caratterizzano queste regioni hanno un loro impatto, perché ovviamente si tratta di trovare qualche accordo anche con quelle componenti politiche più difficili che in Somalia stanno svolgendo un ruolo, in questo momento. (ap)
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