venerdì, luglio 29, 2011
Un comunicato di ACS-Aiuto alla Chiesa che Soffre sulla crescita del movimento Khrist Bhaktas nella diocesi di Varanasi (Uttar Pradesh), con alcune dichiarazioni del portavoce della Conferenza episcopale indiana, padre Joseph Babu, e del direttore del Centro pastorale Nav Sadhana a Varanasi, padre Paul D’Souza (nella foto).

Sono sempre più numerosi – se ne contano ormai oltre 50mila, soprattutto indù – i Khrist Bhaktas [Devoti a Cristo], denominazione che indica gli aderenti al Movimento sorto a Varanasi dall’opera di evangelizzazione dei sacerdoti della Società dei Missionari Indiani, un istituto religioso maschile di diritto pontificio. Quello dei Khrist Bhaktas e un fenomeno reso straordinario dal fatto che proprio nella città santa dell’induismo – che si trova nello Stato dell’India settentrionale dello Uttar Pradesh – sono sempre più le persone che si avvicinano a Cristo, trovando ispirazione nella sua figura e nei suoi insegnamenti. «È soprattutto la sua figura ad attirarli. Leggendo la Bibbia – spiega ad Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Joseph Babu, portavoce della Conferenza episcopale indiana – e imparando ad apprezzare i valori del Vangelo, col tempo iniziano a fare propri gli insegnamenti cristiani e perfino a testimoniarli». Il Movimento, fortemente sostenuto dalla Chiesa indiana, è caratterizzato dalla dominante cultura indù che influenza il modo di pregare e vivere la fede. «I “devoti”, infatti, frequentano assiduamente gli Ashrams, centri spirituali e culturali dove tradizionalmente ci si incontra non solo per pregare e studiare, ma anche per cantare insieme», ha spiegato padre Babu.
La ragione del successo del Movimento è da ricercare nel forte bisogno di condivisione e di comunione, «giacché nell’induismo – ha affermato padre Paul D’Souza, direttore del Centro pastorale Nav Sadhana a Varanasi – la preghiera è vissuta individualmente e in forma privata». Un altro motivo è quello di sfuggire al rigido sistema delle caste, soprattutto nelle zone rurali. Negli Ashrams si incontrano persone di caste diverse. Un guru insegna la religione e tutti possono assistere, anche chi professa un credo diverso ». Oltre a leggere la Bibbia e imparare a conoscere il Vangelo nei Centri si svolgono ritiri spirituali e si tengono corsi sui media cristiani e su altre forme di comunicazione, incluse musiche e danze tipiche della regione.
Circa la non-conversione – elemento che caratterizza questo fenomeno ecclesiale – il sacerdote spiega che molti non si battezzano perché temono rappresaglie e violenze da parte della comunità indù a cui appartengono. «Negli ultimi 20 anni tutti abbiamo visto accrescere l’odio anticristiano – continua padre Babu – ed è ancora vivo lo shock delle atroci violenze subite in Orissa nel 2008». Alcuni devoti sono così costretti a vivere la loro fede cattolica in segreto. Lo conferma ad ACS anche padre Paul D’Souza,: «Si rinuncia ad aderire ufficialmente al cattolicesimo, perché si teme di essere attaccati da chi è contrario all’evangelizzazione cristiana in quella che è ritenuta la terra madre dell’induismo». Inutilmente la Chiesa e i leader religiosi che collaborano con il Movimento fin dalla sua nascita, hanno più volte sottolineato come i Khrist Bhaktas non obblighino nessuno, ma si limitino a rispondere alle richieste di chi si mostra interessato.
«Fortunatamente alcuni di essi trovano il coraggio di chiedere il battesimo» racconta padre D’Souza che evidenzia inoltre la ormai considerevole frequentazione dei Centri Asharam cattolici che sono ormai 50 e per i quali bisognerà prevedere nuove aperture perché «la richiesta è elevata e sarà – spiega il sacerdote – necessario farvi fronte». Quello di Nav Sadhana accoglie ogni anno oltre 5mila persone. «Questo lavoro è difficile, ma necessario. Le persone arrivano al nostro Centro anche da molto lontano e da qui ripartono per portare il messaggio di Gesù in tutto il Nord dell’India», riferisce padre D’Souza ad ACS che nel 2010, dato di grande rilievo, ha sostenuto la pastorale della Chiesa indiana con oltre 4 milioni di euro.

È presente 1 commento

Phillip ha detto...

La storia del cristianesimo è un vasto olocausto di intolleranza e violenza inumana. Sempre più indiani stanno conoscendo questa vera storia, e le bugie tramite le quali questa religione si è sempre diffusa. Morirà lì come sta morendo dovunque.

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