giovedì, agosto 25, 2011

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11:45 - I quattro giornalisti italiani rapiti ieri a Tripoli sono stati liberati e stanno bene. Non è ancora ben chiara la dinamica della liberazione nè le motivazioni di questo rapimento, ma uno dei giornalisti rapiti, Domenico Quirico de La Stampa, riferisce che due giovani libici ("lealisti, ma molto coraggiosi") sono riusciti ad entrare nell'appartamente dove venivano tenuti prigiornieri e tutti sono riusciti a fuggire. Un altro dei giornalisti liberati, Claudio Monici, inviato di Avvenire, ha invece ricostruito il rapimento: "Siamo finiti in una strada molto buia, si sentivano degli spari… ci hanno fatto uscire dalla macchina e ci hanno chiesto perché eravamo lì... Abbiamo capito che erano lealisti, molto nervosi, arrabbiati, con gli occhi iniettati di sangue. Ci hanno fatto uscire dall'auto, hanno picchiato alcuni, fuori c’erano tante persone con le pistole… «Siete italiani, della Nato, ci state bombardando!» Poi hanno preso l’autista e davanti a noi l’hanno picchiato e ucciso, e poi ci hanno portati con loro".

Grandissima soddisfazione del ministro della difesa Ignazio La Russa, che ha espresso solidarietà a tutti gli inviati italiani che operano in posti di guerra
per garantire informazione e notizie. Sia La Russa che il premier Berlusconi hanno assicurato sostegno al nuovo governo libico, pur senza alcun invio di truppe militari ma con soli intenti di monitoraggio. E’ l’idea condivisa da tutti i paesi NATO, che premono perchè non ci sia alcuna vendetta nei confronti degli sconfitti.

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