venerdì, ottobre 28, 2011
Il Tribunale di Milano ha respinto l’istanza fallimentare presentata dalla Procura contro la Fondazione del Monte Tabor

di Benedetta Biasci

L’ospedale milanese di Don Verzé, gravato da un buco finanziario di 1.5 miliardi, è salvo, almeno per ora. I giudici del Tribunale hanno respinto la richiesta fallimentare che i Pm di Milano avevano presentato il 23 settembre (vedi il nostro articolo) e hanno dato il via libera al concordato preventivo presentato dal nuovo Cda dell’Ospedale. Il piano di salvataggio che prevede l’intervento dello Ior (Istituto per le opere religiose) e dell’imprenditore genovese Vittorio Malacalza è stato accolto, ma rimangono alcuni punti critici da risolvere, tra cui il conflitto di interessi. I giudici pongono infatti condizioni e limitazioni rigorose al piano, consegnando ampi poteri nelle mani dei commissari indicati dal tribunale stesso. Le incongruenze, gli scandali, le società estere e le polemiche che ruotano attorno all’ospedale non convincono i Pm, che ancora non si fidano e chiedono chiarezza.

Le indagini non si fermano: si cerca infatti di ricostruire la genesi del disastro finanziario dell’Ospedale. Nel frattempo il San Raffaele andrà avanti soprattutto per tutelare i posti di lavoro e il suo patrimonio di conoscenze scientifiche e capacità clinica.

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