La Comunità del Movimento Laico Scalabriniano (Mls) è in lutto per la terribile morte violenta di uno dei membri: María Elizabeth Macías Castro, 39 anni, conosciuta come Marisol, che lavorava presso un giornale a Tamaulipas, che è stata sequestrata e uccisa.
Radio Vaticana - Il comunicato inviato all’agenzia Fides, firmato dallo scalabriniano padre Francisco Pellizzari, Consigliere spirituale dell’area America del nord, riferisce che "mercoledì scorso Marisol Castro, laica scalabriniana del gruppo di Nuevo Laredo, in Messico, era stata sequestrata da un gruppo di narcotrafficanti ‘padroni’ di questa regione di frontiera. Dopo 2 giorni di ricerche e di drammatico silenzio, il suo corpo senza vita è comparso in una strada della città di Nuevo Laredo, città dove era nata e dove viveva lavorando come editrice e illustratrice di un periodico locale”. Il comunicato sottolinea che le notizie a livello ufficiale sull’avvenimento sono molto scarse, e per quanto si è potuto sapere finora, sul suo corpo è stata trovata una scritta: "Questo succede ai mezzi di comunicazione che si mettono contro di noi. Chiediamo una preghiera per la nostra amica e membro del comitato centrale del Movimento Laico Scalabriniano che con molto affetto e fedeltà lavorava preso la casa del Migrante a Nuevo Laredo e manteneva quotidianamente i contatti con molti di noi del Movimento" conclude il comunicato. Marisol era “una donna di fede e di grande impegno per la giustizia” testimonia padre Rui Pedro. L'atroce assassinio potrebbe essere il terzo commesso da un cartello della droga fra i residenti di Nuevo Laredo, uccisi a causa di ciò che avevano pubblicato su Internet. Il Messico è considerato da parte delle Nazioni Unite come il Paese più pericoloso in America per gli operatori dei mezzi di comunicazione. Fino a quest’ultimo omicidio, sono una dozzina i giornalisti uccisi quest’anno, secondo un conteggio di Reporters sans frontières. Tra di loro figurano due giornaliste trovate assassinate ai primi di settembre in un parco di Città del Messico. Spesso le denunce delle violenze operate dalle bande di narcotrafficanti in queste zone di frontiera appaiono in Internet, in quanto coperte da un certo grado di anonimato, mentre i media locali vengono troppo spesso intimiditi. (R.P.)
Radio Vaticana - Il comunicato inviato all’agenzia Fides, firmato dallo scalabriniano padre Francisco Pellizzari, Consigliere spirituale dell’area America del nord, riferisce che "mercoledì scorso Marisol Castro, laica scalabriniana del gruppo di Nuevo Laredo, in Messico, era stata sequestrata da un gruppo di narcotrafficanti ‘padroni’ di questa regione di frontiera. Dopo 2 giorni di ricerche e di drammatico silenzio, il suo corpo senza vita è comparso in una strada della città di Nuevo Laredo, città dove era nata e dove viveva lavorando come editrice e illustratrice di un periodico locale”. Il comunicato sottolinea che le notizie a livello ufficiale sull’avvenimento sono molto scarse, e per quanto si è potuto sapere finora, sul suo corpo è stata trovata una scritta: "Questo succede ai mezzi di comunicazione che si mettono contro di noi. Chiediamo una preghiera per la nostra amica e membro del comitato centrale del Movimento Laico Scalabriniano che con molto affetto e fedeltà lavorava preso la casa del Migrante a Nuevo Laredo e manteneva quotidianamente i contatti con molti di noi del Movimento" conclude il comunicato. Marisol era “una donna di fede e di grande impegno per la giustizia” testimonia padre Rui Pedro. L'atroce assassinio potrebbe essere il terzo commesso da un cartello della droga fra i residenti di Nuevo Laredo, uccisi a causa di ciò che avevano pubblicato su Internet. Il Messico è considerato da parte delle Nazioni Unite come il Paese più pericoloso in America per gli operatori dei mezzi di comunicazione. Fino a quest’ultimo omicidio, sono una dozzina i giornalisti uccisi quest’anno, secondo un conteggio di Reporters sans frontières. Tra di loro figurano due giornaliste trovate assassinate ai primi di settembre in un parco di Città del Messico. Spesso le denunce delle violenze operate dalle bande di narcotrafficanti in queste zone di frontiera appaiono in Internet, in quanto coperte da un certo grado di anonimato, mentre i media locali vengono troppo spesso intimiditi. (R.P.)
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