È stata lanciata nei giorni scorsi la tradizionale Campagna annuale del Segretariato Italiano ACS di raccolta di Intenzioni di Sante Messe per i sacerdoti della Chiesa che soffre
Nell’ultimo anno sono state quasi 31mila le Messe celebrate e oltre 500mila gli euro destinati con questa antichissima forma di sostentamento ai sacerdoti che svolgono il loro apostolato in terre difficili per la Chiesa. Se lo sguardo si sposta su quanto raccolto per questo scopo da tutti i Segretariati ACS nel mondo (sono 17), si può dire che ogni 25 secondi è stata celebrata una Santa Messa chiesta da benefattori di ACS. Nel Sud-Est asiatico, in India, in Pakistan, in Medio Oriente – anche in Iraq dove i cattolici hanno più che mai bisogno della presenza del sacerdoti – in Africa dove i rapporti con l’Islam, o quelli con le varie etnie, rendono difficile la vita della Chiesa. Queste Messe sono celebrate in vere e proprie chiese, ma assai spesso in cappelle o edifici prestati a luogo di preghiera. Per alcuni di questi sacerdoti ACS costituisce l’unico aiuto, come per padre Emilio in Perù che per «la sua unica entrata» ringrazia «fratelli e sorelle che non conosco, ma che ricordo ogni giorno nelle mie preghiere con la speranza che il Signore possa soddisfare tutti i loro desideri».
Nel 2005 Benedetto XVI parlando ad un gruppo di sacerdoti ha ricordato l’importanza «di essere ministri del futuro del mondo e di ogni persona». Un compito arduo che racchiude in sé numerose sfide, soprattutto quando si opera in terre vaste e scarsamente popolate. Le intenzioni di Sante Messe raccolte da ACS hanno permesso a molti sacerdoti di rimanere a fianco delle loro comunità, dedicandosi completamente ad esse, in territori nei quali le comunità parrocchiali non possono minimamente contribuire neanche alle più essenziali necessità di sostentamento dei propri sacerdoti.
Questo aiuto che i benefattori ACS destinano al sostentamento dei preti, consente alle diocesi di destinare le seppur limitate risorse interne, alla formazione. Un esempio è quanto fa quella di Muyinga in Burundi i cui 54 presbiteri si confrontano periodicamente sul proselitismo operato dalle sette e sull’infiltrazione dei Fratelli Musulmani. «Questi momenti – ha scritto nel ringraziare ACS il vescovo Joachim Ntahondereye – rafforzano il nostro senso di solidarietà ed animano il nostro spirito apostolico. È questa la reale comunione capace di infondere speranza alle nuove generazioni di cui ha più volte parlato il Santo Padre». In Mali, invece, la Conferenza episcopale ha istituito l’Unione dei sacerdoti (UPM) per promuovere formazione e conoscenza reciproca. Ogni due anni sono organizzati ritiri di due settimane in cui si approfondiscono i temi della formazione spirituale e delle virtù umane. Quest’anno saranno 145 i preti che parteciperanno all’Incontro «Gioia del sacerdozio, gioia di servire».
Nell’ultimo anno sono state quasi 31mila le Messe celebrate e oltre 500mila gli euro destinati con questa antichissima forma di sostentamento ai sacerdoti che svolgono il loro apostolato in terre difficili per la Chiesa. Se lo sguardo si sposta su quanto raccolto per questo scopo da tutti i Segretariati ACS nel mondo (sono 17), si può dire che ogni 25 secondi è stata celebrata una Santa Messa chiesta da benefattori di ACS. Nel Sud-Est asiatico, in India, in Pakistan, in Medio Oriente – anche in Iraq dove i cattolici hanno più che mai bisogno della presenza del sacerdoti – in Africa dove i rapporti con l’Islam, o quelli con le varie etnie, rendono difficile la vita della Chiesa. Queste Messe sono celebrate in vere e proprie chiese, ma assai spesso in cappelle o edifici prestati a luogo di preghiera. Per alcuni di questi sacerdoti ACS costituisce l’unico aiuto, come per padre Emilio in Perù che per «la sua unica entrata» ringrazia «fratelli e sorelle che non conosco, ma che ricordo ogni giorno nelle mie preghiere con la speranza che il Signore possa soddisfare tutti i loro desideri».
Nel 2005 Benedetto XVI parlando ad un gruppo di sacerdoti ha ricordato l’importanza «di essere ministri del futuro del mondo e di ogni persona». Un compito arduo che racchiude in sé numerose sfide, soprattutto quando si opera in terre vaste e scarsamente popolate. Le intenzioni di Sante Messe raccolte da ACS hanno permesso a molti sacerdoti di rimanere a fianco delle loro comunità, dedicandosi completamente ad esse, in territori nei quali le comunità parrocchiali non possono minimamente contribuire neanche alle più essenziali necessità di sostentamento dei propri sacerdoti.
Questo aiuto che i benefattori ACS destinano al sostentamento dei preti, consente alle diocesi di destinare le seppur limitate risorse interne, alla formazione. Un esempio è quanto fa quella di Muyinga in Burundi i cui 54 presbiteri si confrontano periodicamente sul proselitismo operato dalle sette e sull’infiltrazione dei Fratelli Musulmani. «Questi momenti – ha scritto nel ringraziare ACS il vescovo Joachim Ntahondereye – rafforzano il nostro senso di solidarietà ed animano il nostro spirito apostolico. È questa la reale comunione capace di infondere speranza alle nuove generazioni di cui ha più volte parlato il Santo Padre». In Mali, invece, la Conferenza episcopale ha istituito l’Unione dei sacerdoti (UPM) per promuovere formazione e conoscenza reciproca. Ogni due anni sono organizzati ritiri di due settimane in cui si approfondiscono i temi della formazione spirituale e delle virtù umane. Quest’anno saranno 145 i preti che parteciperanno all’Incontro «Gioia del sacerdozio, gioia di servire».
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