Ieri un forte terremoto di magnitudo 6.8 ha colpito una vasta area della catena himalayana compresa tra India, Nepal, e Tibet. I morti sarebbero 32 ma il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora, e gli ultimi dati fanno salire a 40 il numero di morti. Alcune aree del nord-est indiano del Sikkim sono ancora isolate a causa di frane che hanno bloccato le principali vie di comunicazione.
I feriti sarebbero un centinaio, e molti i dispersi ancora intrappolati sotto le macerie. Secondo quanto riportato dai media indiani, le operazioni di soccorso sono rese più difficili dalla forte pioggia che si è abbattuta ieri sulla zona dell'epicentro del sisma: la frontiera tra il Sikkim e il Nepal, un'area di difficile accesso e con una popolazione molto sparsa. I diversi battaglioni inviati sul posto hanno soccorso finora 300 persone tra cui 25 turisti, alcuni dei quali stranieri. L'agenzia di stampa Press Trust of India informa che nello stato indiano del Sikkim sono morte 19 persone, 5 nel West Bengala, 7 in Nepal e 7 nel vicino Tibet. La maggior parte dei villaggi deve ancora essere raggiunta perciò è probabile che il numero delle vittime salga ancora, così come il numero degli intrappolati sotto le macerie. L'agenzia di stampa indiana comunica inoltre il ritrovamento del convoglio militare di 50 soccorritori disperso nella notte su una strada del Sikkim bloccata da una grossa frana.
Il maltempo scatenatosi dopo il terremoto rallenta i soccorsi, rendendo più difficile la ricerca e l'avvistamento dei superstiti da parte degli elicotteri che stanno sorvolando la zona. Da stamattina tuttavia sono state ristabilite le comunicazioni di telefonia cellulare e anche l'elettricità nel capoluogo di Ganktok, centro direttivo dei soccorsi destinati alle vallate a nord.
I feriti sarebbero un centinaio, e molti i dispersi ancora intrappolati sotto le macerie. Secondo quanto riportato dai media indiani, le operazioni di soccorso sono rese più difficili dalla forte pioggia che si è abbattuta ieri sulla zona dell'epicentro del sisma: la frontiera tra il Sikkim e il Nepal, un'area di difficile accesso e con una popolazione molto sparsa. I diversi battaglioni inviati sul posto hanno soccorso finora 300 persone tra cui 25 turisti, alcuni dei quali stranieri. L'agenzia di stampa Press Trust of India informa che nello stato indiano del Sikkim sono morte 19 persone, 5 nel West Bengala, 7 in Nepal e 7 nel vicino Tibet. La maggior parte dei villaggi deve ancora essere raggiunta perciò è probabile che il numero delle vittime salga ancora, così come il numero degli intrappolati sotto le macerie. L'agenzia di stampa indiana comunica inoltre il ritrovamento del convoglio militare di 50 soccorritori disperso nella notte su una strada del Sikkim bloccata da una grossa frana.
Il maltempo scatenatosi dopo il terremoto rallenta i soccorsi, rendendo più difficile la ricerca e l'avvistamento dei superstiti da parte degli elicotteri che stanno sorvolando la zona. Da stamattina tuttavia sono state ristabilite le comunicazioni di telefonia cellulare e anche l'elettricità nel capoluogo di Ganktok, centro direttivo dei soccorsi destinati alle vallate a nord.
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