lunedì, agosto 01, 2011
All'Ospedale di San Camillo una donna è morta al pronto soccorso dove è rimasta 21 ore in attesa sulla sedia a rotelle. Una morte che la famiglia dell'anziana signora ritiene giustamente vergognosa.

di Chiara Bartoli

La donna di 81 anni è deceduta alcuni giorni fa a causa di un'emorragia cerebrale. Quando è arrivata al Pronto Soccorso è stata classificata come codice Verde, e lasciata in attesa sulla sedia a rotelle in uno stanzone affollato. La figlia, Antonella Marcellini, denuncia le condizioni in cui versano gli ospedali romani al “Messaggero” e afferma: “Non vogliamo soldi, non vogliamo nulla, vogliamo solo fare sapere come si muore negli ospedali romani. E' l'unico modo per ricordare nostra madre. Ha vissuto le sue ultime ore in modo indegno, insieme a decine di altre persone sofferenti ammassate in pronto soccorso, senza che i medici per molte ore la visitassero. Non è giusto morire così''.

Il direttore generale dell'Ospedale di San Camillo, Aldo Morrone, ribadisce che comprende il dolore delle figlie, ma ricorda anche la difficile condizione di salute della donna, affetta da obesità, diabete e neuropatia. “Appena arrivata aveva la tipica condizione del problema cardiaco, le è stato fatto l'elettrocardiogramma, anche alla luce dell'ischemia cardiaca che aveva avuto in passato. Quando è stata sottoposta alla Tac è emersa una emorragia cerebrale. E' stata visitata dal neurochirurgo e purtroppo non era possibile operare''. Non si capisce però perché abbiano fatto passare alla donna l'intera notte su una sedia a rotelle, nonostante il direttore affermi: ''Aveva problemi a respirare, la lettiga non sarebbe stata la scelta migliore”.

Enzo Foschi e Tonino D'Annibale, consiglieri regionali del Pd nel Lazio, auspicano che venga presto aperta un'inchiesta, chiedendo anche l'intervento del prefetto: “La Polverini, presidente della Regione Lazio e Commissario ad acta, fa finta di non conoscere il problema, la Commissione sanità regionale è una sorta di lezioso soprammobile. Il direttore generale è lasciato solo ad affrontare una situazione insostenibile e non riceve risposta alle richieste di avere risorse adeguate per non far precipitare la situazione”. I consiglieri ricordano che la lista di ricoverati con codice verde successivamente deceduti ammonta nel 2011 a 48 casi. Ritengono inoltre che il personale non sia sufficiente a garantire un'attenta valutazione caso per caso.

La replica ai consiglieri del Pd arriva da Angelo Miele, consigliere regionale della Lista Polverini, che afferma: “La questione dell'emergenza negli ospedali - sottolinea Miele - una delle tante ereditate da questa Giunta, è ben nota al commissario, che infatti sta intervenendo attraverso le deroghe necessarie per mettere i pronto soccorso nelle condizioni di operare al meglio. Deroghe, lo ricordo ai distratti consiglieri, che oggi si possono dare solo grazie allo sblocco del 10 per cento del turnover ottenuto grazie all'opera di risanamento dei conti fatta proprio dalla presidente Polverini”.

Nonostante i vari “botta e riposta” tra consiglieri regionali, quel che è certo è che negli ospedali italiani si continua a morire di malasanità. Come un altro caso di un uomo di 51 anni che dopo aver chiesto a 4 ospedali della capitale il ricovero per gravi fitte ai reni è morto al Policlinico Tor Vergata lo scorso 15 luglio. Ed anche quando la morte è inevitabile, come nel caso dell'anziana signore di 82 anni, si muore in modo indegno, in sale sovraffollate, senza le necessarie cure e assistenze.

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