venerdì, settembre 02, 2011
Continua il nostro appuntamento con il teatrino della politica italiana

di Silvio Foini

A volte ritornano. Lo afferma Stephen King in un suo celebre romanzo. Ha ragione: gli zombie nostrani ritornano ancora una volta e più terrorizzanti che mai sui propri passi. Tutto ciò che avevano deciso ier l’altro innaffiandolo trionfalmente con ottimi bicchieri di champagne non vale più. Meno male, esclama l’italiano rabbrividendo: pareva un incubo! Oggi invece si cambia la danza degli scheletri: in galera gli evasori per cifre superiori ai 3 milioni di euro. Scusatemi, ma saran pochi questi furbetti. Noi plebaglia da 1.500 € al mese (quando va bene) non potremo mai evadere una tale montagna di soldi, quindi niente patrie prigioni ove soggiornare a spese dello Stato. Eppoi non credeteci punto! Paperoni in grado di evadere somme così importanti in galera non ci finiranno mai. Siamo in Italia, gente!

Però, eccola la chicca odierna: pubblicheranno sui siti internet dei comuni le dichiarazioni dei redditi dei residenti. Bella trovata! Noi paesani lo sappiamo già quanto dichiarano più o meno il nostro fornaio, l’ortolano o il parrucchiere per signora piuttosto che il meccanico che prova ad aggiustarci l’auto quando questa si stufa di scarrozzarci. Dichiarano meno di noi millecinquecentisti! Però girano col suv, fanno ferie in crociera nel mar dei Caraibi, terra d’origine dei loro antenati (leggi pirati) e se la ridono. I comunelli che ora si trovano in mutande presto dovranno pur chieder loro qualcosina in più, giusto per non dichiarare “default” (termine questo mutuato dai computer tanto per non usare l’italianissimo termine di “fallimento” che suona così male). Poi, se le cose non avessero da cambiare, come è ovvio che sarà, visto che latita la crescita, hanno pensato che aumentare l’iva di due punticini due potrebbe essere la panacea. Confusione alle stelle.

Intanto l’Europa ci guarda scuotendo il capo amareggiata. “Da lì non vien fuori niente” dicono in francese e in tedesco. I nostrani don Chisciotte della Mancia (Mancia, gran bel termine italiano purosangue) si avventano, lancia in resta, contro i mostruosi mulini a vento, ben consci di fare la fine del cavaliere di Cervantes. Ma almeno un tantino di fumo negli occhi credono di mettercelo. Illusi! Non sanno che noi ora sappiamo molte più cose di prima. Altra ghiotta news: presto le nostre narici avvertiranno un altro buon Profumo. Questo sì che risolverà tutto.

Stamattina ho udito casualmente la conversazione di due imprenditori edili. In breve: auspicavano, e credo con ragione, che se ci fosse un delegato per regione, un probo-viro indicato dai cittadini, seduto “colà dove si puote ciò che si vuole” avremmo già risolto tutti gli italici problemi. Senza elezioni, un consiglio di padri di famiglia che, stabilito il da farsi, se ne torni a casa. Senza pensioni o altro. Come nell’antica Roma. Andatevi a rileggervi la storia, troppo lungo spiegarlo in poche righe. Morale: spremi spremi, ma quando i limoni avranno dato tutto, se non si saranno piantati nuovi alberi, qualcuno si deciderà a tornare ad una sana economia curtense di medieval memoria. Che sia questa la profezia di quei porta-rogna dei Maya? Che sia questa la fine del mondo che profetizzarono leggendo le stelle? Il 2012 ormai è qui.

Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

Molto bello l'articolo intriso di memorie e linguaggi antichi che fan venir la nostalgia del bel tempo quando non c'eran computer ma saggezza pura e linguaggio pulito!Anch'io penso alla profezia dei Maja in questo senso, e la preferireialla caduta di tutte le stelle che cancellerebbe il mondo....Non posso terminare il mio commento senza esprimere inquietudine per ciò che ogni giorno il burattinaio di turno ci propone e ancor più quando si dipinge la mia ITALIA(all'estero ) con tinte fosche

Anonimo ha detto...

Concordo con il commento sopra espresso.

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