lunedì, ottobre 03, 2011
Convegno alla Sapienza su comunicazione e cittadinanza attiva

Radio Vaticana - “Comunicazione e Civic engagement: istituzioni, cittadini e spazi pubblici nella posmodernità”. Il tema di grande attualità è stato affrontato nei giorni scorsi in un Convegno promosso dall’Associazione italiana sociologi, in collaborazione con il Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale dell’Università “La Sapienza” di Roma, con la presenza di ospiti internazionali.Roberta Gisotti ha intervistato Franca Faccioli, presidente dei sociologi italiani: ascolta.

R. - “Civic engagement” indica tutte quelle attività di impegno sociale che i cittadini portano avanti in prima persona in relazione a problemi, che vanno dai piccoli problemi della quotidianità - che per tutti noi sono, però, estremamente importanti – al rapporto con la politica, anche solamente attraverso il comportamento elettorale e quindi il voto, fino al coinvolgimento su idee e su tematiche di più ampio respiro che riguardano ideali e valori della società. E’ un tema che a livello internazionale è diventato abbastanza visibile da un po’ di tempo; in Italia – io direi – è esploso invece negli ultimi anni e in particolare in situazioni più recenti: pensiamo ai movimenti della Tav, ma anche al referendum per l’acqua… Ci sono tutta una serie di realtà in cui le richieste dei cittadini - ad esempio sulla tutela di una strada, sulla progettazione di un parco, ecc.- sono state estremamente determinanti e significative. C’è poi un’altra realtà, secondo me, molto interessante e che è quella del commercio equo e solidale, forme cioè di consumo che sono legate ai valori come, per esempio, il ‘chilometro zero’ o le ‘farmer market’.

D. – Profe.ssa Faccioli, questa riflessione dell’Associazione italiana sociologi arriva – a dire il vero – in un momento di profonda crisi dei cittadini italiani, una crisi di fiducia, una crisi valoriale rispetto a chi dovrebbe organizzare il consenso, a chi dovrebbe raccogliere le istanze che arrivano dal basso della società ovvero le istituzioni politiche. Lei ha citato tanti esempi, ma che sono ancora piccoli esempi eroici. Da dove bisogna ripartire per insegnare ai cittadini a riprendersi in mano la propria vita sociale?

R. – Noi viviamo, in questo momento, sicuramente in una situazione di emergenza democratica e questo è sotto gli occhi di tutto. Al di là di qualsiasi posizione politica uno possa avere, questo è uno scenario istituzionale imbarazzante, se non vergognoso… Le istituzioni sono bloccate da molto di tempo su problemi che hanno poco a che fare con la tutela di beni comuni e con la vita quotidiana delle persone. Sicuramente questo discorso non fa bene neanche alle istituzioni che funzionano, perché ormai sono tutte dentro questa etichetta negativa delle istituzioni che si pensano tutte corrotte. E’ difficile in questo momento avere voce, perché i media, i media mainstream che fanno poi l’opinione pubblica sono espressione di grosse lobby di potere, di grossi gruppi imprenditoriali e quindi portano avanti discorsi che sono anche molto guidati da un certo punto di vista. Come sociologi, credo che abbiamo proprio l’obbligo in questo caso…

D. – …. a questo proposito si ha l’impressione che la sociologia in questo momento sia una scienza messa in ombra, forse proprio perché scomoda…

R. – I media chiamano poco i sociologi a parlare dell’analisi dei processi, perché – appunto - forse sono voci scomode o forse la loro produzione certe volte sembra non essere vicina ai problemi più attuali: ma non è affatto così, perché c’è una ricchezza di ricerche enorme su questo! Devo, però dire anche un’altra cosa: noi scontiamo, perlomeno noi che siamo un’università pubblica italiana, un taglio dei fondi e un taglio delle risorse per poter lavorare. La ricerca è faticosa, richiede tantissima gente e tantissimo tempo, perché altrimenti non si riesce a fare. La sociologia che vive di ricerca si trova, quindi, un po’ con le ali tagliate.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa