L'opposizione una volta su tre ha votato a favore del Governo, evitando che la maggioranza andasse sotto. I dati della ricerca di Openpolis mostrano che parlamentari troppo spesso dimenticano da chi sono stati eletti.
PeaceReporter - Il Governo Berlusconi annaspa e in Parlamento sono sempre più frequenti i casi in cui la maggioranza va sotto nelle votazioni per approvare i propri disegni di legge: cento volte dall'inizio della legislatura. In realtà, però, potevano essere ben 5.098. È questo il dato che emerge da uno studio condotto dal sito Openparlamento.org, gruppo di studio legato a Openpolis, secondo cui i voti o le assenze dell'opposizioni hanno salvato la compagine di governo in media più una volta ogni tre votazioni. Correva l'anno 2008. Il Governo Berlusconi muoveva i primi passi e l'attività parlamentare era fervente come mai nel resto della legislatura.
E le opposizioni hanno disteso un tappeto rosso per far passare i disegni di legge proposti dal Governo. Nel 58 percento dei casi, Partito democratico, Italia dei valori e Popolo della libertà hanno votato all'unisono. L'11 giugno si votava per il salvataggio dell'Alitalia: il Governo l'ha spuntata per 23 voti. Gli onorevoli dell'opposizione che hanno disertato l'aula o che hanno votato con Pdl e Lega sono 24.
Con il 2009 la tendenza s'inverte: erano i tempi in cui nella maggioranza iniziava a palesarsi la prima profonda frattura fra finiani e berlusconiani. Poi, in questi primi sei mesi del 2011, le "votazioni-fotocopia" scendono all'11 percento, forse perché si sente nell'aria il profumo di nuove elezioni. Ma questo non impedisce all'opposizione di soccorrere la maggioranza in più di un'occasione. Per esempio l'approvazione dello scudo fiscale, tra settembre e ottobre del 2009, quando dall'aula di Montecitorio mancavano 20 voti per fermare il condono voluto da Tremonti. E gli assenti sono stati 30. Oppure la legge sul rimpatrio e sull'allungamento dei tempi di detenzione di Cie, nel luglio di quest'anno: la maggioranza ha vinto di sedici lunghezze e all'appello mancavano 36 "no" dell'opposizione.
Il segretario democratico Pierluigi Bersani ha potuto più di Saverio Romano, ex Udc passato tra i Responsabili e ora alla guida del ministero dell'Agricoltura. Il leader del Pd ha salvato il governo 2.306 volte, mentre Romano 1.237. Altissimi in classifica anche l'irriducibile leader Idv Antonio Di Pietro, terzo a quota 2.019 e Massimo D'Alema, poco sotto, a 2.003. Chi alla Camera si è più opposta ai ddl del Governo è stata invece Rosy Bindi, che in sole 12 occasioni ha seguito le orme della maggioranza o non si è presentata in aula.
Al Senato, i voti sono più ondivaghi. Il periodo in cui più volte le opposizioni hanno soccorso la maggioranza è stato il primo semestre del 2009, dove accadeva una volta su due. Ci sono state votazioni cruciali in cui l'opposizione non ha fatto quel che doveva. Tra le tante, la legge sul terremoto in Abruzzo, con cui Berlusconi ha potuto condurre l'emergenza e la ricostruzione a suo piacimento. Anche tra i parlamentari di Palazzo Madama, il podio dei "soccorritori" è occupato da nomi illustri: la radicale Emma Bonino (1.331 voti), il presidente della Commissione vigilanza Rai Sergio Zavoli (Pd, 1.128 voti) e Franco Marini, colonna portante dell'ala cattolica dei democratici (890 voti).
La conclusione di Openparlamento non ammette repliche: quella parlamentare è una "finzione della rappresentanza". Al posto che rispondere al mandato degli elettori "molti, anche se non tutti per fortuna" , sono così presi da altre attività da ridurre quella parlamentare a "un'incombenza ben remunerata". E intanto al Viminale è arrivato il pacco da un milione e 200mila firma per l'abrogazione della "legge elettorale porcata". Segno che la società civile vuole tornare a scegliere chi mandare in Parlamento.
PeaceReporter - Il Governo Berlusconi annaspa e in Parlamento sono sempre più frequenti i casi in cui la maggioranza va sotto nelle votazioni per approvare i propri disegni di legge: cento volte dall'inizio della legislatura. In realtà, però, potevano essere ben 5.098. È questo il dato che emerge da uno studio condotto dal sito Openparlamento.org, gruppo di studio legato a Openpolis, secondo cui i voti o le assenze dell'opposizioni hanno salvato la compagine di governo in media più una volta ogni tre votazioni. Correva l'anno 2008. Il Governo Berlusconi muoveva i primi passi e l'attività parlamentare era fervente come mai nel resto della legislatura.
E le opposizioni hanno disteso un tappeto rosso per far passare i disegni di legge proposti dal Governo. Nel 58 percento dei casi, Partito democratico, Italia dei valori e Popolo della libertà hanno votato all'unisono. L'11 giugno si votava per il salvataggio dell'Alitalia: il Governo l'ha spuntata per 23 voti. Gli onorevoli dell'opposizione che hanno disertato l'aula o che hanno votato con Pdl e Lega sono 24.
Con il 2009 la tendenza s'inverte: erano i tempi in cui nella maggioranza iniziava a palesarsi la prima profonda frattura fra finiani e berlusconiani. Poi, in questi primi sei mesi del 2011, le "votazioni-fotocopia" scendono all'11 percento, forse perché si sente nell'aria il profumo di nuove elezioni. Ma questo non impedisce all'opposizione di soccorrere la maggioranza in più di un'occasione. Per esempio l'approvazione dello scudo fiscale, tra settembre e ottobre del 2009, quando dall'aula di Montecitorio mancavano 20 voti per fermare il condono voluto da Tremonti. E gli assenti sono stati 30. Oppure la legge sul rimpatrio e sull'allungamento dei tempi di detenzione di Cie, nel luglio di quest'anno: la maggioranza ha vinto di sedici lunghezze e all'appello mancavano 36 "no" dell'opposizione.
Il segretario democratico Pierluigi Bersani ha potuto più di Saverio Romano, ex Udc passato tra i Responsabili e ora alla guida del ministero dell'Agricoltura. Il leader del Pd ha salvato il governo 2.306 volte, mentre Romano 1.237. Altissimi in classifica anche l'irriducibile leader Idv Antonio Di Pietro, terzo a quota 2.019 e Massimo D'Alema, poco sotto, a 2.003. Chi alla Camera si è più opposta ai ddl del Governo è stata invece Rosy Bindi, che in sole 12 occasioni ha seguito le orme della maggioranza o non si è presentata in aula.
Al Senato, i voti sono più ondivaghi. Il periodo in cui più volte le opposizioni hanno soccorso la maggioranza è stato il primo semestre del 2009, dove accadeva una volta su due. Ci sono state votazioni cruciali in cui l'opposizione non ha fatto quel che doveva. Tra le tante, la legge sul terremoto in Abruzzo, con cui Berlusconi ha potuto condurre l'emergenza e la ricostruzione a suo piacimento. Anche tra i parlamentari di Palazzo Madama, il podio dei "soccorritori" è occupato da nomi illustri: la radicale Emma Bonino (1.331 voti), il presidente della Commissione vigilanza Rai Sergio Zavoli (Pd, 1.128 voti) e Franco Marini, colonna portante dell'ala cattolica dei democratici (890 voti).
La conclusione di Openparlamento non ammette repliche: quella parlamentare è una "finzione della rappresentanza". Al posto che rispondere al mandato degli elettori "molti, anche se non tutti per fortuna" , sono così presi da altre attività da ridurre quella parlamentare a "un'incombenza ben remunerata". E intanto al Viminale è arrivato il pacco da un milione e 200mila firma per l'abrogazione della "legge elettorale porcata". Segno che la società civile vuole tornare a scegliere chi mandare in Parlamento.
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