Il romanzo horror che il grande Stephen King non ha ancora pensato di scrivere
Continua il nostro appuntamento con Silvio Foini: oggi il teatrino della politica italiana ha come obiettivo la manovra finanziaria
Di questa pazza estate, giunta alla propria esatta metà in questi giorni, non possiamo affatto lamentarci. Non é certo stata avara di alcuni brividi freddi. Anzi gelati. Il teatrino del mondo ha offerto a noi allibiti spettatori lo spettacolo orripilante di quanto nefasta si sia dimostrata la celebratissima globalizzazione. Una banca a stelle e strisce guidata da una banda di alcuni farabutti che ne hanno combinato di tutti i colori ha minato l’economia planetaria. L’economia globalizzata per l’appunto. Stiamo assistendo al terrore finanziario. Gli attori che su questo set portano nomi altisonanti e che sono a capo dei governi stanno recitando una parte che li vede trafelati in cerca di una possibile via di salvezza dal mostro assetato di denaro. C’è chi torna terrorizzato indietro dalla vacanza appena incominciata, c’è chi ha addirittura disdettato l’albergo e chi si strappa i capelli (naturalmente né Berlusconi né Bersani, tanto per restare in casa Italia) e non sa più che pesci pigliare o su quale bella vetrata di palazzo arrampicarsi.
Già, alla fine il mostro si è svegliato! Le sue figlie, leggi agenzie di rating, avanzano a colpi di declassificazione un po’ qui e un po’ là: AAA e il giorno appresso ZZZ. Lettere che, se avvicinate, riassumono il grido di dolore della malcapitata nazione cui toccano: azz...!
Ci siamo capiti no? Siamo tutti italiani e il vernacolo ci è comune.
Cosa c’entra allora il mio grande collega S. King? C’entra eccome. Nella casa di una famigliola di padre, madre e quattro figli s’introduce, in una notte buia e ovviamente tempestosa, un maniaco assassino armato di una bella mannaia da macellaio pronta a tagliare; siccome gli abitanti sono poveri, dormono tutti nello stesso letto sotto un’unica coperta. Il killer comincia a sezionare tutto ciò che da essa sporge. La coperta è insufficiente a coprire tutti. Allora la mannaia stretta nelle mani del bel tomo comincia a colpire: salta un piede, poi una mano, una testa ecc. ecc. Quando, secondo lui, tutto è sistemato se ne va contento. Resta il fatto che ad ognuno degli occupanti di quel maledetto letto manca qualcosa e resta il dolore delle amputazioni.
Naturalmente è una metafora, l’avrete capita no? Io non sono S. King e a nessuno di noi, per adesso, manca qualcosa… o no?
Buon ferragosto e buone ferie a tutti. Godetevele: potrebbero essere le ultime. Almeno per un lungo periodo.
Continua il nostro appuntamento con Silvio Foini: oggi il teatrino della politica italiana ha come obiettivo la manovra finanziaria
Di questa pazza estate, giunta alla propria esatta metà in questi giorni, non possiamo affatto lamentarci. Non é certo stata avara di alcuni brividi freddi. Anzi gelati. Il teatrino del mondo ha offerto a noi allibiti spettatori lo spettacolo orripilante di quanto nefasta si sia dimostrata la celebratissima globalizzazione. Una banca a stelle e strisce guidata da una banda di alcuni farabutti che ne hanno combinato di tutti i colori ha minato l’economia planetaria. L’economia globalizzata per l’appunto. Stiamo assistendo al terrore finanziario. Gli attori che su questo set portano nomi altisonanti e che sono a capo dei governi stanno recitando una parte che li vede trafelati in cerca di una possibile via di salvezza dal mostro assetato di denaro. C’è chi torna terrorizzato indietro dalla vacanza appena incominciata, c’è chi ha addirittura disdettato l’albergo e chi si strappa i capelli (naturalmente né Berlusconi né Bersani, tanto per restare in casa Italia) e non sa più che pesci pigliare o su quale bella vetrata di palazzo arrampicarsi.
Già, alla fine il mostro si è svegliato! Le sue figlie, leggi agenzie di rating, avanzano a colpi di declassificazione un po’ qui e un po’ là: AAA e il giorno appresso ZZZ. Lettere che, se avvicinate, riassumono il grido di dolore della malcapitata nazione cui toccano: azz...!
Ci siamo capiti no? Siamo tutti italiani e il vernacolo ci è comune.
Cosa c’entra allora il mio grande collega S. King? C’entra eccome. Nella casa di una famigliola di padre, madre e quattro figli s’introduce, in una notte buia e ovviamente tempestosa, un maniaco assassino armato di una bella mannaia da macellaio pronta a tagliare; siccome gli abitanti sono poveri, dormono tutti nello stesso letto sotto un’unica coperta. Il killer comincia a sezionare tutto ciò che da essa sporge. La coperta è insufficiente a coprire tutti. Allora la mannaia stretta nelle mani del bel tomo comincia a colpire: salta un piede, poi una mano, una testa ecc. ecc. Quando, secondo lui, tutto è sistemato se ne va contento. Resta il fatto che ad ognuno degli occupanti di quel maledetto letto manca qualcosa e resta il dolore delle amputazioni.
Naturalmente è una metafora, l’avrete capita no? Io non sono S. King e a nessuno di noi, per adesso, manca qualcosa… o no?
Buon ferragosto e buone ferie a tutti. Godetevele: potrebbero essere le ultime. Almeno per un lungo periodo.
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È presente 1 commento
E bravo, ancora una volta un bellissimo commento che illustra con chiarezza la situazione sconcertante di questo vecchio mondo rovinato dalla cupidigia degli uomini.Occorre una ricetta che nessuno ha, si dovrebbe riscoprire il buon senso ma non so se è poco...
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