La diminuzione delle risorse rischia di indebolire l'Agenzia di intelligence contro le mafie
Liberainformazione - Ha del clamoroso e del contraddittorio l'ultima iniziativa del governo in tempo ed in materia di lotta alla mafia ma anche, purtroppo, in tempo di tagli. La cinica scure tirata fuori per combattere la crisi amputa le risorse alla DIA, la Direzione Investigativa Antimafia voluta da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per combattere più efficacemente le grandi organizzazioni criminali. Tagli che hanno toccato proprio il Ministero dell'Interno, di cui la DIA fa parte, quello rappresentato dall'On. Maroni, che nemmeno un anno fa a “Vieni via con me” di Fazio e Saviano si era esibito illustrando i risultati positivi in materia che l'attività delle forze dell'ordine era riuscita a raggiungere.
Numeri importanti, ribaditi nel volantino di protesta che gli uomini della DIA hanno distribuito per divulgare quanto l'impegno delle forze dell'ordine abbia dato i suoi frutti. Sequestri per 5,7 miliardi di Euro e confische per 1,5 miliardi negli ultimi 18 mesi, oltre al grande contributo fornito ad indagini fondamentali come quelle sulle stragi. Un'enormità se raffrontati alle risorse che fino ad ora erano destinate all'organo delle forze dell'ordine, ossia appena 19 milioni di Euro. Come pure è enorme ciò che le verrebbe sottratto: ben 13 milioni di Euro, il 68% di in meno. Che genera negli ambienti degli operatori di pubblica sicurezza un sospetto, quello che secondo alcuni la manovra potrebbe celare in realtà la volontà di smantellare una delle principali strutture della lotta alla mafia.
Resa operativa con la legge n. 400 del 30 dicembre 1991 in conversione di alcuni decreti d'urgenza che l'avevano istituita, le sono attribuiti compiti investigativi e di prevenzione nella lotta alla mafia. Con sede centrale a Roma, è stata dotata di vari centri e sezioni operativi sparsi per tutto il territorio nazionale, man mano che la percezione del fenomeno mafioso veniva carpita e si rendeva necessario un contrasto sul territorio al di fuori di quelle che erano state fino a un certo punto le aree tradizionali di insediamento e influenza delle organizzazioni di stampo mafioso.
Perplessità sono state espresse da tutte le associazioni sindacali di polizia e da diversi esponenti delle diverse armi che operano in coordinamento con la DIA a cui si cono aggiunte quelle del Presidente della Commissione Antimafia, Beppe Pisanu, il quale si augura vengano trovate altre risorse affinché non sia frenata l'azione di contrasto. E con lui ce lo auguriamo tutti.
Liberainformazione - Ha del clamoroso e del contraddittorio l'ultima iniziativa del governo in tempo ed in materia di lotta alla mafia ma anche, purtroppo, in tempo di tagli. La cinica scure tirata fuori per combattere la crisi amputa le risorse alla DIA, la Direzione Investigativa Antimafia voluta da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per combattere più efficacemente le grandi organizzazioni criminali. Tagli che hanno toccato proprio il Ministero dell'Interno, di cui la DIA fa parte, quello rappresentato dall'On. Maroni, che nemmeno un anno fa a “Vieni via con me” di Fazio e Saviano si era esibito illustrando i risultati positivi in materia che l'attività delle forze dell'ordine era riuscita a raggiungere.
Numeri importanti, ribaditi nel volantino di protesta che gli uomini della DIA hanno distribuito per divulgare quanto l'impegno delle forze dell'ordine abbia dato i suoi frutti. Sequestri per 5,7 miliardi di Euro e confische per 1,5 miliardi negli ultimi 18 mesi, oltre al grande contributo fornito ad indagini fondamentali come quelle sulle stragi. Un'enormità se raffrontati alle risorse che fino ad ora erano destinate all'organo delle forze dell'ordine, ossia appena 19 milioni di Euro. Come pure è enorme ciò che le verrebbe sottratto: ben 13 milioni di Euro, il 68% di in meno. Che genera negli ambienti degli operatori di pubblica sicurezza un sospetto, quello che secondo alcuni la manovra potrebbe celare in realtà la volontà di smantellare una delle principali strutture della lotta alla mafia.
Resa operativa con la legge n. 400 del 30 dicembre 1991 in conversione di alcuni decreti d'urgenza che l'avevano istituita, le sono attribuiti compiti investigativi e di prevenzione nella lotta alla mafia. Con sede centrale a Roma, è stata dotata di vari centri e sezioni operativi sparsi per tutto il territorio nazionale, man mano che la percezione del fenomeno mafioso veniva carpita e si rendeva necessario un contrasto sul territorio al di fuori di quelle che erano state fino a un certo punto le aree tradizionali di insediamento e influenza delle organizzazioni di stampo mafioso.
Perplessità sono state espresse da tutte le associazioni sindacali di polizia e da diversi esponenti delle diverse armi che operano in coordinamento con la DIA a cui si cono aggiunte quelle del Presidente della Commissione Antimafia, Beppe Pisanu, il quale si augura vengano trovate altre risorse affinché non sia frenata l'azione di contrasto. E con lui ce lo auguriamo tutti.
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