martedì, settembre 20, 2011
Sono 12 stazioni mobili sparse a 60 km dal campo controllato dalle Nazioni Unite. Spiegano com'è possibile disertare e abbandonare il fucile. Nel 2010 hanno convinto 1.700 ragazzi.

PeaceReporter - “Avevo paura, ma sapevo che prima o poi avrei dovuto andarmene”. Peter Nhimiyimana, un ragazzo ruandese di 17 anni, fino al 2010 è stato un bambino soldato delle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr), di stanza in Repubblica democratica del Congo. Poi, il martellante messaggio che ogni giorno lanciano nell'etere le stazioni radio mobili ai margini dell'area controllata dalle Nazioni Unite, l'ha convinto ad abbandonare le milizie. Così ha deciso di disertare, di lasciare il fronte e cercare protezione al campo di Disarmo, smobilitazione , rimpatrio, reintegrazione e reinsediamento (Drrr) a Goma.

In attesa di essere rimpatriato in Ruanda dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati. “Ho visto dei miei amici sgozzati, come esempio per gli altri che tentavano di fuggire”, racconta Peter all'agenzia di stampa Redattore sociale. Secondo l'ultimo rapporto Onu sui bambini soldato (giugno 2011), lo scorso anno sono stati più di 1.700 i bambini che si sono disfatti del fucile. Anche grazie all'apporto delle stazioni radio mobili, dodici in totale, che ogni cinque ore ripetono il loro bollettino: storie di ragazzi come Peter che sono riusciti a fuggire. In più, le radio diffondono informazioni sul processo di reintegrazione, intervallate da brani di musica popolare. Le dodici stazioni trasmettono in swahili, in inglese e in kynyarwanda, a seconda delle truppe a cui sono rivolte.

Attraverso la persuasione via radio, la missione Onu Mosusco spera di indebolire le milizie armate tra Repubblica democratica del Congo e Ruanda. Nell'Fdlr ci sono 2.500 uomini, di cui molti parte delle Forze armate ruandesi. Già un risultato se si tiene conto che nel 2008 i soldati erano in 6.500.

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