L’Algeria ha chiuso parzialmente i suoi confini con la Libia e ha rafforzato i controlli alle frontiere, in particolare in prossimità del tratto più meridionale.
Agenzia Misna - Lo riferisce il quotidiano algerino ‘El Watan’ citando fonti diplomatiche di Algeri secondo cui nelle ultime ore i militari algerini avrebbero ucciso cinque individui infiltratisi dalla Libia, mentre già due giorni fa il capo di stato maggiore, il generale Ahmed Gaid Salah, avrebbe ispezionato le postazioni militari al confine sud-orientale. Le misure seguono l’annuncio dell’ingresso nel paese della moglie e di tre figli del Muammar Gheddafi. Secondo indiscrezioni di alcuni media, Aisha – figlia 34enne del colonnello – avrebbe partorito poco dopo l’arrivo in Algeria, paese che non ha ancora riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), l’organismo cui fanno capo gli insorti. Proprio lo stato di gravidanza di Aisha sarebbe stata una delle “ragioni umanitarie” con cui Algeri ha motivato la decisione di accogliere una parte della famiglia di Gheddafi che, secondo fonti di stampa algerine, dovrebbe trovarsi a Djanet, nel sud-est.
A non aver riconosciuto i ribelli è anche lo Zimbabwe, paese considerato molto vicino a Gheddafi. Harare ha anzi espulso oggi l’ambasciatore di tripoli nel paese che nei giorni scorsi era passato dalla parte dei rivoltosi.
In Libia, i ribelli continuano intanto a consolidare le loro posizioni e ad ammassare uomini e mezzi nei pressi di Sirte, città natale di Gheddafi e ancora sotto controllo di uomini a lui vicini. Le sorti della città dipendono anche da trattative in corso con i rappresentanti delle tribù locali. A Tripoli la situazione sembra intanto lentamente migliorare: sono anche ripresi ad arrivare i generi di prima necessità, i mercati sono aperti e la gente cercherà di festeggiare nonostante tutto la fine del mese sacro di Ramadan.
Agenzia Misna - Lo riferisce il quotidiano algerino ‘El Watan’ citando fonti diplomatiche di Algeri secondo cui nelle ultime ore i militari algerini avrebbero ucciso cinque individui infiltratisi dalla Libia, mentre già due giorni fa il capo di stato maggiore, il generale Ahmed Gaid Salah, avrebbe ispezionato le postazioni militari al confine sud-orientale. Le misure seguono l’annuncio dell’ingresso nel paese della moglie e di tre figli del Muammar Gheddafi. Secondo indiscrezioni di alcuni media, Aisha – figlia 34enne del colonnello – avrebbe partorito poco dopo l’arrivo in Algeria, paese che non ha ancora riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), l’organismo cui fanno capo gli insorti. Proprio lo stato di gravidanza di Aisha sarebbe stata una delle “ragioni umanitarie” con cui Algeri ha motivato la decisione di accogliere una parte della famiglia di Gheddafi che, secondo fonti di stampa algerine, dovrebbe trovarsi a Djanet, nel sud-est.
A non aver riconosciuto i ribelli è anche lo Zimbabwe, paese considerato molto vicino a Gheddafi. Harare ha anzi espulso oggi l’ambasciatore di tripoli nel paese che nei giorni scorsi era passato dalla parte dei rivoltosi.
In Libia, i ribelli continuano intanto a consolidare le loro posizioni e ad ammassare uomini e mezzi nei pressi di Sirte, città natale di Gheddafi e ancora sotto controllo di uomini a lui vicini. Le sorti della città dipendono anche da trattative in corso con i rappresentanti delle tribù locali. A Tripoli la situazione sembra intanto lentamente migliorare: sono anche ripresi ad arrivare i generi di prima necessità, i mercati sono aperti e la gente cercherà di festeggiare nonostante tutto la fine del mese sacro di Ramadan.
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