Continua negli Stati Uniti il dibattito sull’abrogazione del cosiddetto Doma (Defence of Mariage Act), la legge che definisce il matrimonio come un‘unione tra un uomo e una donna
Radio Vaticana - Due proposte legislative in tal senso sono attualmente all’esame del Senato e della Camera dei Rappresentanti e il 19 luglio l’Amministrazione Obama ha annunciato il suo sostegno all’iniziativa, intitolata “Respect for Mariage Act”. Così come è formulata, la legge oggi in vigore, introdotta 15 anni fa sotto la presidenza Clinton, permette agli Stati dell’Unione di non riconoscere i matrimoni omosessuali celebrati in altri Stati dove sono invece legali.Attualmente essi lo sono in Connecticut, Iowa, Massachusetts, New Hampshire, New York, Vermont e nel District of Columbia, mentre altri sei Stati riconoscono le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Secondo i suoi sostenitori, la Respect for Mariage Act porrà fine a una illegittima discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, escluse dai benefici e dai diritti riconosciuti alle coppie eterosessuali unite in matrimonio. Questa tesi - come è noto – è invece contestata dai vescovi e non solo, come ha confermato all’agenzia Cns Daniel Avila, consulente presso il Sotto-comitato per la promozione e la difesa del matrimonio della Conferenza episcopale (Uscccb). “La posizione della Chiesa, condivisa con altre religioni e organizzazioni laiche - ha detto - è che il matrimonio è una unione tra un uomo e una donna. Nella sua definizione non si può togliere il riferimento alla differenza sessuale senza cambiare la natura del matrimonio”. Avila ha inoltre ricordato l’opinione contraria della maggioranza dei cittadini americani, soprattutto in quegli Stati in cui i matrimoni omosessuali sono stati bocciati dal voto popolare: “Se il Doma sarà abrogato, il governo federale si metterebbe nella posizione di scavalcare e calpestare la volontà degli elettori in tutto il Paese”. (A cura di Lisa Zengarini)
Radio Vaticana - Due proposte legislative in tal senso sono attualmente all’esame del Senato e della Camera dei Rappresentanti e il 19 luglio l’Amministrazione Obama ha annunciato il suo sostegno all’iniziativa, intitolata “Respect for Mariage Act”. Così come è formulata, la legge oggi in vigore, introdotta 15 anni fa sotto la presidenza Clinton, permette agli Stati dell’Unione di non riconoscere i matrimoni omosessuali celebrati in altri Stati dove sono invece legali.Attualmente essi lo sono in Connecticut, Iowa, Massachusetts, New Hampshire, New York, Vermont e nel District of Columbia, mentre altri sei Stati riconoscono le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Secondo i suoi sostenitori, la Respect for Mariage Act porrà fine a una illegittima discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, escluse dai benefici e dai diritti riconosciuti alle coppie eterosessuali unite in matrimonio. Questa tesi - come è noto – è invece contestata dai vescovi e non solo, come ha confermato all’agenzia Cns Daniel Avila, consulente presso il Sotto-comitato per la promozione e la difesa del matrimonio della Conferenza episcopale (Uscccb). “La posizione della Chiesa, condivisa con altre religioni e organizzazioni laiche - ha detto - è che il matrimonio è una unione tra un uomo e una donna. Nella sua definizione non si può togliere il riferimento alla differenza sessuale senza cambiare la natura del matrimonio”. Avila ha inoltre ricordato l’opinione contraria della maggioranza dei cittadini americani, soprattutto in quegli Stati in cui i matrimoni omosessuali sono stati bocciati dal voto popolare: “Se il Doma sarà abrogato, il governo federale si metterebbe nella posizione di scavalcare e calpestare la volontà degli elettori in tutto il Paese”. (A cura di Lisa Zengarini)
Tweet |
È presente 1 commento
Se la chiesa desse anche solo una metà dell'attenzione che da al problema del matrimonio a peccati ben più gravi come il non rubare...
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.