Comunicato di "ACS-Aiuto alla Chiesa che Soffre" sulla crescita della diocesi indiana di Asansol, nel Bengala Occidentale, con le dichiarazioni del vescovo, Monsignor Cyprian Monis
«Abbiamo dovuto creare tutto dal nulla e c’è ancora bisogno di tutto: chiese, parrocchie, centri pastorali, scuole. L’aiuto di ACS è essenziale alla nostra piccola diocesi, perché i fedeli sono semplici contadini e non hanno gli strumenti per sostenere la Chiesa». Monsignor Cyprian Monis, vescovo di Asansol nel Bengala Occidentale (India), in visita alla sede centrale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha raccontato all’Opera la missione della sua diocesi, istituita nel 1997. Una diocesi giovane, ma operosa che dalla sua fondazione ha visto raddoppiare il numero dei fedeli, oggi 29mila, e triplicare quello dei sacerdoti, 44, e dei religiosi, 230. Asansol è una cittadina industriale a 225 chilometri da Calcutta, con una popolazione di circa mezzo milione di abitanti. La forte industrializzazione – in particolare nei settori siderurgico e tessile – e gli efficienti collegamenti stradali con il capoluogo della regione hanno portato negli ultimi anni a un rapido sviluppo.
Nel Bengala Occidentale tre quarti degli abitanti sono di fede indù, poco meno di un quarto i musulmani. I cristiani costituiscono quindi una minoranza piuttosto esigua, ma ciò non ha scoraggiato monsignor Monis e gli altri sacerdoti. «Siamo una Chiesa in crescita – ha detto il presule ad ACS – e ogni anno circa mille persone si avvicinano alla fede». La diocesi gestisce oggi sette scuole primarie e otto secondarie, oltre a numerosi programmi di educazione e formazione professionale per la popolazione rurale. Sono inoltre organizzati incontri formativi di prevenzione e promozione sanitaria e di insegnamento di tecniche di produzione agricola più efficienti.
Molti dei fedeli sono semplici contadini e non possono in alcun modo aiutare economicamente la Chiesa. La partecipazione è però un contributo essenziale che monsignor Cyprian auspica possa sempre crescere: «I cattolici devono dimostrare di essere discepoli di Cristo, testimoniando la propria fede ed aiutando il prossimo. È fondamentale coinvolgere soprattutto i laici, affinché si sentano parte integrante della Chiesa», laici a beneficio dei quali la diocesi realizza numerosi corsi per catechisti.
Infine monsignor Monis ha parlato ad ACS dei rapporti interreligiosi: «Fortunatamente finora i cattolici di Asansol non hanno dovuto affrontare le ostilità sofferte in molte altre zone del nostro Paese. Le comunità religiose riescono a convivere pacificamente, ma c’è bisogno di un impegno continuo da parte di tutti».
«Abbiamo dovuto creare tutto dal nulla e c’è ancora bisogno di tutto: chiese, parrocchie, centri pastorali, scuole. L’aiuto di ACS è essenziale alla nostra piccola diocesi, perché i fedeli sono semplici contadini e non hanno gli strumenti per sostenere la Chiesa». Monsignor Cyprian Monis, vescovo di Asansol nel Bengala Occidentale (India), in visita alla sede centrale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha raccontato all’Opera la missione della sua diocesi, istituita nel 1997. Una diocesi giovane, ma operosa che dalla sua fondazione ha visto raddoppiare il numero dei fedeli, oggi 29mila, e triplicare quello dei sacerdoti, 44, e dei religiosi, 230. Asansol è una cittadina industriale a 225 chilometri da Calcutta, con una popolazione di circa mezzo milione di abitanti. La forte industrializzazione – in particolare nei settori siderurgico e tessile – e gli efficienti collegamenti stradali con il capoluogo della regione hanno portato negli ultimi anni a un rapido sviluppo.
Nel Bengala Occidentale tre quarti degli abitanti sono di fede indù, poco meno di un quarto i musulmani. I cristiani costituiscono quindi una minoranza piuttosto esigua, ma ciò non ha scoraggiato monsignor Monis e gli altri sacerdoti. «Siamo una Chiesa in crescita – ha detto il presule ad ACS – e ogni anno circa mille persone si avvicinano alla fede». La diocesi gestisce oggi sette scuole primarie e otto secondarie, oltre a numerosi programmi di educazione e formazione professionale per la popolazione rurale. Sono inoltre organizzati incontri formativi di prevenzione e promozione sanitaria e di insegnamento di tecniche di produzione agricola più efficienti.
Molti dei fedeli sono semplici contadini e non possono in alcun modo aiutare economicamente la Chiesa. La partecipazione è però un contributo essenziale che monsignor Cyprian auspica possa sempre crescere: «I cattolici devono dimostrare di essere discepoli di Cristo, testimoniando la propria fede ed aiutando il prossimo. È fondamentale coinvolgere soprattutto i laici, affinché si sentano parte integrante della Chiesa», laici a beneficio dei quali la diocesi realizza numerosi corsi per catechisti.
Infine monsignor Monis ha parlato ad ACS dei rapporti interreligiosi: «Fortunatamente finora i cattolici di Asansol non hanno dovuto affrontare le ostilità sofferte in molte altre zone del nostro Paese. Le comunità religiose riescono a convivere pacificamente, ma c’è bisogno di un impegno continuo da parte di tutti».
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