Da Bruxelles l'Ue lancia la sfida: consumare meno le risorse del Pianeta
PeaceReporter - Vogliamo chiamarla road map? Oppure preferiamo utilizzare l'italianissimo: linee guida? Qualunque sia il modo in cui si vogliono definire le scelte Ue, il concetto resta sempre lo stesso: diventare più amici dell'ambiente, rispettandolo, rispettando le risorse che ci regala, in modo da diventare sempre più competitivi sul fronte economico. Queste le linee dettate dalla Commissione dell'Unione Europea, che spera di riuscire a creare più domanda per i settori merceologici che producono eco-prodotti oltre a incentivare l'uso dei rifiuto come risorsa e di conseguenza alimentare in modo sostanzioso il grande e quasi inesplorato mercato delle materie secondarie.
Obiettivo fondamentale la trasformazione entro il 2050 dell'attuale modello economico europeo in un modello di economia sostenibile.
"E' un piano che va nella giusta direzione" dice da Bruxelles Mauro Albrizzio di Legambiente. "Ha però un grande limite che si basa su un approccio che possiamo definire volontaristico e non fissando target concreti. Questa è una delle modifiche che ci impegneremo a cambiare durante la discussione che avverrà nell'europarlamento".
Dunque, ridurre e riutilizzare saranno termini che nei prossimi anni verranno sempre più utilizzati dai governi per giungere all'obiettivo di realizzare un'economia sostenibile. "L'economia europea non potrà essere competitiva se non ci sarà un impegno concreto di tutti e anche un impegno culturale" continua Albrizzio. "Tutto questo perché, pensiamo alla Cina, nel piano quinquennale appena approvato si investono la bellezza di oltre 500 miliardi di dollari nella Low Carbon Economy". Tanto, tantissimo rispetto a altri stati. "Ma questa è la via maestra per riprendere la crescita. Soprattutto in un momento di forte crisi finanziaria come questo. L'unico vero vincolo è quello legato al riscaldamento del pianeta e se non si tengono le emissioni al di sotto di un certo limite cioè all'innalzamento di due gradi centigradi entro la fine del secolo salta tutto. Ecco perché le grandi economie come in Europa la Germana o la Cina oppure il Sudafrica e il Brasile, tutti Paesi che investono sulla Low Carbon Economy, perché è il modo migliore per arrivare primi, essere in vantaggio sui possibili concorrenti"aggiunge Albrizzio
Di sicuro, però, in Europa ci sono stati che sono più avanti di altri. "La Germania senza dubbio è leader non solo europeo ma mondiale e per quanto riguarda il grande passo in avanti della Cina è tutto merito delle joint-venture tedesche".
PeaceReporter - Vogliamo chiamarla road map? Oppure preferiamo utilizzare l'italianissimo: linee guida? Qualunque sia il modo in cui si vogliono definire le scelte Ue, il concetto resta sempre lo stesso: diventare più amici dell'ambiente, rispettandolo, rispettando le risorse che ci regala, in modo da diventare sempre più competitivi sul fronte economico. Queste le linee dettate dalla Commissione dell'Unione Europea, che spera di riuscire a creare più domanda per i settori merceologici che producono eco-prodotti oltre a incentivare l'uso dei rifiuto come risorsa e di conseguenza alimentare in modo sostanzioso il grande e quasi inesplorato mercato delle materie secondarie.
Obiettivo fondamentale la trasformazione entro il 2050 dell'attuale modello economico europeo in un modello di economia sostenibile.
"E' un piano che va nella giusta direzione" dice da Bruxelles Mauro Albrizzio di Legambiente. "Ha però un grande limite che si basa su un approccio che possiamo definire volontaristico e non fissando target concreti. Questa è una delle modifiche che ci impegneremo a cambiare durante la discussione che avverrà nell'europarlamento".
Dunque, ridurre e riutilizzare saranno termini che nei prossimi anni verranno sempre più utilizzati dai governi per giungere all'obiettivo di realizzare un'economia sostenibile. "L'economia europea non potrà essere competitiva se non ci sarà un impegno concreto di tutti e anche un impegno culturale" continua Albrizzio. "Tutto questo perché, pensiamo alla Cina, nel piano quinquennale appena approvato si investono la bellezza di oltre 500 miliardi di dollari nella Low Carbon Economy". Tanto, tantissimo rispetto a altri stati. "Ma questa è la via maestra per riprendere la crescita. Soprattutto in un momento di forte crisi finanziaria come questo. L'unico vero vincolo è quello legato al riscaldamento del pianeta e se non si tengono le emissioni al di sotto di un certo limite cioè all'innalzamento di due gradi centigradi entro la fine del secolo salta tutto. Ecco perché le grandi economie come in Europa la Germana o la Cina oppure il Sudafrica e il Brasile, tutti Paesi che investono sulla Low Carbon Economy, perché è il modo migliore per arrivare primi, essere in vantaggio sui possibili concorrenti"aggiunge Albrizzio
Di sicuro, però, in Europa ci sono stati che sono più avanti di altri. "La Germania senza dubbio è leader non solo europeo ma mondiale e per quanto riguarda il grande passo in avanti della Cina è tutto merito delle joint-venture tedesche".
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