giovedì, agosto 04, 2011
Ancora polemiche intorno al missile partito dalla Libia contro una nave italiana

Radio Vaticana - Il portavoce del governo di Tripoli ha rivendicato l'attacco, ma i ministri italiani degli Esteri Frattini e della Difesa La Russa parlano di propaganda. "Abbiamo sorprendenti capacità che non abbiamo ritenuto necessario usare". Parola di Moussa Ibrahim, portavoce del governo di Gheddafi, che questa mattina ha rivendicato il lancio del missile contro la nave italiana “Bersagliere” (ascolta).

Episodio, questo, riferito ieri da ministro della Difesa La Russa, il quale aveva sottolineato che l’imbarcazione non era il vero obiettivo; questa mattina, poi, l’ulteriore dichiarazione di La Russa; “Prendo atto di quello che dice il governo libico – ha sottolineato - ma in ogni caso le loro parole appaiono, in tutta evidenza, mera propaganda”. Della stessa opinione il ministro degli Esteri Frattini, che si dice “non preoccupato” per quanto accaduto. Ma intanto montano le polemiche su un altro episodio: gli incontri, svoltisi proprio in Italia, tra i rappresentanti di Muammar Gheddafi e Abdel Younis, ex ministro dell'Interno di Tripoli poi divenuto il comandante militare dei ribelli e assassinato a Bengasi in circostanze ancora da chiarire. A rivelarlo il figlio di Muammar Gheddafi, Saif al Islam, in un’intervista esclusiva al "New York Times". E proprio dagli Stati Uniti giunge la notizia che il Dipartimento di Stato americano ha firmato un ordine volto a definire la consegna dell'ambasciata libica a Washington al Consiglio nazionale transitorio di Bengasi. Lo riferisce la Cnn, citando funzionari governativi. Si tratta dell’ultimo atto formale del riconoscimento dei ribelli come interlocutori ufficiali.

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