Torna l'appuntamento con Silvio Foini e il teatrino della politica italiana
Si stanno levando strazianti lamenti dal popolo del Belpaese a causa dell’accordo raggiunto dalla triade divina (i componenti li conoscete tutti) circa la “Manovra”… Vogliamo scherzare? Ma non siete davvero mai contenti. Ora noi italiani, fatto unico al mondo, siamo diventati un popolo che non dovrà mai più preoccuparsi di risparmiare per la vecchiaia. Oh ragazzi, pensate che fortuna! Noi seguiteremo a lavorare, “guadagnare”e meravigliosamente a pagare le tasse, cosa che secondo qualcuno che è passato da poco al mondo dei più rappresenterebbe il massimo della felicità! Quando finalmente ci chiuderanno sul naso un bel coperchio in noce nazionale, la nostra anima felice raggiungerà i verdi pascoli del paradiso. Quello dei fessi, verrebbe spontaneo dire, ma non è così: quello dei poveri reietti.
Non so come mai mi venga in mente la parabola del ricco Epulone... Ricordate? No? Allora andate a leggervi il Vangelo che vi farà solo bene e vi darà sollievo. Comunque stiamo alla finestra della tv ad ascoltare favole e controfavole: prima o poi ci diranno come andrà a finire. Intanto tra tagli, invenzioni varie, anche fantasiose (come ha detto la gentile signora Emma Marcegaglia) e altre bufalate, attendiamo la nostra sorte.
Sapete chi se la ride di tutto questo sino a farsi venire le convulsioni? Gente innominata o quasi: i baby pensionati (più di 500.000!) che da venti anni e rotti percepiscono la pensione essendoci andati già nel 1992 grazie alla riforma Amato (persona che loro amano giustamente e vorrebbero innalzare alla gloria degli altari almeno come beato!). Pensate che era gente che all’epoca dello “scandalo” aveva sì e no compiuto 45 anni, massimo 50. Personalmente ne conosco una bella decina e mi fanno pure gli sberleffi: “Tu continua a pagarmi la pensione... qualcuno deve pur lavorare!”. Prenderli a schiaffi sarebbe poco, picchiare una bella tassa sulla loro quota pensionistica di un bel 15 per cento sarebbe solo lecito e giusto. E che diamine! Avessero quantomeno il buon gusto di tacere invece che crogiolarsi nei bar delle varie piazze dei paesi a sputar sentenze!
Ma no! Noi siamo un grande popolo che non teme le sventure: una più, una meno, ci abbiamo fatto il callo. Se adesso ci tagliano le pensioni, anzi, non vogliono che ci andiamo del tutto in pensione, hanno ragione. In pensione ci vanno gli anziani... se ci riescono però! Noi siamo tutti belli freschi, giovani e forti come i famosi 300 della poesia “La spigolatrice di Sapri”… solo che loro sono morti e noi… mi sa che seguiremo la loro stessa malasorte. Se va avanti così, beninteso!
Italiani, forza e coraggio che la vita l’è un passaggio. Così recitava un antico e saggio proverbio. Alla prossima.
Si stanno levando strazianti lamenti dal popolo del Belpaese a causa dell’accordo raggiunto dalla triade divina (i componenti li conoscete tutti) circa la “Manovra”… Vogliamo scherzare? Ma non siete davvero mai contenti. Ora noi italiani, fatto unico al mondo, siamo diventati un popolo che non dovrà mai più preoccuparsi di risparmiare per la vecchiaia. Oh ragazzi, pensate che fortuna! Noi seguiteremo a lavorare, “guadagnare”e meravigliosamente a pagare le tasse, cosa che secondo qualcuno che è passato da poco al mondo dei più rappresenterebbe il massimo della felicità! Quando finalmente ci chiuderanno sul naso un bel coperchio in noce nazionale, la nostra anima felice raggiungerà i verdi pascoli del paradiso. Quello dei fessi, verrebbe spontaneo dire, ma non è così: quello dei poveri reietti.
Non so come mai mi venga in mente la parabola del ricco Epulone... Ricordate? No? Allora andate a leggervi il Vangelo che vi farà solo bene e vi darà sollievo. Comunque stiamo alla finestra della tv ad ascoltare favole e controfavole: prima o poi ci diranno come andrà a finire. Intanto tra tagli, invenzioni varie, anche fantasiose (come ha detto la gentile signora Emma Marcegaglia) e altre bufalate, attendiamo la nostra sorte.
Sapete chi se la ride di tutto questo sino a farsi venire le convulsioni? Gente innominata o quasi: i baby pensionati (più di 500.000!) che da venti anni e rotti percepiscono la pensione essendoci andati già nel 1992 grazie alla riforma Amato (persona che loro amano giustamente e vorrebbero innalzare alla gloria degli altari almeno come beato!). Pensate che era gente che all’epoca dello “scandalo” aveva sì e no compiuto 45 anni, massimo 50. Personalmente ne conosco una bella decina e mi fanno pure gli sberleffi: “Tu continua a pagarmi la pensione... qualcuno deve pur lavorare!”. Prenderli a schiaffi sarebbe poco, picchiare una bella tassa sulla loro quota pensionistica di un bel 15 per cento sarebbe solo lecito e giusto. E che diamine! Avessero quantomeno il buon gusto di tacere invece che crogiolarsi nei bar delle varie piazze dei paesi a sputar sentenze!
Ma no! Noi siamo un grande popolo che non teme le sventure: una più, una meno, ci abbiamo fatto il callo. Se adesso ci tagliano le pensioni, anzi, non vogliono che ci andiamo del tutto in pensione, hanno ragione. In pensione ci vanno gli anziani... se ci riescono però! Noi siamo tutti belli freschi, giovani e forti come i famosi 300 della poesia “La spigolatrice di Sapri”… solo che loro sono morti e noi… mi sa che seguiremo la loro stessa malasorte. Se va avanti così, beninteso!
Italiani, forza e coraggio che la vita l’è un passaggio. Così recitava un antico e saggio proverbio. Alla prossima.
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È presente 1 commento
E' proprio così l'ultima trovata di Arcore! Non sanno far altro che riunirsi(IN UNA SEDE NON ISTITUZIONALE...)dove per un giorno hanno "lavorato" per ben 8 ore !Ma ancora una volta le loro soluzioni lasciano sconcertati anche chi non ha nulla da perdere perchè in pensione c'è già.Ma confrontare le proprie idee con quelle altrui e scoprire che magari sanno pensare e proporre anche gli altri è tanto difficile?Poltrona mia quanto ci costi...e il bene del paese??? va a quel paese....
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