mercoledì, ottobre 05, 2011
Operazione Kosmos: sequestrati beni anche a Latina

Liberainformazione - Che le mani della Camorra siano arrivate fino a Latina non è una novità, anzi è storia vecchia. Ogni giorno ce lo confermano le indagini della magistratura e delle forze di polizia che si traducono in blitz mirati come l’ultimo ovvero l’operazione Kosmos, scattata la scorsa mattina all’alba. La Compagnia della Guardia di Finanza di Mondragone ha effettuato, una vasta operazione, coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, che ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale che aveva dato vita ad una fittizia holding finanziaria, composta da un articolato gruppo di società campane, con lo scopo di occultare e riciclare i proventi derivanti dalle varie attività illecite perpetrate.

Le indagini partono tra le province di Napoli, Avellino e Caserta fino a quando non scattano i provvedimenti. Si tratta di 25 ordinanze di applicazione di misure coercitive nei confronti di soggetti appartenenti ad un ramificato clan camorristico facente capo a due imprenditori casertani, S.G. di 52 anni di Mondragone (già detenuto in carcere per traffico internazionale di sostanze stupefacenti) e D.G. di 52 anni di Casal di Principe, tutti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, ai delitti di riciclaggio e reimpiego di denaro, corruzione, bancarotta fraudolenta nonché emissione di fatture per operazioni inesistenti. Gli imprenditori, al momento dell’arresto si sono resi tuttavia irreperibili. Il giro è vasto e complesso per questo sono state effettuate intercettazioni telefoniche ed ambientali persino in carcere. Stando alla ricostruzione dei finanzieri tutto ruoterebbe attorno ad un complesso sistema di società, costituite per schermare l’origine illecita dei flussi di capitali provenienti dalle attività illegali del gruppo, nonché di evidenziare il ruolo predominante di S.G., cui erano riconducibili le varie società, nell’ambito dell’articolato sodalizio criminale, con ramificazioni, altresì, in Calabria (‘ndrina BARBARO di Platì – RC), nel basso Lazio e all’estero (Olanda e Venezuela).

Oltre ai promotori, 23 sono risultate le persone coinvolte, nei cui confronti la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha disposto le misure restrittive della libertà personale: 18 ordini di custodia cautelare in carcere e 7 arresti domiciliari. In pratica i prestanome. Ma non è tutto. Al termine delle attività investigative, è stato disposto da parte dell’Autorità Giudiziaria partenopea anche il sequestro preventivo d’urgenza di possidenze immobiliari, mobiliari ed economiche – dislocate nelle regioni Lazio, Campania e Molise – del valore complessivo di circa 130 milioni di euro. Si tratta, in particolare, di 22 società operanti in svariati settori commerciali (ristorazione, alberghiero, promozione immobiliare, commercio detersivi e autoveicoli, edilizia, coltivazione piante e fiori, imballaggi legno, produzione macchine ed utensili, impiantistica elettrica), 19 conti correnti bancari, 7 fabbricati, 25 terreni e 13 automezzi.

E inizia il toto nomi per capire chi, anche in provincia di Latina ha di buon grado prestato il fianco ed anche il nome ai clan della camorra.

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