Nel panorama politico italiano, sempre più simile ad un triste teatrino privo di valori etici e morali, la satira trova un terreno fertile e ricco di spunti. Il nostro collaboratore Silvio Foini ci suggerisce una visione satirica degli eventi giudiziari che negli ultimi giorni hanno riempito le pagine dei giornali.
Povero PD! Tegolone sulla zucca pelata dello smacchiatore di giaguari. “E adesso pover’uomo?”, verrebbe da chiedersi prendendo in prestito il titolo di una nota commedia. Già, adesso tocca anche a lui storcere il naso. Diciamo che, anche se chi scrive è assolutamente apolitico per scelta, forse non se lo meritava. E’ un brav’uomo, serio, riflessivo e, se me lo consentite, simpatico. Alla signor Ferrini di buona memoria (televisiva) intendo. Certo che avere il sospetto che un uomo dei suoi, importante davvero specialmente in Regione Lombardia, potrebbe essere stato pizzicato con le dita nel vasetto della marmellata non sarà stato edificante. Ma non affrettiamo giudizi. Magari si tratterà del solito “complottino” di mezz’estate, tanto per non far torto a quelli dell’altra parte.
Oh ragazzi! Siam pazzi? Ma dove siamo finiti? Ce ne fosse qualcuno indenne dal virus dell’appetito verso i maledetti “dané”, come si dice nella verde Padania! Vien da pensare alla frase biblica che diceva: “Se ne troverò uno solo di giusto non distruggerò la città.” Attenzione che avanti così qualche fulmine ci potrebbe incenerire!
Il buon Filippo si sta dannando l’anima per tentar di recuperare la propria credibilità ma le zanne di alcuni imprenditori “lumbard” non intendono mollare l’osso. I miliardi di lire li hanno sborsati, sostengano agitando fogli con le prove. Uno afferma di essere stato anche buon amico del buon Filippo ma costui rigetta la parola. “Non me lo sarei mai scelto come tale!”. Insomma, chi vivrà vedrà e noi, nel nostro bel dialetto, chiosiamo “...e chi continuam a pagà!”. Chi ha orecchi per intendere intenda. La desolazione regna sovrana.
Povero PD! Tegolone sulla zucca pelata dello smacchiatore di giaguari. “E adesso pover’uomo?”, verrebbe da chiedersi prendendo in prestito il titolo di una nota commedia. Già, adesso tocca anche a lui storcere il naso. Diciamo che, anche se chi scrive è assolutamente apolitico per scelta, forse non se lo meritava. E’ un brav’uomo, serio, riflessivo e, se me lo consentite, simpatico. Alla signor Ferrini di buona memoria (televisiva) intendo. Certo che avere il sospetto che un uomo dei suoi, importante davvero specialmente in Regione Lombardia, potrebbe essere stato pizzicato con le dita nel vasetto della marmellata non sarà stato edificante. Ma non affrettiamo giudizi. Magari si tratterà del solito “complottino” di mezz’estate, tanto per non far torto a quelli dell’altra parte.
Oh ragazzi! Siam pazzi? Ma dove siamo finiti? Ce ne fosse qualcuno indenne dal virus dell’appetito verso i maledetti “dané”, come si dice nella verde Padania! Vien da pensare alla frase biblica che diceva: “Se ne troverò uno solo di giusto non distruggerò la città.” Attenzione che avanti così qualche fulmine ci potrebbe incenerire!
Il buon Filippo si sta dannando l’anima per tentar di recuperare la propria credibilità ma le zanne di alcuni imprenditori “lumbard” non intendono mollare l’osso. I miliardi di lire li hanno sborsati, sostengano agitando fogli con le prove. Uno afferma di essere stato anche buon amico del buon Filippo ma costui rigetta la parola. “Non me lo sarei mai scelto come tale!”. Insomma, chi vivrà vedrà e noi, nel nostro bel dialetto, chiosiamo “...e chi continuam a pagà!”. Chi ha orecchi per intendere intenda. La desolazione regna sovrana.
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