Circa 60 delegazioni internazionali si riuniscono oggi a Parigi su invito del presidente Nicolas Sarkozy – impegnato in prima linea nell’offensiva militare a sostegno dei ribelli libici contro Muammar Gheddafi – per “sostenere la nuova Libia” e aiutare il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) a “precisare la sua roadmap politica”.
Agenzia Misna - Numerosi sono gli argomenti in agenda: dalle necessità urgenti di una popolazione sottoposta a sei mesi di guerra agli aiuti finanziari al Cnt, dall’organizzazione delle prime elezioni mai tenute nel paese all’instaurazione di uno stato di diritto. Ma sono anche economici – sottolinea ‘Le nouvel observateur’ – le motivazioni della riunione internazionale di Parigi sulla Libia. “Nessuno vuole perdere un briciolo della ricostruzione” si legge nell’edizione online del settimanale: sia la Germania, che si era opposta all’intervento armato della Nato, che la Russia e la Cina saranno presenti all’appuntamento transalpino. La Francia ha già inviato diverse volte in Libia delegati della Camera di commercio franco-libica per “garantire la continuità dei contratti firmati sotto Gheddafi e valutare la possibilità di nuovi contratti, in particolare nei settori degli idrocarburi e dell’ingegneria civile” scrive ancora il ‘Nouvel Observateur’.
Resta il capitolo militare e della sicurezza: Parigi ha già detto che la missione della Nato durerà “finché sarà necessario”, mentre si accendono i timori di nuove lotte di potere tra i nuovi dirigenti del paese. È probabile che il mandato della forza internazionale, in scadenza il 27 settembre, sarà rinnovato.
Sul terreno restano sacche di resistenza fedeli al clan Gheddafi, che non si dà ancora per vinto. Ieri, Saif al-Islam, figlio del colonnello, è tornato a parlare per dire che “la resistenza continua”, “il colonnello sta bene” e “la vittoria è vicina”. Un altro figlio di Gheddafi, Saadi, ha invece detto di essere pronto a consegnarsi per fermare il bagno di sangue. La tensione è alta attorno alla città di Sirte, dove i ribelli si preparano ad attaccare per conquistare il bastione dei Gheddafi.
In una conferenza con gli ambasciatori, Sarkozy ha anche parlato di Siria, condannando con forza il governo di Bashar Al Assad e sostenendo che “la Francia farà tutto ciò che è legalmente possibile affinché trionfino le aspirazioni del popolo siriano”. Accusando, poi, il regime iraniano di “nuove provocazioni” il presidente francese ha espresso la minaccia di “attacchi preventivi” contro impianti nucleari.
Agenzia Misna - Numerosi sono gli argomenti in agenda: dalle necessità urgenti di una popolazione sottoposta a sei mesi di guerra agli aiuti finanziari al Cnt, dall’organizzazione delle prime elezioni mai tenute nel paese all’instaurazione di uno stato di diritto. Ma sono anche economici – sottolinea ‘Le nouvel observateur’ – le motivazioni della riunione internazionale di Parigi sulla Libia. “Nessuno vuole perdere un briciolo della ricostruzione” si legge nell’edizione online del settimanale: sia la Germania, che si era opposta all’intervento armato della Nato, che la Russia e la Cina saranno presenti all’appuntamento transalpino. La Francia ha già inviato diverse volte in Libia delegati della Camera di commercio franco-libica per “garantire la continuità dei contratti firmati sotto Gheddafi e valutare la possibilità di nuovi contratti, in particolare nei settori degli idrocarburi e dell’ingegneria civile” scrive ancora il ‘Nouvel Observateur’.
Resta il capitolo militare e della sicurezza: Parigi ha già detto che la missione della Nato durerà “finché sarà necessario”, mentre si accendono i timori di nuove lotte di potere tra i nuovi dirigenti del paese. È probabile che il mandato della forza internazionale, in scadenza il 27 settembre, sarà rinnovato.
Sul terreno restano sacche di resistenza fedeli al clan Gheddafi, che non si dà ancora per vinto. Ieri, Saif al-Islam, figlio del colonnello, è tornato a parlare per dire che “la resistenza continua”, “il colonnello sta bene” e “la vittoria è vicina”. Un altro figlio di Gheddafi, Saadi, ha invece detto di essere pronto a consegnarsi per fermare il bagno di sangue. La tensione è alta attorno alla città di Sirte, dove i ribelli si preparano ad attaccare per conquistare il bastione dei Gheddafi.
In una conferenza con gli ambasciatori, Sarkozy ha anche parlato di Siria, condannando con forza il governo di Bashar Al Assad e sostenendo che “la Francia farà tutto ciò che è legalmente possibile affinché trionfino le aspirazioni del popolo siriano”. Accusando, poi, il regime iraniano di “nuove provocazioni” il presidente francese ha espresso la minaccia di “attacchi preventivi” contro impianti nucleari.
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