Ieri Papa Benedetto XVI, arrivando a Madrid per parlare al mezzo milione di ragazzi di 193 Paesi che partecipavano alla Giornata mondiale della gioventù, ha detto che «La dimensione etica non è una cosa esterna ai problemi economici ma una dimensione interiore e fondamentale.
GreenReport - L'economia non funziona solo con regolamentazioni mercantili, ma ha bisogno di una ragione etica per essere in funzione dell'uomo. Quanto affermato da Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica sociale: l'uomo deve essere il centro dell'economia e l'economia non si deve misurare secondo il massimo del profitto, ma secondo il bene di tutti e quindi include la responsabilità verso l'altro. L'economia funziona veramente bene solo se funziona in modo umano, nel rispetto dell'altro secondo diverse dimensioni. In questa crisi economica, come anche nella precedente, si vede cosa accade quando un'economia solo mercantile ha dimenticato l'etica».
Poi ha sottolineando che «C'è una "responsabilità dell'Europa verso gli altri, le altre nazioni e verso l'umanità. Bisogna creare lavoro e proteggere il pianeta». Benedetto XVI ha sottolineato che «L'economia non può essere autoreferenziale. L'uomo deve essere al centro dell'economia, che non rappresenta solo profitto ma solidarietà».
Poi in piazza, rivolto ai giovani ha detto: «Certamente non mancano difficoltà. Sussistono tensioni e scontri aperti in tanti luoghi del mondo, anche con spargimento di sangue. La giustizia e l'altissimo valore della persona umana si sottomettono facilmente a interessi egoisti, materiali e ideologici. Non sempre si rispetta, come si deve, l'ambiente e la natura, che Dio ha creato con tanto amore».
Le stesse parole riecheggiavano, lo stesso giorno, sulle pagine del giornale Usa "The Christian Post", dove Amanda Winkler, in un'inchiesta intitolata "Green Fever at U.S. Churches" spiega che le parole del Papa non sono condivise solo dai cattolici e che molte Congregazioni religiose pongono l'accento sulla questione morale sollevata dalla duplice crisi economica e ambientale del pianeta.
Il movimento "green and stay green" lanciato dal World watch institute, che punta ad azioni concrete, personali, comunitarie e locali per salvare il pianeta, non convince solo gli ambientalisti, «Molte Chiese e congregazioni in tutto il Paese si stanno muovendo verso un piano più environmentally friendly, per risparmiare denaro e la madre terra - scrive la Winkler - Dal punto di vista religioso, alcune congregazioni credono che il cambiamento climatico globale sia una crisi morale».
Le congregazioni religiose Usa stanno riesaminando le loro abitudini per rispondere alle crescenti preoccupazioni dei fedeli per il global warming. «Infatti, studi recenti dimostrano che chiese, sinagoghe e moschee sono impegnate a salvare il pianeta così come a salvare le anime - scrive "The Christian Post".
I fedeli dicono che le loro chiese devono ridurre il loro impatto ambientale e risparmiare denaro e che questo è la vera strada per servire il mondo. Consente inoltre ai buoni "pastori" di vivere una vita felice e sana, senza colpe od eccessi, Questo, a sua volta, è ciò che Dio vuole per noi, che attraverso lui possiamo vivere la vita più abbondantemente».
La maggior parte delle confessioni religiose, compresi battisti, cattolici, protestanti ed ebrei, riciclano, usano tecnologie verdi e pannelli solari per pagare meno la bolletta elettrica e la spazzatura, risparmiano carta con presentazioni Powerpoint dei sermoni e delle funzioni e organizzano le riunioni comunitarie chiedendo di portare i rifornimenti da casa e di non usare bicchieri di plastica ed altri oggetti non biodegradabili.
Matthew Anderson-Stembridge, direttore della National religious partnership for the environment, una coalizione ebraica-cristiana fondata negli anni '90, ha spiegato recentemente: «Abbiamo visto questa esplosione di attività a livello individuale e congregazionale, il che è veramente il segno che questo è saldamente al centro delle convinzioni delle per le quali siamo persone religiose».
Eppure un rapporto Usa rivela che i luoghi di culto sono tra gli edifici che sprecano più energia procapite per ogni ora di utilizzo di base. Anche per questo, secondo il Religion news service report, molte chiese statunitensi stanno diventando "green": per ridurre i costi. Uno che se ne intende di denari e religione, Simeon May, chief executive officer della National association of church business administration, spiega che «Anche le chiese di tradizione conservatrice che si opponevano a diventare verdi hanno dovuto farlo prima di quanto pensassimo a causa della necessità di risparmiare denaro».
La pratica virtuose del "save not pay" si sta estendendo a tutti gli Usa nelle chiese e nelle altre istituzioni religiose, riducendo i consumi energetici, investendo in impianti di riscaldamento e di illuminazione più efficienti, acquistando energia rinnovabile con il proclamato intento di partecipare allo sforzo del "build green".
Secondo l'Environmental protection agency Usa «Queste pratiche ambientali delle Congregazioni possono far risparmiare il 30% delle loro bollette. Se tutte le Congregazioni Usa facessero lo stesso, risparmierebbero una cifra stimata in 573 milioni di dollari all'anno ed eviterebbero che 6 milioni di tonnellate di CO2 inquinino l'aria, l'equivalente di togliere un milione di auto dalla strada».
In prima linea ci sono i ministri di culto delle comunità della regione della Gulf Coast, che stanno ancora riprendendosi dal dopo uragano Katrina. Qui le organizzazioni religiose sono coinvolte nel movimento "green church" che include Eco-Justice Program (Ejp) del National council of churches of Christ, un'organizzazione che chiede alle comunità protestanti e ortodosse di rispondere alla chiamata di Dio per proteggere la sua creazione. Ejp offre alle chiese sostegni e consulenze e opportunità per incrementare i loro programmi per l'energia, il cibo e la salvaguardia dell'acqua.
Il movimento "green" delle chiese Usa sembra corale, senza un capo o i predicatori infiammati dell'integralismo della destra evangelica. «Penso ci sia una laedership delle congregazioni piuttosto che delle guide delle congregazioni. E' questo ciò che le persone stanno portando alla Chiesa - spiega al Sentinel Darby Ray, un professore di studi religiosi del Millsaps College di Jackson, nel Mississippi - La cosa sorprendente per me è che sembra esserci un certo consenso. Stiamo assistendo a denominazioni protestanti molto conservatrici che abbracciano la cura della Terra, e vediamo che questo lungo questo percorso ci sono sempre più confessioni liberal».
La Carmichael insiste sul fatto che la chiamata alle chiese Usa a diventare ecologiche si basa sulla Bibbia: «Ci Sono due modi per guardare a questo. Primo, nella Genesi si dice direttamente di essere buoni amministratori e che siamo chiamati a prenderci cura della creazione di Dio. Secondo, c'e anche un aspetto di giustizia che si basa sulla Bibbia: la chiamata uno prendersi cura degli "ultimi". Gli stili di vita che conduciamo dovrebbe essere svolti in modo che siano sostenibili perche spesso i problemi ambientali sono a spese delle comunità di colore».
Non tutte le chiese si sono fatte contagiare dalla "green fever", molti culti iperconservatori non sono convinti che il global warming sia il frutto delle attività antropiche e accusano il movimento verde di far parte del complotto liberal-comunista mondiale sul cambiamento climatico. Altri resistono e mettono in discussione l'ambiente in un contesto teologico, che comprende i segnali per l'attesa fine del mondo e l'avvento del Messia. Molti cristiani conservatori credevano e credono che Dio abbia messo la Terra a disposizione dell'uomo perché la sfrutti a proprio piacimento, ma ora sembra che anche i membri delle congregazioni religiose conservatrici meno radicali pensino ad un approccio più sostenibile e che vogliano che la Creazione di Dio sia lasciata intatta, in eredità alle generazioni future.
Come sottolinea Cynthia Cannon, direttrice del Consortium of endowed episcopal parishes di Austin, Texas, «In questa economia, ho notato che la maggior parte delle chiese hanno un qualche tipo di "green committee" nella loro chiesa». Recenti Studi dimostrano i fedeli stanno diventando sempre più "ambientalisti", non solo perché il global warming minaccia le generazioni future, ma anche perché colpisce già i più poveri in America e in tutto il mondo.
GreenReport - L'economia non funziona solo con regolamentazioni mercantili, ma ha bisogno di una ragione etica per essere in funzione dell'uomo. Quanto affermato da Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica sociale: l'uomo deve essere il centro dell'economia e l'economia non si deve misurare secondo il massimo del profitto, ma secondo il bene di tutti e quindi include la responsabilità verso l'altro. L'economia funziona veramente bene solo se funziona in modo umano, nel rispetto dell'altro secondo diverse dimensioni. In questa crisi economica, come anche nella precedente, si vede cosa accade quando un'economia solo mercantile ha dimenticato l'etica».
Poi ha sottolineando che «C'è una "responsabilità dell'Europa verso gli altri, le altre nazioni e verso l'umanità. Bisogna creare lavoro e proteggere il pianeta». Benedetto XVI ha sottolineato che «L'economia non può essere autoreferenziale. L'uomo deve essere al centro dell'economia, che non rappresenta solo profitto ma solidarietà».
Poi in piazza, rivolto ai giovani ha detto: «Certamente non mancano difficoltà. Sussistono tensioni e scontri aperti in tanti luoghi del mondo, anche con spargimento di sangue. La giustizia e l'altissimo valore della persona umana si sottomettono facilmente a interessi egoisti, materiali e ideologici. Non sempre si rispetta, come si deve, l'ambiente e la natura, che Dio ha creato con tanto amore».
Le stesse parole riecheggiavano, lo stesso giorno, sulle pagine del giornale Usa "The Christian Post", dove Amanda Winkler, in un'inchiesta intitolata "Green Fever at U.S. Churches" spiega che le parole del Papa non sono condivise solo dai cattolici e che molte Congregazioni religiose pongono l'accento sulla questione morale sollevata dalla duplice crisi economica e ambientale del pianeta.
Il movimento "green and stay green" lanciato dal World watch institute, che punta ad azioni concrete, personali, comunitarie e locali per salvare il pianeta, non convince solo gli ambientalisti, «Molte Chiese e congregazioni in tutto il Paese si stanno muovendo verso un piano più environmentally friendly, per risparmiare denaro e la madre terra - scrive la Winkler - Dal punto di vista religioso, alcune congregazioni credono che il cambiamento climatico globale sia una crisi morale».
Le congregazioni religiose Usa stanno riesaminando le loro abitudini per rispondere alle crescenti preoccupazioni dei fedeli per il global warming. «Infatti, studi recenti dimostrano che chiese, sinagoghe e moschee sono impegnate a salvare il pianeta così come a salvare le anime - scrive "The Christian Post".
I fedeli dicono che le loro chiese devono ridurre il loro impatto ambientale e risparmiare denaro e che questo è la vera strada per servire il mondo. Consente inoltre ai buoni "pastori" di vivere una vita felice e sana, senza colpe od eccessi, Questo, a sua volta, è ciò che Dio vuole per noi, che attraverso lui possiamo vivere la vita più abbondantemente».
La maggior parte delle confessioni religiose, compresi battisti, cattolici, protestanti ed ebrei, riciclano, usano tecnologie verdi e pannelli solari per pagare meno la bolletta elettrica e la spazzatura, risparmiano carta con presentazioni Powerpoint dei sermoni e delle funzioni e organizzano le riunioni comunitarie chiedendo di portare i rifornimenti da casa e di non usare bicchieri di plastica ed altri oggetti non biodegradabili.
Matthew Anderson-Stembridge, direttore della National religious partnership for the environment, una coalizione ebraica-cristiana fondata negli anni '90, ha spiegato recentemente: «Abbiamo visto questa esplosione di attività a livello individuale e congregazionale, il che è veramente il segno che questo è saldamente al centro delle convinzioni delle per le quali siamo persone religiose».
Eppure un rapporto Usa rivela che i luoghi di culto sono tra gli edifici che sprecano più energia procapite per ogni ora di utilizzo di base. Anche per questo, secondo il Religion news service report, molte chiese statunitensi stanno diventando "green": per ridurre i costi. Uno che se ne intende di denari e religione, Simeon May, chief executive officer della National association of church business administration, spiega che «Anche le chiese di tradizione conservatrice che si opponevano a diventare verdi hanno dovuto farlo prima di quanto pensassimo a causa della necessità di risparmiare denaro».
La pratica virtuose del "save not pay" si sta estendendo a tutti gli Usa nelle chiese e nelle altre istituzioni religiose, riducendo i consumi energetici, investendo in impianti di riscaldamento e di illuminazione più efficienti, acquistando energia rinnovabile con il proclamato intento di partecipare allo sforzo del "build green".
Secondo l'Environmental protection agency Usa «Queste pratiche ambientali delle Congregazioni possono far risparmiare il 30% delle loro bollette. Se tutte le Congregazioni Usa facessero lo stesso, risparmierebbero una cifra stimata in 573 milioni di dollari all'anno ed eviterebbero che 6 milioni di tonnellate di CO2 inquinino l'aria, l'equivalente di togliere un milione di auto dalla strada».
In prima linea ci sono i ministri di culto delle comunità della regione della Gulf Coast, che stanno ancora riprendendosi dal dopo uragano Katrina. Qui le organizzazioni religiose sono coinvolte nel movimento "green church" che include Eco-Justice Program (Ejp) del National council of churches of Christ, un'organizzazione che chiede alle comunità protestanti e ortodosse di rispondere alla chiamata di Dio per proteggere la sua creazione. Ejp offre alle chiese sostegni e consulenze e opportunità per incrementare i loro programmi per l'energia, il cibo e la salvaguardia dell'acqua.
Il movimento "green" delle chiese Usa sembra corale, senza un capo o i predicatori infiammati dell'integralismo della destra evangelica. «Penso ci sia una laedership delle congregazioni piuttosto che delle guide delle congregazioni. E' questo ciò che le persone stanno portando alla Chiesa - spiega al Sentinel Darby Ray, un professore di studi religiosi del Millsaps College di Jackson, nel Mississippi - La cosa sorprendente per me è che sembra esserci un certo consenso. Stiamo assistendo a denominazioni protestanti molto conservatrici che abbracciano la cura della Terra, e vediamo che questo lungo questo percorso ci sono sempre più confessioni liberal».
La Carmichael insiste sul fatto che la chiamata alle chiese Usa a diventare ecologiche si basa sulla Bibbia: «Ci Sono due modi per guardare a questo. Primo, nella Genesi si dice direttamente di essere buoni amministratori e che siamo chiamati a prenderci cura della creazione di Dio. Secondo, c'e anche un aspetto di giustizia che si basa sulla Bibbia: la chiamata uno prendersi cura degli "ultimi". Gli stili di vita che conduciamo dovrebbe essere svolti in modo che siano sostenibili perche spesso i problemi ambientali sono a spese delle comunità di colore».
Non tutte le chiese si sono fatte contagiare dalla "green fever", molti culti iperconservatori non sono convinti che il global warming sia il frutto delle attività antropiche e accusano il movimento verde di far parte del complotto liberal-comunista mondiale sul cambiamento climatico. Altri resistono e mettono in discussione l'ambiente in un contesto teologico, che comprende i segnali per l'attesa fine del mondo e l'avvento del Messia. Molti cristiani conservatori credevano e credono che Dio abbia messo la Terra a disposizione dell'uomo perché la sfrutti a proprio piacimento, ma ora sembra che anche i membri delle congregazioni religiose conservatrici meno radicali pensino ad un approccio più sostenibile e che vogliano che la Creazione di Dio sia lasciata intatta, in eredità alle generazioni future.
Come sottolinea Cynthia Cannon, direttrice del Consortium of endowed episcopal parishes di Austin, Texas, «In questa economia, ho notato che la maggior parte delle chiese hanno un qualche tipo di "green committee" nella loro chiesa». Recenti Studi dimostrano i fedeli stanno diventando sempre più "ambientalisti", non solo perché il global warming minaccia le generazioni future, ma anche perché colpisce già i più poveri in America e in tutto il mondo.
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