Storica ordinanza di un giudice assegna un risarcimento a un detenuto per le condizioni di eccessivo sovraffollamento nell'istituto di pena di Lecce
PeaceReporter - Una decisione a suo modo storica, che potrà diventare un precedente per migliaia di casi simili. Sovraffollamento carcerario e dignità della persona detenuta. Un giudice del Tribunale di sorveglianza di Lecce, ha emesso ieri un'ordinanza di risarcimento per il danno esistenziale provocato a un cittadino straniero recluso nel carcere di Borgo San Nicola. 1350 detenuti contro una capienza di 700, strette celle lunghe 11 metri con tre letti a castello, bagno compreso, e detenuti che faticano a muoversi.
Gli standard internazionali, riconosciuti da una sentenza del 2009 in cui la Corte dei diritti europea condannò l'Italia, sancisce che i metri quadri a disposizione del singolo detenuto non possono essere inferiori a sette.
"Ci auguriamo che questo primo caso in Italia faccia giurisprudenza - afferma a PeaceReporter Patrizio Gonnella, presidente di Antigone -. È stato il nostro impegno ultimi anni. Dal 2009 abbiamo presentato almeno centocinquanta denunce. Sotto i quattro metri a persona, dice il diritto internazionale, si configura il reato di maltrattamento".
Il giudice di Lecce inaugura, di fatto, una nuova pagina nel dramma del sovraffollamento carcerario. Il governo aveva annunciato con squilli di tromba un nuovo piano di edilizia penitenziaria, ricca di nuove prigioni e prospettando anche l'intervento dei privati, senza contare le ipotesi di carceri galleggianti ancorate in mare. Non si è visto nulla. I soldi non ci sono, e secondo Patrizio Gonnella, non passa di lì la situazione.
"Senza farne una questione ideologica, c'è solo una via per contenere il sovraffollamento: andiamo a rivedere le legge sulle droghe e la legge sull'immigrazione. Dobbiamo finalmente dire che tutto ciò che non lede la sicurezza della collettività va depenalizzato. Dobbiamo cambiare tutta la legislazione antidroga: non produce cura, produce carcerazioni e non dà segnali alternativi per gli stili di vita, mettendo sullo stesso piano consumatori e spacciatori. Per quanto mi riguarda la cosa migliore sarebbe quella di approdare alla legalizzazione vera e propria. Lo sostengono anche molti studiosi britannici e statunitensi: ci sarebbe vantaggio enorme anche sul piano della politica criminale".
Dopo il risarcimento (220 euro) stabiliti dal giudice per il cittadino straniero recluso a Lecce, altri quaranta hanno preso carta e penna. E ora i ricorsi dovranno essere vegliati dal Tribunale di sorveglianza.
PeaceReporter - Una decisione a suo modo storica, che potrà diventare un precedente per migliaia di casi simili. Sovraffollamento carcerario e dignità della persona detenuta. Un giudice del Tribunale di sorveglianza di Lecce, ha emesso ieri un'ordinanza di risarcimento per il danno esistenziale provocato a un cittadino straniero recluso nel carcere di Borgo San Nicola. 1350 detenuti contro una capienza di 700, strette celle lunghe 11 metri con tre letti a castello, bagno compreso, e detenuti che faticano a muoversi.
Gli standard internazionali, riconosciuti da una sentenza del 2009 in cui la Corte dei diritti europea condannò l'Italia, sancisce che i metri quadri a disposizione del singolo detenuto non possono essere inferiori a sette.
"Ci auguriamo che questo primo caso in Italia faccia giurisprudenza - afferma a PeaceReporter Patrizio Gonnella, presidente di Antigone -. È stato il nostro impegno ultimi anni. Dal 2009 abbiamo presentato almeno centocinquanta denunce. Sotto i quattro metri a persona, dice il diritto internazionale, si configura il reato di maltrattamento".
Il giudice di Lecce inaugura, di fatto, una nuova pagina nel dramma del sovraffollamento carcerario. Il governo aveva annunciato con squilli di tromba un nuovo piano di edilizia penitenziaria, ricca di nuove prigioni e prospettando anche l'intervento dei privati, senza contare le ipotesi di carceri galleggianti ancorate in mare. Non si è visto nulla. I soldi non ci sono, e secondo Patrizio Gonnella, non passa di lì la situazione.
"Senza farne una questione ideologica, c'è solo una via per contenere il sovraffollamento: andiamo a rivedere le legge sulle droghe e la legge sull'immigrazione. Dobbiamo finalmente dire che tutto ciò che non lede la sicurezza della collettività va depenalizzato. Dobbiamo cambiare tutta la legislazione antidroga: non produce cura, produce carcerazioni e non dà segnali alternativi per gli stili di vita, mettendo sullo stesso piano consumatori e spacciatori. Per quanto mi riguarda la cosa migliore sarebbe quella di approdare alla legalizzazione vera e propria. Lo sostengono anche molti studiosi britannici e statunitensi: ci sarebbe vantaggio enorme anche sul piano della politica criminale".
Dopo il risarcimento (220 euro) stabiliti dal giudice per il cittadino straniero recluso a Lecce, altri quaranta hanno preso carta e penna. E ora i ricorsi dovranno essere vegliati dal Tribunale di sorveglianza.
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