Notte di bombardamenti Nato su Tripoli, in Libia. Ad essere attaccata è stata l’area in cui sorge il palazzo bunker del colonnello Gheddafi.
RadioVaticana - Sette esplosioni, in rapida successione e concentrate intorno a un unico obiettivo: il palazzo-bunker del colonnello Gheddafi. Tripoli, insomma, è tornata sotto attacco delle forze Nato: erano settimane che non accadeva. Di Gheddafi, per il momento, nessuna traccia, nessuna reazione. L’unico commento è giunto dalla tv pubblica, che ha annunciato i bombardamenti, dicendo che sono stati colpiti obiettivi civili. Gli attacchi giungono in un momento particolarmente delicato per il rais e per i suoi sostenitori, attorno ai quali sembra stringersi il cerchio dei ribelli. Postazione su postazione, stanno conquistando terreno, avvicinandosi sempre più alla capitale. E mentre il regime smentisce l’annunciato attacco di ieri alle porte di Tripoli, dalle file degli insorti giunge l’ammissione di perdite umane importanti. Dall’entourage di Gheddafi, invece, si sottolinea la disponibilità ad aprire un canale di dialogo con gli Stati Uniti. Ipotesi, questa, scartata a più riprese da Washington.
RadioVaticana - Sette esplosioni, in rapida successione e concentrate intorno a un unico obiettivo: il palazzo-bunker del colonnello Gheddafi. Tripoli, insomma, è tornata sotto attacco delle forze Nato: erano settimane che non accadeva. Di Gheddafi, per il momento, nessuna traccia, nessuna reazione. L’unico commento è giunto dalla tv pubblica, che ha annunciato i bombardamenti, dicendo che sono stati colpiti obiettivi civili. Gli attacchi giungono in un momento particolarmente delicato per il rais e per i suoi sostenitori, attorno ai quali sembra stringersi il cerchio dei ribelli. Postazione su postazione, stanno conquistando terreno, avvicinandosi sempre più alla capitale. E mentre il regime smentisce l’annunciato attacco di ieri alle porte di Tripoli, dalle file degli insorti giunge l’ammissione di perdite umane importanti. Dall’entourage di Gheddafi, invece, si sottolinea la disponibilità ad aprire un canale di dialogo con gli Stati Uniti. Ipotesi, questa, scartata a più riprese da Washington.
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