La terza edizione del Festival francescano ha registrato quest’anno 50.000 presenze. L’appuntamento per l’anno prossimo è nella città di Rimini.
Si possono tirare le somme e citare alcune cifre a conclusione della terza edizione del Festival francescano a Reggio Emilia: quest’anno, pubblico raddoppiato rispetto alle due edizioni precedenti con 50.000 presenze in tre giorni, più di 60 appuntamenti per un programma particolarmente variegato, quasi 10.000 partecipanti ai due grandi concerti, quelli di Niccolò Fabi, che ha chiuso con tutti i suoi musicisti il tour estivo, e di Giovanni Allevi, che si è esibito davanti ad una folla quasi magicamente in silenzio, dopo avere dialogato sul palco con la presentatrice Rai Francesca Fialdini. La musica è stata il filo conduttore di moltissime iniziative del Festival: tra le più apprezzate, la lezione di Walter Gatti sulla canzone italiana, assieme ai musicisti della Compagnia di Marco Dieci. Ma grande seguito hanno avuto le proposte di spiritualità.
“Ormai non ci stupisce che le iniziative più apprezzate siano quelle più propriamente legate alla spiritualità - afferma fra Alessandro Caspoli, presidente del Festival - Ce n’è un grande bisogno oggi, e noi francescani cerchiamo di andare laddove c’è necessità, come ha fatto san Francesco”. Infatti, in 8.000 hanno visitato e pregato davanti alla reliquia “del sangue di san Francesco” portata nel battistero cittadino da La Verna, quasi 2.000 persone hanno partecipato alle funzioni religiose (messe e lodi), circa 800 hanno adorato il Santissimo nella tenda della preghiera, dove erano presenti le clarisse. “Abbiamo accolto con gioia questo invito a partecipare al Festival - ha detto suor Cecilia - Ho trovato molto rispetto nei nostri confronti da parte di tutti. E sono state davvero tante le persone che ci hanno affidato i loro dolori, le loro preoccupazioni”.
Nell’edizione che aveva come slogan “Francesco d’Italia”, tema trattato in particolare nella conferenza di padre Enzo Fortunato, è stato proprio un sentimento generale di preoccupazione sull’attualità ad emergere dalle domande del pubblico. Un appello alla coerenza tra il dire e l’agire è stata la proposta di molti relatori, da Gian Antonio Stella, la cui lezione è stata seguita da 700 persone, ad Armando Massarenti, che assieme ad Alessandro Meluzzi ha parlato di temi etici, in un notevole confronto tra visione laica e visione cattolica. Ernesto Olivero ha invece portato l’attenzione sulla necessità del farsi servitori per gli altri soprattutto da parte di coloro che ricoprono cariche sia religiose che politiche. Ma il Festival non ha parlato solo dell’Italia: il futuro dell’Europa e del suo rapporto con il resto del Mondo è stato al centro del discorso di Romano Prodi, mentre dell’impegno per l’Africa ha parlato Marco Impagliazzo.
Al termine della tre giorni, c’è stato un simbolico passaggio tra Reggio Emilia e Rimini, futura sede del Festival. “Reggio Emilia ci ha accolti senza esitare per quella che all’inizio sembrava una meravigliosa pazzia - commenta fra Giordano Ferri, coordinatore generale del Festival - Siamo pertanto davvero grati a questa città, ma è importante seguire uno dei nostri carismi, quello dell’itineranza, e portare il messaggio di san Francesco anche ad altre comunità”.
Si possono tirare le somme e citare alcune cifre a conclusione della terza edizione del Festival francescano a Reggio Emilia: quest’anno, pubblico raddoppiato rispetto alle due edizioni precedenti con 50.000 presenze in tre giorni, più di 60 appuntamenti per un programma particolarmente variegato, quasi 10.000 partecipanti ai due grandi concerti, quelli di Niccolò Fabi, che ha chiuso con tutti i suoi musicisti il tour estivo, e di Giovanni Allevi, che si è esibito davanti ad una folla quasi magicamente in silenzio, dopo avere dialogato sul palco con la presentatrice Rai Francesca Fialdini. La musica è stata il filo conduttore di moltissime iniziative del Festival: tra le più apprezzate, la lezione di Walter Gatti sulla canzone italiana, assieme ai musicisti della Compagnia di Marco Dieci. Ma grande seguito hanno avuto le proposte di spiritualità.
“Ormai non ci stupisce che le iniziative più apprezzate siano quelle più propriamente legate alla spiritualità - afferma fra Alessandro Caspoli, presidente del Festival - Ce n’è un grande bisogno oggi, e noi francescani cerchiamo di andare laddove c’è necessità, come ha fatto san Francesco”. Infatti, in 8.000 hanno visitato e pregato davanti alla reliquia “del sangue di san Francesco” portata nel battistero cittadino da La Verna, quasi 2.000 persone hanno partecipato alle funzioni religiose (messe e lodi), circa 800 hanno adorato il Santissimo nella tenda della preghiera, dove erano presenti le clarisse. “Abbiamo accolto con gioia questo invito a partecipare al Festival - ha detto suor Cecilia - Ho trovato molto rispetto nei nostri confronti da parte di tutti. E sono state davvero tante le persone che ci hanno affidato i loro dolori, le loro preoccupazioni”.
Nell’edizione che aveva come slogan “Francesco d’Italia”, tema trattato in particolare nella conferenza di padre Enzo Fortunato, è stato proprio un sentimento generale di preoccupazione sull’attualità ad emergere dalle domande del pubblico. Un appello alla coerenza tra il dire e l’agire è stata la proposta di molti relatori, da Gian Antonio Stella, la cui lezione è stata seguita da 700 persone, ad Armando Massarenti, che assieme ad Alessandro Meluzzi ha parlato di temi etici, in un notevole confronto tra visione laica e visione cattolica. Ernesto Olivero ha invece portato l’attenzione sulla necessità del farsi servitori per gli altri soprattutto da parte di coloro che ricoprono cariche sia religiose che politiche. Ma il Festival non ha parlato solo dell’Italia: il futuro dell’Europa e del suo rapporto con il resto del Mondo è stato al centro del discorso di Romano Prodi, mentre dell’impegno per l’Africa ha parlato Marco Impagliazzo.
Al termine della tre giorni, c’è stato un simbolico passaggio tra Reggio Emilia e Rimini, futura sede del Festival. “Reggio Emilia ci ha accolti senza esitare per quella che all’inizio sembrava una meravigliosa pazzia - commenta fra Giordano Ferri, coordinatore generale del Festival - Siamo pertanto davvero grati a questa città, ma è importante seguire uno dei nostri carismi, quello dell’itineranza, e portare il messaggio di san Francesco anche ad altre comunità”.
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