lunedì, luglio 11, 2011
Decine di anni per la dismissione/demolizione. Situazione del carburante nucleare (forse) sotto controllo tra 10 anni.

di Umberto Mazzantini

GreenReport - Sono passati 4 mesi dal terremoto/tsunami che ha innescato la tragedia nucleare di Fukushima Daiichi, il Giappone trema ancora per un fortissimo sisma e l'allarme tsunami risuona sulle sue coste, 11.000 persone non hanno ancora casa o non possono rientrare nelle loro abitazioni nella zona di esclusione intorno alla centrale nucleare. I tempi della ricostruzione in quello che ci era stato presentato come l'efficientissimo Paese del nucleare supersicuro sono lenti (ma farebbero invidia agli abitanti de L'Aquila) : secondo il ministero dell'ambiente giapponese la prefettura di Iwate, una delle più colpite dallo tsunami ha smaltito «solo» il 52% delle macerie delle case distrutte verso i siti di stoccaggio provvisori, la prefettura di Miyagi il 30% e quella di Fukushima il 27%, ma qui lo spostamento delle macerie deve fare i conti con quelle contaminate dalla radioattività all'interno.

La notizia peggiore è comunque arrivata ieri, quando il governo ha presentato la sua roadmap per lo smantellamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, rivelando che la rimozione delle barre di combustibile nucleare fuse potrà iniziare (forse) tra 10 anni.

Il network radio-televisivo Nhk ha ottenuto la roadmap a medio e lungo termine presentata durante una riunione avvenuta la settimana scorsa tra Tokyo Electric Power Company (Tepco), alti funzionari governativi incaricati della sicurezza nucleare e le multinazionali giapponesi che costruiscono impianti nucleari. Secondo la Nhk, «Il documento della roadmapo, redatto Nuclear safety commission e dalla Tokyo Electric Power Company, dice che si tenta di fissare una data per iniziare a rimuovere barre di combustibile fuso che sono precipitate sul fondo del reattore. L'opera è considerata la fase più importante nel processo di smantellamento e la roadmap indica che la rimozione avrà inizio nel 2021 se prima verrà sviluppata la tecnologia necessaria per il lavoro».

La cosa più preoccupante di questa "messa sotto controllo" è che la timeline si basa sulle misure adottate per un'altra famosissima tragedia nucleare, quella di Three Mile Island, avvenuta negli Usa nel lontano 1979, che era sicuramente meno grave e complicata di quella in corso a Fukushima Daiichi e dove i containment vessels non erano stati danneggiati e riempiti di acqua radioattiva che non si riesce ad eliminare perché il "miracoloso" sistema di smaltimento/decontaminazione franco-americano-giapponese và continuamente in panne e le tubazioni si rompono praticamente ogni giorno: l'ultima a saltare è stata una tubazione del reattore 5 che forse sarà rimessa in funzione oggi. La Tepco ha ammesso che «E' necessario rendere più durevoli le attrezzature provvisorie, perché ci vorrà un certo tempo prima che la company riprenda il controllo dei reattori».

Un « certo tempo» è un eufemismo per mascherare una realtà terribile: la nuova roadmap prevede che, dopo la rimozione del combustibile nucleare e delle parti metalliche radioattive, anche gli edifici dei reattori alla fine verranno demoliti, il problema è che nessuno sa dove stoccare questa enorme quantità di materiali contaminati, questa montagna di scorie nucleari e che portare a conclusione la demolizione di Fukushima Daiichi richiederà decine di anni.

Intanto fa ancora discutere la vicenda degli stress test sulle centrali nucleari annunciati dal premier Naoto Kan e che ha fatto salire la tensione nel governo giapponese e con le prefetture

Oggi il capo di gabinetto, Yukio Edano, ha convocato una conferenza stampa per chiarire la posizione del governo sul riavvio dei reattori fermati dopo il terremoto/tsunami, ma già ieri il suo vice, Tetsuro Fukuyama, aveva detto alla tv Nhk che «I nuovi test di sicurezza saranno uno dei requisiti per il riavvio dei reattori dopo i controlli di routine, in modo che i residenti possano sentirsi al sicuro. I test mostrano come possano essere trattati problemi». Oggi Naorto Kan in persona è intervenuto alla conferenza stampa per spiegare che il governo prevede due stadi per gli stress test: «Le decisioni su se riavviare impianti attualmente fermi sarà alla base delle prime valutazioni primarie. Tutti i reattori nucleari saranno poi sottoposti a una seconda fase di revisione della sicurezza, per decidere se devono essere mantenuti in attività. Il secondo step sarà più ampio rispetto al primo. Si terrà conto del progresso degli stress test sul modello del sistema dell'Unione europea ed dei risultati delle indagini sull'incidente nell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi».

Ma qualcosa non funziona, visto che i test saranno condotti dalle stesse imprese nucleari che gestiscono le centrali, verranno confermati dalla Nuclear and industrial safety agency, quella Nisa che a Fukushima non ha certo brillato per rigore e che è incappata in uno scandalo da "omissione" di dati e controlli, e approvati dalla Nuclear safety commission, un organismo che viene presentato come un "independent nuclear watchdog" ma i cui componenti sono in realtà nominati dal governo e dalla Dieta, il Parlamento giapponese, dove i partiti filonucleari sono in schiacciante maggioranza.

Il governatore di Saga, Yasushi Furukawa, ha ribadito che consentirà il riavvio dei reattori della rischiosa centrale nucleare di Genkai solo dopo aver esaminato i risultati del test. Altre amministrazioni locali che ospitano impianti nucleari hanno annunciato che si comporteranno nella stessa maniera, ma questo ritarderà il riavvio dei reattori che il governo voleva entro l'estate.

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