lunedì, luglio 11, 2011
La Commissione per i Diritti umani istituita dal governo thailandese per fare luce sulle responsabilità delle violenze che tra aprile e maggio 2010 hanno trasformato il centro di Bangkok in un campo di battaglia, ha cancellato venerdì scorso, senza preavviso la conferenza stampa in cui avrebbe dovuto presentare i risultati delle sue indagini.

Agenzia Misna - A motivare la sospensione, sostanzialmente due elementi. Il primo, una “fronda” interna di chi ritiene il rapporto elaborato dal presidente della commissione carente di dati e abbondante invece di supposizioni parziali, che indicano nelle sole Camicie Rosse i responsabili del caos, dell’uccisione di oltre 70 civili su 91 vittime ufficiali – in buona parte vittime di cecchini – delle devastazioni, della scomparsa di decine di persone e degli incendi di grandi edifici pubblici.

Secondo elemento che ha silenziato la commissione, la reazione internazionale ai risultati anticipati ampiamente. Qualche giorno fa si è appreso della lettera aperta mandata da Elisabetta Polenghi, sorella di Fabio Polenghi (il fotoreporter italiano rimasto ucciso il 19 maggio dello scorso anno a ridosso dell’accampamento della protesta preso d’assalto dai reparti speciali dell’esercito), a Yingluck Shinawatra, che si avvia in questi giorni a diventare la prima donna-premier del paese, affinché intervenga perché sia fatta finalmente chiarezza sulle circostanze della morte del fratello.

Nella lettera si legge: “Auspico che le indagini riguardanti i casi del 2010 saranno riaperte e riesaminate affinché il sacrificio di tanti abbia un senso e venga ripagato con onestà, giustizia, impegno e responsabilità per una rinascita forte e sana del suo paese che metta al primo posto la difesa della vita umana”.

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