mercoledì, settembre 07, 2011
Sono cominciati ieri a Roma i lavori di una commissione d’inchiesta dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa incaricata di indagare sul viaggio di 72 migranti partiti dalla Libia il 25 marzo e mai arrivati in Europa dove erano diretti

Agenzia Misna - Rimasti in mare 15 giorni per un’avaria al motore dell’imbarcazione sulla quale viaggiavano – senza ricevere alcun soccorso nonostante fossero stati avvistati – solo nove persone (otto etiopi e un eritreo) sono alla fine sopravvissute, risospinte dalla corrente in Libia. L’inchiesta, dice sul sito del Consiglio d’Europa il capo della commissione, Tineke Strik, ha l’obiettivo “di individuare errori ed eventuali mancanze nella catena di responsabilità”.

“La commissione – dice alla MISNA don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia per la Cooperazione e lo Sviluppo, impegnata in particolare nella salvaguardia dei diritti dei migranti del Corno d’Africa – ha potuto incontrare tre dei sopravvissuti attualmente trattenuti in Centri di accoglienza per richiedenti asilo in Basilicata e Calabria. Gli altri si trovano in Tunisia e Norvegia”.

Alla commissione del Consiglio d’Europa, i testimoni hanno ricostruito l’accaduto e raccontato di vivere tuttora il trauma di quei giorni. “Tutti riportano ferite a piedi e gambe e difficoltà di deambulazione, uno di loro dovrà subire un intervento agli occhi” aggiunge don Mussie, che fu il primo a dare l’allarme, a denunciare ripetute omissioni di soccorso e che è stato egli stesso sentito come persona informata dei fatti.

“Quello che mi preme è che si faccia giustizia – conclude Don Mussie Zerai – ma soprattutto che questa vicenda serva come monito perché non si ripeta più. Mi aspetto una pena esemplare e una presa di responsabilità degli Stati”.

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