giovedì, settembre 15, 2011
I diplomatici americani incontrano oggi Mahmoud Abbas. Il presidente palestinese definisce “inevitabile” la richiesta di riconoscimento alle Nazioni unite. Parlerà il 23 settembre all’Assemblea generale, e si prevede una maggioranza schiacciante a favore del “sì”

AsiaNews - La diplomazia americana e la baronessa Ashton per conto dell’Unione europea stanno compiendo in queste ore un ultimo tentativo per evitare che l’Autorità palestinese chieda alle Nazioni Unite il riconoscimento di uno Stato palestinese. Ma il presidente Mahmoud Abbas ha promesso che “non ci sarà una ritirata” dalla decisione di chiedere che la Palestina divenga un membro dell’Onu la settimana prossima al Palazzo di vetro di New York.

David Hale, inviato Usa per la pace in Medio Oriente, e Dennis Ross, collaboratore di Obama, sono giunti ieri sera in Israele, per incontrare Netanhyau e e il ministro della Difesa Ehud Barak. Oggi vedono il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Nei giorni scorsi il capo della politica estera europea, Catherine Ashton e l’inviato speciale per il Medio oriente Tony Blair hanno incontrato esponenti delle due parti. Ma gli sforzi diplomatici non sembra abbiano sortito alcun effetto.

E’ opinione comune degli esperti che la proposta di riconoscimento verrà approvata a larghissima maggioranza dall’Assemblea dell’Onu. Gli Stati Uniti porranno il veto all’approvazione al Consiglio di sicurezza. "Andare alle Nazioni unite e chiedere che la Palestina diventi un membro a tutti gli effetti è una cosa inevitabile e non c’è nessuna ritirata da questo. A dispetto delle pressioni esercitate su di noi, il 23 settembre andremo alle Nazioni unite a chiedere di diventare membri pienamente”. Abbas è iscritto a parlare all’Assemblea generale il 23 settembre. Il voto dell’Assemblea farà passare la Palestina dalla condizione ufficiale di “entità” a quella di “Stato non membro”, prevedendo che il veto Usa impedirà un riconoscimento pieno. Ma uno “Stato non membro” può rivolgersi alla Corte criminale internazionale e alla Corte di giustizia internazionale. “Questo è ciò che Israele e l’America non vogliono”, ha dichiarato Abbas.

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