Sembra di essere tornati indietro nel tempo… e invece è accaduto veramente: l’azienda Ma-Vib di Inzago, che si occupa di produrre motori elettrici, ha prima messo in cassa integrazione per brevi periodi le sue operaie e ieri ne ha annunciato il licenziamento (almeno 10-13, tutte rigorosamente donne). La motivazione? “Licenziamo le donne così possono stare a casa curare i bambini e poi, comunque, quello che portano a casa è il secondo stipendio”, è la grottesca risposta dell’azienda. Ma non è discriminazione questa?
Nell’azienda prestano servizio 30 dipendenti, di cui 12 uomini e 18 donne, e gli uomini sono stati tutti salvati dal licenziamento. Inoltre giovedì mattina, giorno in cui sono stati ufficializzati i licenziamenti, i maschietti, invece di essere solidali con le loro colleghe e scioperare assieme a loro, si sono presentati regolarmente sul posto di lavoro. Altro schiaffo morale per le povere operaie! Ovviamente l’azienda non ha dato altre spiegazioni, giustificandosi con un semplice “licenziamento per ragioni oggettive”. Saranno pure oggettive, ma è gravissimo che, in tempi di Quote Rosa e di mobilitazione delle donne per non essere considerate solo “oggetti”, si torni a considerarle come dedicate unicamente alla casa e alla famiglia. Vergognoso è non dare valore al loro lavoro, considerarlo semplicisticamente “ un secondo stipendio”, calpestare la loro dignità.
La situazione è in mano ai sindacati, indignati da tale comportamento. “Dietro questa decisione c'è l'idea di un lavoro visto all'antica. Quando cioè le persone venivano considerate merci e le donne solo come soggetti a cui delegare la casa e la famiglia”, commenta Maria Sciancati, segretaria generale della Fiom di Milano, che aggiunge: “Siamo sempre allo stesso punto. In questo Paese, a livello di governo e d’imprese, c'è sempre la stessa vecchia logica secondo cui è preferibile che la donna stia a casa. Quello che sta avvenendo dietro ai cancelli della Ma-Vib di Inzago è la spia drammatica di ciò che avviene anche in altre zone e in altri contesti del nostro Paese. Prima non si assumevano le donne, poi potevano entrare nel mondo del lavoro a patto di firmare le cosiddette ‘dimissioni in bianco’... Questo il quadro discriminatorio del nostro mercato del lavoro”. E poi si dice che questo paese non vuole proprio andare avanti…
Nell’azienda prestano servizio 30 dipendenti, di cui 12 uomini e 18 donne, e gli uomini sono stati tutti salvati dal licenziamento. Inoltre giovedì mattina, giorno in cui sono stati ufficializzati i licenziamenti, i maschietti, invece di essere solidali con le loro colleghe e scioperare assieme a loro, si sono presentati regolarmente sul posto di lavoro. Altro schiaffo morale per le povere operaie! Ovviamente l’azienda non ha dato altre spiegazioni, giustificandosi con un semplice “licenziamento per ragioni oggettive”. Saranno pure oggettive, ma è gravissimo che, in tempi di Quote Rosa e di mobilitazione delle donne per non essere considerate solo “oggetti”, si torni a considerarle come dedicate unicamente alla casa e alla famiglia. Vergognoso è non dare valore al loro lavoro, considerarlo semplicisticamente “ un secondo stipendio”, calpestare la loro dignità.
La situazione è in mano ai sindacati, indignati da tale comportamento. “Dietro questa decisione c'è l'idea di un lavoro visto all'antica. Quando cioè le persone venivano considerate merci e le donne solo come soggetti a cui delegare la casa e la famiglia”, commenta Maria Sciancati, segretaria generale della Fiom di Milano, che aggiunge: “Siamo sempre allo stesso punto. In questo Paese, a livello di governo e d’imprese, c'è sempre la stessa vecchia logica secondo cui è preferibile che la donna stia a casa. Quello che sta avvenendo dietro ai cancelli della Ma-Vib di Inzago è la spia drammatica di ciò che avviene anche in altre zone e in altri contesti del nostro Paese. Prima non si assumevano le donne, poi potevano entrare nel mondo del lavoro a patto di firmare le cosiddette ‘dimissioni in bianco’... Questo il quadro discriminatorio del nostro mercato del lavoro”. E poi si dice che questo paese non vuole proprio andare avanti…
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Sono presenti 2 commenti
c'è da dire che è stato licenziato chi aveva il secondo reddito, meglio mandare a casa una persona che ha già un marito che lavora, per cui non morirebbero di fame che licenziare una persona con una famiglia a carico e senza nessun altro lavoro.
Mi dispiace ma credo che sia la cosa giusta.
solo nel nostro paese possono succedere queste cose
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