martedì, agosto 02, 2011
Continua il nostro appuntamento con Silvio Foini e il teatrino della politica italiana

di Silvio Foini

Udite udite! Secondo il prestigioso Wall Street Journal, considerando le imminenti disastrose cadute economiche ormai dietro l’angolo di Spagna e Italia, i governi dei due paesi potrebbero, a settembre, essere esentati dagli aiuti alla Grecia. Io credo non ci sia motivo per esultare: se così sarà la nostra bella penisola si troverà a sopravvivere a pane domandato. Inutile puntare il ditino accusatore contro colui che ormai sembra divenuto il capro espiatorio e la causa di tutti i nostri mali: Berlusconi. Abbia pure qualche peccato sulla coscienza e son fatti suoi. Di certo non ha mai rubato nulla agli Italiani. Piaccia o non piaccia. Se poi ha commesso errori nella gestione della cosa pubblica, questi non sono solamente a lui addebitabili ma dell’entourage di cui ha sbagliato a circondarsi. Cattivi consiglieri li potrebbe avere avuti anche qualsiasi altro fosse stato seduto al suo posto. Beninteso io non desidero giudicare nessuno ma una lancia a favore dell’ormai martirizzato Cav la spezzo volentieri. Se falliscono le banche americane e gettano lo scompiglio nell’intero mondo non è colpa sua, come non la sarebbe stata del buon Prodi. Bisogna mettersi in testa che l’Italia non è più una potenza da decenni e che la sua voce non canta nel coro dei cosiddetti grandi. Son tutti buoni a chiederci la disponibilità delle basi per far decollare gli “esportatori di democrazia” (definiamo così con questo eufemismo i caccia bombardieri) ma poi tutto finisce lì. Abbiamo il pauroso problema dell’immigrazione che non è una bazzecola economica, con l’aggiunta dei danni gravi che questa provoca distruggendo le strutture messe a disposizione dalla pietas tutta italiana. Vedi i fatti di ieri!

Bene. L’Europa, la grande Europa, risponde che sono solo fatti nostri e se ne frega altamente.
Il mio pensiero che non è certo degno di quello dei magnificati nostri economisti mi suggerirebbe una rapida uscita dal consorzio europeo e da quell’euro che ci ha reso poveri.. e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario. Qualche anno fa, nonostante la nostra vecchia e gloriosa lira fluttuasse nel periglioso mare dell’inflazione, se uscivi con in tasca 50.000 lirette di cose ne comperavi. Adesso con 50 euro che ti comperi? Un pacchetto di sigarette 4 euro (ottomila vecchie lire) contro le 250 lire. E via discorrendo, sorvolando sul costo dei carburanti per sfuggire alla tentazione di vendere la vettura e andare in bicicletta.

Altra grave falla del sistema economico, sempre secondo il mio basso pensiero, è stato il permesso concesso a grandi aziende, Fiat in testa, di andare a produrre all’estero. Fin qui ci si poteva stare, ma quel che non va è che si è sottratto il posto di lavoro a padri di famiglia e quando il prodotto finito viene posto sul mercato interno, lo si paga come se fosse stato realizzato in Italia. Solo che non è lavoro italiano. Perché allora per esempio il nostro governo non obbliga ad un bel dazio sostanzioso di entrata, che andrebbe devoluto a coloro che hanno perso il posto di lavoro e che ora vivono, quando va bene, col sussidio della cassa integrazione? E da dove arrivano questi soldini invece? Dalle tasche di altri poveri che hanno la “fortuna” di percepire uno stipendio di quasi, pensate, 1.000 euro al mese! L’avete davanti agli occhi il classico cane che si morde la coda? Non ci vuole molta fantasia. Se fosse per me, nonostante io sia un europeista convinto, la nostra Italia dovrebbe comportarsi come quella gentile signora che nel mezzo di una festa chiede il permesso di ritirarsi qualche momento per andare ad incipriarsi il naso e poi rientra fulgida di nuova bellezza. E chi ha voglia di capire il nesso lo faccia, altrimenti fatti suoi. Peccato siano anche nostri. Auguri Italia cara!

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