Nota del presidente Franco Miano sulla prolusione del card. Angelo Bagnasco
Roma - Sono grato al card. Angelo Bagnasco per aver mostrato ancora una volta l’affetto della Chiesa per la nostra Italia, per la ricchezza dei contenuti della sua prolusione e per aver voluto sottolineare il clima di insicurezza che attanaglia la vita del nostro Paese e della nostra gente, che ha radici certamente di natura economica, ma che parimenti trova fertile alimento in una questione morale che, come sottolinea lo stesso card. Bagnasco, «non è un’invenzione mediatica», né «riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell’esercizio del reciproco controllo».
Aggiungendo con luminosa chiarezza che quando la questione morale intacca la politica, essa ha «innegabili incidenze culturali ed educative», proponendo modelli che propagandano «la cultura di un’esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura della serietà e del sacrificio, fondamentale per imparare a prendere responsabilmente la vita».
Viviamo una stagione difficile e che chiama tutti a dare il meglio per il rilancio del Paese. Si tratta di mettere mano a quelle riforme che diano nuovo slancio all’economia e nuovo protagonismo ai cittadini, restituendo loro, come chiede lo stesso card. Bagnasco «la titolarità loro dovuta»; si tratta di investire sull’educazione, bene prezioso per il futuro del Paese, offrendo speranza e purificando l’aria, soprattutto perché le nuove generazioni «non restino avvelenate». Si tratta ancora di avere maggiore attenzione alla famiglia, ai poveri, «coniugando come afferma il presidente dei vescovi italiani strettamente l’etica sociale con l’etica della vita».
Come Azione Cattolica, più volte abbiamo voluto dire che il Paese o crescerà insieme o non crescerà; e il futuro della nostra nazione, e anche della politica, è proprio qui, in questa ricerca di un cammino comune che sappia tenere uniti nord e su del paese; che sappia costruire solidarietà; capacità di crescita nella condivisione.
Come sottolinea lo stesso card. Bagnasco, i cattolici possono fare molto. Proprio perché cittadini delle due Gerusalemme, i cristiani possono essere in politica quell’elemento chiave per un percorso fatto di fedeltà ai principi, ai valori, alle istituzioni, nella ricerca non tanto di interessi di parte quanto del bene comune.
Roma - Sono grato al card. Angelo Bagnasco per aver mostrato ancora una volta l’affetto della Chiesa per la nostra Italia, per la ricchezza dei contenuti della sua prolusione e per aver voluto sottolineare il clima di insicurezza che attanaglia la vita del nostro Paese e della nostra gente, che ha radici certamente di natura economica, ma che parimenti trova fertile alimento in una questione morale che, come sottolinea lo stesso card. Bagnasco, «non è un’invenzione mediatica», né «riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell’esercizio del reciproco controllo».
Aggiungendo con luminosa chiarezza che quando la questione morale intacca la politica, essa ha «innegabili incidenze culturali ed educative», proponendo modelli che propagandano «la cultura di un’esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura della serietà e del sacrificio, fondamentale per imparare a prendere responsabilmente la vita».
Viviamo una stagione difficile e che chiama tutti a dare il meglio per il rilancio del Paese. Si tratta di mettere mano a quelle riforme che diano nuovo slancio all’economia e nuovo protagonismo ai cittadini, restituendo loro, come chiede lo stesso card. Bagnasco «la titolarità loro dovuta»; si tratta di investire sull’educazione, bene prezioso per il futuro del Paese, offrendo speranza e purificando l’aria, soprattutto perché le nuove generazioni «non restino avvelenate». Si tratta ancora di avere maggiore attenzione alla famiglia, ai poveri, «coniugando come afferma il presidente dei vescovi italiani strettamente l’etica sociale con l’etica della vita».
Come Azione Cattolica, più volte abbiamo voluto dire che il Paese o crescerà insieme o non crescerà; e il futuro della nostra nazione, e anche della politica, è proprio qui, in questa ricerca di un cammino comune che sappia tenere uniti nord e su del paese; che sappia costruire solidarietà; capacità di crescita nella condivisione.
Come sottolinea lo stesso card. Bagnasco, i cattolici possono fare molto. Proprio perché cittadini delle due Gerusalemme, i cristiani possono essere in politica quell’elemento chiave per un percorso fatto di fedeltà ai principi, ai valori, alle istituzioni, nella ricerca non tanto di interessi di parte quanto del bene comune.
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