Affidamenti in economia e procedimenti in somma urgenza per imprese che abbiano denunciato il pizzo
Liberainformazione - È stata presentata, venerdì scorso, la prima delibera antiracket del Comune di Napoli. Il provvedimento, che porta la firma dell’Assessore alla Sicurezza e Beni Confiscati, Giuseppe Narducci, prevede una serie di meccanismi premiali a favore di quelle imprese che abbiano denunciato il racket. Una “white list”, per cosi dire, dalla quale il Comune di Napoli, da ora in poi, attingerà per la selezione degli operatori economici e imprese, specialmente per quanto concerne l’affidamento di lavori, servizi e forniture in economia o attraverso procedimenti in somma urgenza.
Un ambito, quello degli affidamenti in economia e dei procedimenti in somma urgenza, assai insidioso, per certi versi, sicuramente rischiosi in certi territori. Perché, la legge nazionale, in questi casi opera una semplificazione, liberando i processi decisionali dal vincolo della gara d’appalto tipica.
Anche se molto spesso neanche questa risulta essere solido baluardo di legalità. Ma negli affidamenti in economia o nei procedimenti di somma urgenza, la stazione appaltante (qualunque amministrazione o ente), nella persona del responsabile del procedimento, non deve procedere ad indire una gara d’appalto formale ma va ad attivare un procedimento informale per operare direttamente la scelta del migliore contraente. Su questo terreno assai scivoloso, moltissime amministrazioni nel tempo, hanno dato prova di una “debolezza” quasi endemica nei confronti di ovvie infiltrazioni da parte di imprese camorristiche. Imprese che, anche per periodi di tempo continuativi e considerevoli, si sono garantite il monopolio della gestione degli affidamenti in economia e somma urgenza. Insomma, un vero e proprio provvedimento per lo sviluppo, tra i primi di questo tipo in Italia, che certamente mira ad incoraggiare quegli atteggiamenti diretti a denunciare le vessazioni estorsive da parte della criminalità organizzata.
In verità il documento, illustrato venerdì da Narducci, va oltre il reato dell’estorsione. Certamente si parte dalla denuncia e la conseguente collaborazione con la magistratura per quanto concerne il racket, ma sono ricomprese anche altre fattispecie penali che comunque possono assumere matrice camorristica e inquinare i rapporti tra le imprese sul mercato. Si tratta dei delitti di illecita concorrenza mediante violenza o minaccia, di turbata libertà degli incanti e, di recentissima introduzione, quello di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Tutte ipotesi che vengono prese in considerazione dalla delibera se e in quanto abbiano una connotazione di stampo camorristico. Cioè la maggior parte dei casi. Ma la delibera antiracket, promuove anche la competitività e la concorrenza tra le imprese. Quelle soggette al giogo estorsivo da parte dei clan camorristici, infatti, percorrono un iter che necessariamente le porterà ad uscire dal mercato. Dunque una decisione a sostegno delle imprese che scelgono di denunciare, in quanto, potranno vedersi affidati lavori in economia o somma urgenza (per un valore massimo di 1 milione di euro) o garantire forniture secondo meccanismi di rotazione e «nel pieno rispetto – precisa Narducci – dei principi comunitari di non discriminazione, rotazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza».
Affinchè le imprese in questione possano accedere all’elenco è necessario, però, che siano effettuati alcuni passaggi, confermativi di un atteggiamento di denuncia. Al di là dei requisiti tecnico-formali comunque richiesti, è necessario che la denuncia abbia già portato ad uno snodo cruciale della vicenda giudiziaria. Indagini concluse e magari il rinvio a giudizio dei presunti estorsori. Salvo prevedere la revoca e la cancellazione dalla lista per quelle imprese che dovessero “tirarsi indietro” e modificare l’atteggiamento di contrasto all’organizzazione camorristica. Ma c’è chiaramente un riflesso anche sociale, in tutta questa vicenda. Lo dimostra non solo quanto si legge nella delibera con la quale «l' Amministrazione comunale intende ricordare Domenico Noviello e Federico Del Prete, tutte le vittime innocenti del racket e le loro famiglie», ma anche le parole che l’Assessore Narducci volge ai rappresentanti della società civile, in particolare Libera e le associazioni antiracket “Pianura per la legalità” presenti in sala durante la conferenza stampa. Parole che invitano ad una coesione e unicità nel contrasto alle mafie.
Liberainformazione - È stata presentata, venerdì scorso, la prima delibera antiracket del Comune di Napoli. Il provvedimento, che porta la firma dell’Assessore alla Sicurezza e Beni Confiscati, Giuseppe Narducci, prevede una serie di meccanismi premiali a favore di quelle imprese che abbiano denunciato il racket. Una “white list”, per cosi dire, dalla quale il Comune di Napoli, da ora in poi, attingerà per la selezione degli operatori economici e imprese, specialmente per quanto concerne l’affidamento di lavori, servizi e forniture in economia o attraverso procedimenti in somma urgenza.
Un ambito, quello degli affidamenti in economia e dei procedimenti in somma urgenza, assai insidioso, per certi versi, sicuramente rischiosi in certi territori. Perché, la legge nazionale, in questi casi opera una semplificazione, liberando i processi decisionali dal vincolo della gara d’appalto tipica.
Anche se molto spesso neanche questa risulta essere solido baluardo di legalità. Ma negli affidamenti in economia o nei procedimenti di somma urgenza, la stazione appaltante (qualunque amministrazione o ente), nella persona del responsabile del procedimento, non deve procedere ad indire una gara d’appalto formale ma va ad attivare un procedimento informale per operare direttamente la scelta del migliore contraente. Su questo terreno assai scivoloso, moltissime amministrazioni nel tempo, hanno dato prova di una “debolezza” quasi endemica nei confronti di ovvie infiltrazioni da parte di imprese camorristiche. Imprese che, anche per periodi di tempo continuativi e considerevoli, si sono garantite il monopolio della gestione degli affidamenti in economia e somma urgenza. Insomma, un vero e proprio provvedimento per lo sviluppo, tra i primi di questo tipo in Italia, che certamente mira ad incoraggiare quegli atteggiamenti diretti a denunciare le vessazioni estorsive da parte della criminalità organizzata.
In verità il documento, illustrato venerdì da Narducci, va oltre il reato dell’estorsione. Certamente si parte dalla denuncia e la conseguente collaborazione con la magistratura per quanto concerne il racket, ma sono ricomprese anche altre fattispecie penali che comunque possono assumere matrice camorristica e inquinare i rapporti tra le imprese sul mercato. Si tratta dei delitti di illecita concorrenza mediante violenza o minaccia, di turbata libertà degli incanti e, di recentissima introduzione, quello di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Tutte ipotesi che vengono prese in considerazione dalla delibera se e in quanto abbiano una connotazione di stampo camorristico. Cioè la maggior parte dei casi. Ma la delibera antiracket, promuove anche la competitività e la concorrenza tra le imprese. Quelle soggette al giogo estorsivo da parte dei clan camorristici, infatti, percorrono un iter che necessariamente le porterà ad uscire dal mercato. Dunque una decisione a sostegno delle imprese che scelgono di denunciare, in quanto, potranno vedersi affidati lavori in economia o somma urgenza (per un valore massimo di 1 milione di euro) o garantire forniture secondo meccanismi di rotazione e «nel pieno rispetto – precisa Narducci – dei principi comunitari di non discriminazione, rotazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza».
Affinchè le imprese in questione possano accedere all’elenco è necessario, però, che siano effettuati alcuni passaggi, confermativi di un atteggiamento di denuncia. Al di là dei requisiti tecnico-formali comunque richiesti, è necessario che la denuncia abbia già portato ad uno snodo cruciale della vicenda giudiziaria. Indagini concluse e magari il rinvio a giudizio dei presunti estorsori. Salvo prevedere la revoca e la cancellazione dalla lista per quelle imprese che dovessero “tirarsi indietro” e modificare l’atteggiamento di contrasto all’organizzazione camorristica. Ma c’è chiaramente un riflesso anche sociale, in tutta questa vicenda. Lo dimostra non solo quanto si legge nella delibera con la quale «l' Amministrazione comunale intende ricordare Domenico Noviello e Federico Del Prete, tutte le vittime innocenti del racket e le loro famiglie», ma anche le parole che l’Assessore Narducci volge ai rappresentanti della società civile, in particolare Libera e le associazioni antiracket “Pianura per la legalità” presenti in sala durante la conferenza stampa. Parole che invitano ad una coesione e unicità nel contrasto alle mafie.
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