giovedì, settembre 29, 2011
È il misterioso documento con cui si ritiene siano state dettate a Roma integrazioni alla manovra finanziaria

PeaceReporter - La fantomatica lettera scritta da Jean Claude Trichet e Mario Draghi, rispettivamente attuale e futuro presidente del consiglio direttivo della Bce, che ha infiammato il dibattito estivo, esiste. Ne è entrato in possesso il Corriere della Sera che ha pubblicato oggi l'originale in inglese e una traduzione in italiano. Si tratta della lettera, datata 5 agosto, con la quale il vertice della Bce avrebbe suggerito integrazioni alla manovra finanziaria al governo di Silvio Berlusconi. È un testo breve, diviso in tre sezioni. "Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti", si legge nel testo.

Il Consiglio direttivo suggerisce al governo una "radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali", "di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende", con la precisazione che l'accordo siglato il 28 giugno tra le parti sociali va in questa direzione; il governo, inoltre,"dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti".

Seguono misure per "assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche", con un preciso riferimento a una riforma del "sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico" e la raccomandazione di procedere ad uno snellimento dell'amministrazione, con "l'eliminazione di strati amministrativi intermedi, come le province" e l'introduzione di un coefficiente di performance per i dipendenti pubblici, soprattutto "nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione".

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