Il caso di Yue Yue, la bambina che nessuno ha voluto soccorrere, scatena il dibattito
PeaceReporter - Non sappiamo se nel fare il suo discorso in conclusione del plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese, il presidente Hu Jintao avesse in mente il destino di Yue Yue, la bambina di due anni morta venerdì mattina dopo essere stata travolta da ben due furgoncini il 13 ottobre e ignorata da 18 passanti, prima che una donna migrante, un'accattona di quelle che frugano nell'immondizia, cercasse di prestarle soccorso e avvertisse la madre. È successo a Foshan, nella provincia meridionale del Guangdong.
Di sicuro il richiamo di Hu a uno "sviluppo culturale" necessario rivela un brutto clima e al tempo stesso una consapevolezza: alla Cina manca ormai una narrazione comune, una cultura condivisa che la renda coesa per reggere al proprio stesso boom economico.
Ora il vaso di Pandora si è aperto. Il caso di Yue Yue è stato al centro dell'attenzione collettiva per un'intera settimana, è stato amplificato a dismisura su Weibo, il social network che da queste parti ha un'"autorevolezza" equivalente a quella di Facebook in occidente - si parla di 500mila post sull'argomento - per poi essere ripreso dai media ufficiali.
A fare da corollario, la vicenda della soccorritrice, Chen Xianmei, la donna "invisibile" di 57 anni assurta improvvisamente agli onori della cronaca. Le sono stati offerti soldi da donatori anonimi e non, telecamere e taccuini l'hanno assediata, le malelingue hanno sostenuto che avesse fatto tutto per denaro (se facciamo schifo tutti, tutti facciamo un po' meno schifo). Lei ha continuato a ripetere che voleva solo soccorrere la bambina ed è andata in crisi per le pressioni insostenibili: forse la prossima volta si comporterà come i 18 che l'avevano preceduta nel vicolo di Foshan.
Commentatori di ogni genere si sono espressi. C'è chi accusa l'eccessiva mentalità utilitaristica della Cina contemporanea. Jiang Xueqin, su The Diplomat magazine, arriva a parlare di una e vera propria evoluzione cerebrale, indotta da trent'anni di enfasi sui valori materiali, che avrebbe sviluppato nei cinesi solo la parte del cervello che elabora calcoli utilitaristici e annichilito quella che governa i sentimenti.
D'altra parte c'è chi punta il dito contro le deficienze del sistema: in un quadro legale dove non sono garantiti diritti individuali, chi non si fa gli "affari suoi" rischia sempre di passare per colpevole. Esemplare il caso che China Daily riporta nella stessa pagina che parla della vicenda Yue Yue: un adolescente, tale Zhang, è stato messo sotto torchio dalla polizia perché sospettato di avere investito un'anziana donna; lui continua a ripetere che stava solo cercando di aiutarla. Chi ha ragione? Nel caso, meglio astenersi (dal soccorso), anche perché di casi simili se ne sentono a bizzeffe, quasi si stesse perdendo anche l'antica relazione confuciana della pietà filiale.
Un'amica italiana che vive a Pechino ha assistito di recente a un episodio che è l'altra faccia del caso Yue Yue: subito dopo essere stato urtato da un'auto, un uomo giace al suolo come morto. A nulla valgono i tentativi di rianimarlo da parte dei passanti. Quando il conducente della macchina gli sventola sotto il naso una mazzetta di banconote, l'uomo salta in piedi, prende i soldi e scompare tra la folla.
Il China Daily sostiene che "le vittime dovrebbero avere il senso morale di essere grate per l'aiuto che gli viene offerto, mentre chi intende dare al prossimo una mano, dovrebbe avere una conoscenza di base sulle tecniche di soccorso".
È proprio quel "senso morale" che la Cina cerca nelle pieghe del caso Yue Yue e che Hu Jintao intende, forse, quando parla dello sviluppo culturale necessario alla Cina del boom. Qualcosa rivolto all'esterno, certo, perché una grande potenza deve esercitare soft power e farsi conoscere non solo per i dollari Usa che tiene in cassaforte; ma anche e soprattutto all'interno, perché altrimenti si rischia di esplodere.
Ora, come si diceva, il vaso di Pandora si è aperto e diverse amministrazioni locali - tra cui quella del Guandong, dove si trova Foshan - sembrano sul punto di varare leggi contro l'omesso soccorso. Linee guida per informare su come si prestano i primi aiuti alla vittima di un incidente sono già state distribuite dal ministero della Salute e nei circoli accademici si discute sul miglior modo per risollevare la moralità pubblica. Come sempre, la Cina può cambiare da un giorno all'altro e le campagne in grande stile sono forse l'ultimo retaggio dell'ormai tramontato maoismo, che era anche una cultura e una morale. Quelle che oggi si vanno ricercando.
PeaceReporter - Non sappiamo se nel fare il suo discorso in conclusione del plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese, il presidente Hu Jintao avesse in mente il destino di Yue Yue, la bambina di due anni morta venerdì mattina dopo essere stata travolta da ben due furgoncini il 13 ottobre e ignorata da 18 passanti, prima che una donna migrante, un'accattona di quelle che frugano nell'immondizia, cercasse di prestarle soccorso e avvertisse la madre. È successo a Foshan, nella provincia meridionale del Guangdong.
Di sicuro il richiamo di Hu a uno "sviluppo culturale" necessario rivela un brutto clima e al tempo stesso una consapevolezza: alla Cina manca ormai una narrazione comune, una cultura condivisa che la renda coesa per reggere al proprio stesso boom economico.
Ora il vaso di Pandora si è aperto. Il caso di Yue Yue è stato al centro dell'attenzione collettiva per un'intera settimana, è stato amplificato a dismisura su Weibo, il social network che da queste parti ha un'"autorevolezza" equivalente a quella di Facebook in occidente - si parla di 500mila post sull'argomento - per poi essere ripreso dai media ufficiali.
A fare da corollario, la vicenda della soccorritrice, Chen Xianmei, la donna "invisibile" di 57 anni assurta improvvisamente agli onori della cronaca. Le sono stati offerti soldi da donatori anonimi e non, telecamere e taccuini l'hanno assediata, le malelingue hanno sostenuto che avesse fatto tutto per denaro (se facciamo schifo tutti, tutti facciamo un po' meno schifo). Lei ha continuato a ripetere che voleva solo soccorrere la bambina ed è andata in crisi per le pressioni insostenibili: forse la prossima volta si comporterà come i 18 che l'avevano preceduta nel vicolo di Foshan.
Commentatori di ogni genere si sono espressi. C'è chi accusa l'eccessiva mentalità utilitaristica della Cina contemporanea. Jiang Xueqin, su The Diplomat magazine, arriva a parlare di una e vera propria evoluzione cerebrale, indotta da trent'anni di enfasi sui valori materiali, che avrebbe sviluppato nei cinesi solo la parte del cervello che elabora calcoli utilitaristici e annichilito quella che governa i sentimenti.
D'altra parte c'è chi punta il dito contro le deficienze del sistema: in un quadro legale dove non sono garantiti diritti individuali, chi non si fa gli "affari suoi" rischia sempre di passare per colpevole. Esemplare il caso che China Daily riporta nella stessa pagina che parla della vicenda Yue Yue: un adolescente, tale Zhang, è stato messo sotto torchio dalla polizia perché sospettato di avere investito un'anziana donna; lui continua a ripetere che stava solo cercando di aiutarla. Chi ha ragione? Nel caso, meglio astenersi (dal soccorso), anche perché di casi simili se ne sentono a bizzeffe, quasi si stesse perdendo anche l'antica relazione confuciana della pietà filiale.
Un'amica italiana che vive a Pechino ha assistito di recente a un episodio che è l'altra faccia del caso Yue Yue: subito dopo essere stato urtato da un'auto, un uomo giace al suolo come morto. A nulla valgono i tentativi di rianimarlo da parte dei passanti. Quando il conducente della macchina gli sventola sotto il naso una mazzetta di banconote, l'uomo salta in piedi, prende i soldi e scompare tra la folla.
Il China Daily sostiene che "le vittime dovrebbero avere il senso morale di essere grate per l'aiuto che gli viene offerto, mentre chi intende dare al prossimo una mano, dovrebbe avere una conoscenza di base sulle tecniche di soccorso".
È proprio quel "senso morale" che la Cina cerca nelle pieghe del caso Yue Yue e che Hu Jintao intende, forse, quando parla dello sviluppo culturale necessario alla Cina del boom. Qualcosa rivolto all'esterno, certo, perché una grande potenza deve esercitare soft power e farsi conoscere non solo per i dollari Usa che tiene in cassaforte; ma anche e soprattutto all'interno, perché altrimenti si rischia di esplodere.
Ora, come si diceva, il vaso di Pandora si è aperto e diverse amministrazioni locali - tra cui quella del Guandong, dove si trova Foshan - sembrano sul punto di varare leggi contro l'omesso soccorso. Linee guida per informare su come si prestano i primi aiuti alla vittima di un incidente sono già state distribuite dal ministero della Salute e nei circoli accademici si discute sul miglior modo per risollevare la moralità pubblica. Come sempre, la Cina può cambiare da un giorno all'altro e le campagne in grande stile sono forse l'ultimo retaggio dell'ormai tramontato maoismo, che era anche una cultura e una morale. Quelle che oggi si vanno ricercando.
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