Sequestrata cocaina purissima per il valore di 135 milioni di euro
Liberainformazione - Erano contenuti in nove borsoni i 494 panetti di cocaina purissima (560 kg) destinati a fruttare circa 135 milioni di euro, proveniente da Panama attraverso l’Ecuador, maneggiati e trasportati all’interno dello scalo di Gioia Tauro da Vincenzo Trimarchi, dipendente MCT, arrestato. 494 panetti sono stati intercettati dai militari del Gruppo Operativo Antidroga (GOA) del Gico del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del gruppo di Gioia Tauro unitamente al Servizio di Vigilanza Antifrode (SVAD) dell’Agenzia delle Dogane, nel pomeriggio di ieri quando, sotto il coordinamento della DDA reggina e della competente Procura di Palmi, il carico di droga giunto a Gioia Tauro a bordo della portacontainer contenente pellame, è stato intercettato e bloccato nella sua misura maggiore, con altro carico civetta occultato in una nave trasportante caffè di minore entità finalizzato alla distrazione dei dispositivi di controllo. Messo in atto dunque dai militari un nuovo modus operandi evidentemente efficace.
Dal marzo dello scorso anno i militari, sequestrando oltre 1000 chilogrammi di droga, notavano infatti questa strategia di invio di carichi inferiori (anche 30 – 40 chilogrammi) contemporanei a carichi più ingenti, per compromettere in controlli. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa introdotta dal procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, alla presenza del procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo, del procuratore Aggiunto della DDA reggina Michele Prestipino, di Rocco Burdo, capo dell’intelligence Svad Agenzia Dogane Roma, del neo comandante delle Fiamme Gialle reggine, il colonnello Cosimo Di Gesù, del tenente colonnello Gerardo Mastrodomenico, comandante del GICO della Guardia di Finanza di Reggio, di Claudio Petrozziello comandante del nucleo di Polizia Tributaria della stessa Guardia di Finanza e del comandante del gruppo di Gioia Tauro, Luca Barbara.
Un’attività di osservazione e pedinamento, in particolare quella di ieri pomeriggio, dell’operatore qualificato, dipendente della MCT, società terminalista di container presso lo scalo, Vincenzo Trimarchi, tratto in arresto, che si occupava di trasportare il carico illecito, per garantirne l’uscita dall’area portuale. L’operazione denominata “Kim 2011” condotta in clima di massima sinergia tra le forze coinvolte, presenta infatti una serie di peculiarità e valori aggiunti tra cui quello maggiormente evidente ossia del sequestro del carico e dell’individuazione del responsabile interno alla struttura portuale. Ulteriori indagini sono in corso per eventuali collocazioni dello stesso all’interno della geografia criminale variegata della Piana. Altro elemento di spicco di questa indagine è rappresentato dal ruolo rivestito dallo stesso scalo calabrese nell’ambito del traffico internazionale di droga e delle infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Il Porto di Gioia Tauro, infatti, non è solo un porto di transito ma anche di destinazione per approvvigionamento locale con l’ausilio di operatori qualificati e con incarichi di responsabilità (gestione turni di servizio ad esempio) che agevolano il trasporto, con mezzi di servizio, di carichi illeciti dall’interno della zona portuale all’esterno.
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